Recensione film Povere creature! di Yorgos Lanthimos

Uno dei registi più apprezzati degli ultimi anni e al contempo uno dei più divisivi è senza alcun dubbio Yorgos Lanthimos, regista amante del grottesco divenuto maggiormente famoso grazie a Il sacrificio del cervo sacro e La favorita.
L’ultima opera di Lanthimos (anche se già ne sta girando un’altra) è Povere creature!, uno dei film più apprezzati del 2023 e anche 2024 nonché dei favoriti agli Oscar assieme a Oppenheimer. Il film si ispira all’omonimo libro di Alasdair Gray, anche se il regista, come è solito fare, lo ridipinge in chiave più grottesca.

Una donna incinta di cui non si sa nulla si butta da un ponte e, poco tempo dopo, il famoso ed eccentrico scienziato e chirurgo Godwin Baxter invita lo studente di medicina Max McCandles a collaborare con lui a un esperimento. Arrivato in casa del dottore assiste ad alcune delle “creature” di Godwin “God” Baxter, ma quella che la affascina di più è la misteriosa donna di nome Bella. Max si innamora dell’infantile e spontanea Bella, al che Godwin gli spiega che la ragione dei suoi strani comportamenti è legata al fatto che il suo corpo è quello della donna suicida, mentre il cervello è quello del feto che doveva nascere.
Bella diventa sempre più spigliata e impara in fretta sia vocaboli che nuove nozioni, ma allo stesso tempo dimostra una spiccata libido che la introduce al mondo del sesso e dell’autoerotismo. Quando Godwin concede a Max di sposare Bella, quest’ultima decide di andare in giro per l’Europa con il donnaiolo Duncan Wedderburn, l’avvocato che si è occupato del contratto per il matrimonio. Così Bella impara a conoscere il mondo, la letteratura, la filosofia e le proprie emozioni, iniziando un viaggio non solo in giro per l’Europa, ma alla scoperta di sè e del concetto di libertà.

Povere creature! è un film che può piacere o non piacere a causa dell’evidente zampino di Lanthimos, che rende il tutto grottesco sia visivamente che sul piano della storia. La trama è interessante e si propone come un’allegoria grottesca in cui una donna va alla scoperta della libertà, di se stessa e della conoscenza nel suo senso più lato, liberandosi di ogni taboo anche per via della sua infantilità, che la porta ad accogliere ogni novità senza pregiudizio alcuno.
Solo i bambini o, comunque, una mente priva di qualsiasi pregiudizio è in grado di accettare ogni aspetto della vita senza taboo, al punto che Bella sfida la società dei suoi tempi (e per certi aspetti anche quella attuale) trovando l’aspetto positivo di ogni cosa e affrontando tutto con ingenuità.
Le scene di sesso rappresentano spesso dei momenti morti atti a riempire il minutaggio del film dato che spesso sono totalmente inutili, specialmente quando già si capisce l’approccio che Bella ha verso il sesso. Altra nota stonata è l’evoluzione così rapida di Bella, da che parla in maniera infantile inizia a usare paroloni e concetti astratti e complessi in pochissimo tempo, il che sembra un po’ strano.

Bella è il personaggio più interessante in quanto vediamo la sua crescita e la sua ascesa verso la libertà sia fisica che emotiva. Le relazioni convenzionali, il matrimonio, un singolo posto da cui non può uscire, sono per Bella una gabbia che le impedisce di essere se stessa e solo esplorando il mondo e se stessa, anche sul piano sessuale, capisce che una vita convenzionale non fa per sè. Il suo vecchio matrimonio nella vita passata (anche se ormai lei non è nè il bambino nè Victoria, la donna suicida) l’ha portata al suicidio, quello con Max a fuggire con Duncan. Quest’ultimo ad esempio si rivela essere un donnaiolo e amante della libertà sessuale e relazionale solo per quanto riguarda se stesso, dato che una volta innamoratosi di Bella vorrebbe ingabbiarla pure lui e privarla di ciò che ha sempre fatto lui stesso nonostante sia stato proprio lui a introdurle le relazioni senza legami.
L’eccentrico Godwin si rivela un’ottima figura “paterna” in grado di accettare Bella così com’è e la sua voglia di libertà, mentre Max, purtroppo, è uno dei personaggi principali meno approfonditi ed esplorati nonostante sia anche lui importante per la realizzazione della protagonista.

Esteticamente parlando Lanthimos ha provato a ricreare un mondo che ricorda il passato ma con degli accenni futuristici, per cui si può parlare di un’ambientazione retrofuturistica dai tocchi artistici, dato che molte delle scenografie sembrano i fondali usati nei teatri o dei veri e propri dipinti.
I costumi sono invece particolari anche se, quelli di Bella, cozzano un po’ col contesto. Va bene la sua voglia di distinguersi ed essere se stessa, ma mentre tutti gli altri sono vestiti in stile retrò, lei ha degli abiti più squadrati e futuristici che tra l’altro poco c’azzeccano con il contesto e con la figura stessa di Bella. L’unico più particolare è quello del matrimonio, che sembra rappresentare proprio una “gabbia” per simboleggiare l’astio di Bella per le convenzioni sociali e relazionali.

Emma Stone è stata molto brava nel ruolo di Bella e lo stesso vale per Willem Dafoe nei panni di Godwin, mentre gli altri attori sono stati in gamba ma non eccellenti nonostante le loro capacità.

Nel complesso Povere creature! è un film carino ma non perfetto, sicuramente uno dei più ispirati di Lanthimos e in grado di intrattenere e anche far sorridere grazie ad una sceneggiatura valida e meno grottesca di altre opere del regista.

CONTENUTO:3.8
PIACEVOLEZZA:3.8
SCORREVOLEZZA:4
RECITAZIONE:4
ORIGINALITA’:3.8
VOTO MEDIO:3.8
-Jade

FILM DA OSCAR:
Agli Oscar 2024 ha vinto i premi per Miglior attrice (Emma Stone), Migliore scenografia, Migliori costumi e Miglior trucco e acconciatura, mentre è stato candidato per Miglior film, Miglior regista, Miglior sceneggiatura non originale, Miglior attore non protagonista (Mark Ruffalo), Miglior montaggio, Migliore fotografia e Miglior colonna sonora.

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