Recensione film Il terzo occhio di Rocky Soraya

Torniamo in Indonesia per la rassegna di film horror asiatici che stiamo vedendo questo mese, stavolta con una delle saghe più note di Rocky Soraya, una sorta di James Wan indonesiano e meno noto. Perché paragonarlo proprio a lui? Perché nonostante la presenza di elementi del folklore indonesiano, i suoi film ricordano particolarmente le saghe di Insidious, The Conjuring e Annabelle, pur essendo differenti. Se decidesse di fare anche un film sul Kuntilanak, una sorta di Llorona indonesiana, Rocky Soraya replicherebbe alla sua maniera quasi l’intero Conjuring universe, in poche parole.

La saga de Il terzo occhio è, però, quella più ispirata del regista indonesiano.
Protagonista è Alia, la quale, in seguito alla morte dei genitori, è costretta a ritornare alla vecchia casa di famiglia, dove abitava quando era più piccola assieme a loro e alla sorella Abel, di cui ora deve prendersi cura. In seguito all’ennesimo evento soprannaturale sperimentato da Abel in quella casa, Alia scopre che la sorella, sin da piccola, ha avuto il terzo occhio aperto ed è perciò in grado di vedere gli spiriti e interagire con loro. Proprio per questo andava con la madre da una sorta di guru spirituale, Mrs Windu, per imparare a usare le sue capacità e provare ad aiutare gli spiriti a passare oltre, cosa che però lei non ha mai avuto il coraggio di fare. Incredula di fronte a tutto ciò, Alia decide di farsi aprire il terzo occhio e, dopo un inizio apparentemente tranquillo, inizia ad avere anche lei degli strani incontri con i fantasmi, che la portano a credere ciecamente a Mrs Windu e alla sorella. Durante uno degli spiacevoli incontri capisce che in casa con loro vive una famiglia aggressiva di fantasmi e, per provare ad aiutarli a passare oltre, cerca di scoprirne la storia. Purtroppo non tutto va per il verso giusto e per le due sorelle sarà una vera e propria disavventura.

Per quanto la sceneggiatura non sia sempre perfetta e a tratti sfocia nell’esagerazione, Il terzo occhio è un film parecchio valido. Dopo la visione di Kuntilanak le mie aspettative erano davvero basse, ma mi sono dovuta ricredere in quanto il film riesce a prendere dall’inizio alla fine.
I film di spiriti ed evocazioni all’occidentale incontrano il folklore locale con la questione del terzo occhio e esorcismi e “esercizi spiritici” diversi dai soliti, elementi che rendono il film ancora più intrigante.
La storia del furto, però, sembra essere stata parecchio ripresa dal precedente film The doll, in cui tra l’altro è presente anche l’attore Denny Sumargo, anche lì fidanzato della protagonista. Quest’elemento, unito al poco sviluppo dei personaggi e della lore di fondo, abbassano leggermente il livello del film, ma comunque rimane estremamente godibile.
La suspense è infatti sempre presente e costante e anche le visioni dei fantasmi sono fatte discretamente. I cliffhanger sono però un filino prevedibili, persino quello finale, il quale però riesce comunque a colpire lo spettatore.

La recitazione non è il massimo e si distinguono leggermente solo Citra Prima e Jessica Mila, mentre gli altri attori non riescono a spiccare particolarmente.

Nel complesso Il terzo occhio è un film più che valido, perfetto per uscire dalla comfort zone degli horror occidentali e avvicinarsi agli horror asiatici .

CONTENUTO:3.5
PIACEVOLEZZA:3.25
SCORREVOLEZZA:3.5/4
RECITAZIONE:3
ORIGINALITA’:3
VOTO MEDIO:3.3
-Jade

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