Recensione Paper Mario: The Origami King

Una delle serie di Super Mario più sottovalutate è senza alcun dubbio quella di Paper Mario. Rispetto ai titoli principali del franchise usciti per Nintendo Switch ( 3D World+Bowser’s Fury, Odyssey e da poco anche Wonder) si è parlato meno di Paper Mario: The Origami King, uno dei giochi first party migliori usciti per l’ultima console Nintendo anche se allo stesso tempo uno dei più complessi.

Stavolta Mario viene invitato dalla principessa Peach a partecipare alla festa degli origami ma, quando arriva al castello, trova Peach trasformata in uno di questi ultimi. Scopre così che Re Olly, il re degli origami, minaccia di trasformare tutto in origami e ancora una volta Mario deve salvare non solo la principessa, ma l’intero mondo in cui vive da un nuovo antagonista. Re Olly sigilla il castello di Peach con vari nastri colorati che Mario dovrà sciogliere nel corso dell’avventura, ma farlo non sarà così semplice perché il nostro amato protagonista dovrà affrontare numerosi nemici, tra cui numerosi Soldati Origami e Cartapestiferi e la temuta Brigata Cancelleria. Con l’aiuto di Olivia, sorella buona del re, e di vari alleati temporanei come Bobby (una bob-omba), professor Toad e persino Kamek, Bowser e Bowser Junior, Mario riuscirà ancora una volta a salvare il mondo, affrontando una delle avventure più epiche e variegate di sempre

La trama è, come detto prima, estremamente semplice e non proprio originale eppure innovativa per il franchise. Come sempre Mario deve salvare il mondo e la principessa Peach, ma stavolta non da Bowser, bensì da un nuovo nemico mai visto prima: Re Olly. Quest’ultimo è il classico cattivo che, per un torto subito, fa di tutto pur di rovinare la vita non solo a chi glielo ha fatto, ma anche a tutti gli altri. Abbiamo dunque un nuovo antagonista diverso da Bowser e, oltre a lui, ci saranno anche i membri della Brigata Cancelleria, anch’essi nuovi nemici e perfettamente in tema con il gioco.
Bowser non solo non è il cattivo, ma, assieme a Kamek e Bowser Junior, aiuta Mario nel corso dell’avventura, più precisamente nella parte finale. Kamek e Bowser Junior, tra l’altro, si riveleranno assieme a Bobby gli alleati più interessanti in quanto mostrano delle nuove sfaccettature sui personaggi, in particolar modo Kamek, che non è solo potente ma anche molto sveglio.
Altro elemento poco comune nei giochi di Mario è il fattore drammatico, che nel gioco è ampiamente presente in quanto verranno a mancare diversi conoscenti. Durante il gioco ci sarà la prima perdita, che segnerà particolarmente Olivia, mentre verso la fine ce ne sarà un’altra davvero toccante, anche se il finale vero e proprio mostra dei protagonisti pieni di gratitudine e di speranza.
Paper Mario, dunque, è uno dei pochi giochi di Mario effettivamente più maturi in quanto nonostante la trama sia molto semplice, affronta temi importanti come la perdita, il tutto con uno stile di combattimento e di gioco più complesso rispetto ad altri capitoli sia della serie principale che non.

Naturalmente la trama non è esente da difetti però, in quanto ci sono varie incongruenze che fanno un po’ storcere il naso. Il motivo per cui Olly ha fatto tutto ad esempio è praticamente ridicolo e sembra come se chi ha scritto il gioco avesse all’improvviso esaurito tutte le magnifiche idee messe in pratica fino a quel momento. Il finale stesso è dolceamaro e non riesce a concludere nella maniera più giusta la lunga avventura di Mario, nè riesce ad onorare del tutto le perdite subite. Esso non è abbastanza esplicativo ed è un po’ troppo semplicistico, cosa che mal si adatta a questo gioco che prova ad essere più completo e complesso rispetto ad altri.
Altro difetto sta nella caratterizzazione dei personaggi. Re Olly è poco sviluppato e, per essere l’antagonista principale, appare davvero poco e non si sa molto di lui. Mario non è altro che un “burattino” nelle mani del giocatore in quanto, come sempre, è privo di caratterizzazione, mentre a stupire sono i nostri alleati. Olivia, la nostra compagna d’avventure principale, è quella che spicca maggiormente, ma anche Bobby e Kamek hanno avuto un ottimo sviluppo. Quella di Olly sembra essere dunque solo un pezzo costruito male all’interno di un puzzle quasi perfetto, quasi perché proprio quest’errore abbassa di un po’ il livello del gioco, che è comunque molto valido.
Ma il difetto principale del gioco sta, purtroppo, nell’originalità. La storia è praticamente copiata da Sticker Star, tanto che a cambiare è solo il tipo di nemico/materiale. Naturalmente, come accennato prima, non mancano le innovazioni, ma allo stesso tempo sembra come se la trama di base fosse stata riciclata da quella.


Il giocatore riveste i panni di Paper Mario e lo guida attraverso un’avventura open world estremamente variegata. Saranno numerose le ambientazioni e tutte molto dettagliate e diverse tra di loro, tanto che saranno uno dei punti di forza maggiori del gioco. Nel corso dell’avventura Mario sarà accompagnato da vari compagni tra cui, in primis, Olivia, la quale fa anche da guida. Gli altri sono invece alleati temporanei che aiuteranno nella storia e di tanto in tanto nei combattimenti, abbattendo qualche nemico per noi. In ogni luogo in cui va Mario deve riparare gli strappi strambi, cioè dei buchi da riempire con dei pezzetti di carta, trovare i Toad e i tesori e blocchi nascosti e, naturalmente, scovare dove si trovano i nastri che avvolgono il castello. Arrivare ai nastri non sarà semplice in quanto dovrete esplorare a fondo i vari ambienti, risolvere alcuni enigmi e fare anche diversi minigiochi. Vi ritroverete a fare molto backtracking, soprattutto per i collezionabili, anche se quest’ultimo è in parte aiutato dai tubi e dal macchinario che vi teletrasporteranno in diversi punti chiave. Alcuni minigiochi ed enigmi non sono nemmeno facili, in particolare quelli che richiedono di sfruttare le vostre capacità di sistemare dei puzzle scombinati, in quanto il tempo datovi è davvero poco e la meccanica di per sè richiede parecchio tempo già di suo.
I nastri, tra l’altro, sono protetti da diversi boss, e per arrivare ad essi si dovrà ricorrere all’ausilio dei cartomagni dei vari elementi, i quali sono degli origami speciali in cui Olivia si può trasformare se la situazione lo richiede, anche se prima si dovranno sconfiggere e non sempre sarà semplice.
La meccanica open world è dunque sviluppata molto bene e offre al giocatore la possibilità di allungare ulteriormente le ore di gioco, già consistenti per un titolo della serie di Mario. Gli enigmi e i minigiochi sono talvolta anche complessi, tanto che il gioco, sia per questo che per il sistema di combattimento, risulterebbe parecchio complesso per dei giocatori un po’ troppo giovani. Per i più grandi questo invece significa maggiore difficoltà e maggiore piacevolezza, il che è un punto a favore del gioco. Altro punto a favore è l’utilizzo della console per utilizzare gli Arti Magni, delle mani speciali allungabili che permettono a Mario di interagire con l’ambiente, spesso sbloccando passaggi speciali o facendo tanto danno ai nemici se usati nel corso dei combattimenti con i boss. Non sarà sempre semplice però accostare gli Arti Magni ai punti giusti, anche se tutto sommato è un’esperienza gradevole che vi permette di sfruttare la console al massimo.
Sempre nel corso del vostro viaggio Paper Mario si tramuterà in un’avventura RPG a tutti gli effetti in cui potrete potenziare il vostro personaggio con armi e gadget appositi e affronterete numerosi nemici. Quelli che incontrerete più frequentemente saranno i soldati origami e i cartapestiferi, anche se i secondi si affrontano in versione platform mentre i primi con il sistema di combattimento apposito, cosa che vale anche per (quasi) tutti i boss principali .

Ci sono anche delle sequenze platform in cui Mario dovrà arrampicarsi in varie parti o saltare su varie piattaforme, ma queste, paradossalmente, sono quelle sviluppate peggio. Il problema maggiore delle parti platform sta nei movimenti, in quanto non sempre i nemici normali (soldati cartapestiferi) si fanno beccare con il salto o con il martello e, soprattutto, Mario è eccessivamente lento quando deve ritornare indietro e andare verso il giocatore. La parte platform poteva dunque essere sviluppata meglio, ma nel complesso non è nemmeno pessima.

Il sistema di combattimento è invece forse la cosa più innovativa e allo stesso tempo più complessa del gioco. Stavolta Paper Mario dovrà sconfiggere i propri nemici su un’arena circolare composta da caselle mobili. Sono tre le fasi del combattimento: allineare i nemici spostando verticalmente e orizzontalmente le caselle, selezionare l’arma con cui attaccare e colpire i nemici con quest’ultima e, se non riesce ad abbattere tutti i nemici con un solo round, difendersi.
Ci sono tre tipi di armi principali con cui difendersi più alcuni potenziamenti come i fiori di fuoco o ghiaccio, il pow o la coda tanuki. Le armi principali sono il martello, che colpisce i primi due nemici rispettivamente di due file vicine, e gli stivali e il lanciartello, che servono invece a colpire una fila intera. Si parte da un martello e da degli stivali base che poi verranno potenziati nel corso del gioco. Con l’avanzare dell’avventura si sbloccheranno armi più potenti che vi aiuteranno con nemici più forti, specialmente se riuscite a risolvere i rompicapo per tempo sbloccando il bonus “rompicapo risolto” e se riuscite a colpirli al momento giusto.
Il sistema di combattimento all’inizio è difficile ma dopo un po’ ci farete la mano. Naturalmente non mancheranno le parti in cui vi troverete bloccati in quanto non sarà sempre semplice allineare i nemici, soprattutto nelle fasi più avanzate, ma in vostro aiuto possono arrivare i Toad, che però richiedono un certo pagamento. Il problema di questo sistema però non sta tanto nella difficoltà dei rompicapi, quanto piuttosto nella ripetitività delle azioni, in quanto dopo un po’ stanca colpire gruppi di nemici abbastanza simili con le stesse mosse. Creare armi differenti e nemici più variegati avrebbe aiutato il gameplay rendendo le parti del combattimento un po’ meno noiose e più simili a quelle con i boss, in cui le meccaniche sono simili ma leggermente differenti.
Qui non dovrete allineare nemici ma creare il percorso per combattere contro il boss o usare i poteri del cartomagno o degli Arti Magni. Ogni boss avrà caratteristiche che lo rendono diverso dagli altri, motivo per cui i combattimenti con loro saranno sempre interessanti e pieni di sorprese.

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La grafica è molto valida e colorata e i disegni sono ben delineati. Le ambientazioni variopinte sono ricche di dettagli nonostante siano tutte molto diverse tra di loro, dando la sensazione di stare all’interno di una “fiaba” e facendo immergere ancora di più il giocatore in questo mondo. Il comparto sonoro poteva essere sviluppato meglio invece, ma almeno non risulta invadente.

Paper Mario: The Origami King è dunque un gioco di Mario complesso, divertente e innovativo allo stesso tempo anche se non esente da difetti. Purtroppo la trama si rifà un po’ troppo su un precedente capitolo e il sistema di combattimento è un po’ ripetitivo, ma nel complesso è un ottimo open world che vi farà vivere assieme a Mario una delle avventure più variegate e complete di sempre del noto personaggio Nintendo, regalandovi anche molte emozioni.

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