Recensione libro Il problema dei tre corpi di Liu Cixin

La fantascienza è un genere da sempre di nicchia che, a differenza del fantasy (nella sua versione “romantasy”), non è riuscito ancora a sfondare del tutto nei social. Proprio per questo l’uscita de Il problema dei tre corpi, specialmente prima dell’annuncio di una trasposizione sul piccolo schermo, è passata un po’ in sordina, il che è un peccato dato che il libro è davvero particolare e complesso.

Il problema dei tre corpi si divide in diversi tipi di capitoli: quelli sulla Costa Rossa, quelli del passato (all’inizio), quelli all’interno del gioco Tre Corpi e quelli dal punto di vista di Wang Miao, il protagonista simbolico della storia assieme a Ye Wenjie.

Nel periodo della rivoluzione culturale in Cina, un gruppo di scienziati con a capo Ye Wenjie cerca di contattare delle forme di vita aliene da una base chiamata Costa Rossa.
Nel presente, invece, lo scienziato Wang Miao, che fa delle ricerche sulle nanotecnologie, inizia ad avere delle visioni, tra cui un conto alla rovescia visibile solo a lui. Ciò lo porta a indagare e gli fa scoprire l’esistenza di uno strano videogioco apparentemente scollegato da ogni logica: Tre Corpi. In questo videogioco, attraverso una tuta immersiva, il giocatore deve cercare di far sopravvivere e sviluppare l’umanità quanto più possibile durante le Ere dell’Ordine, cioè quelle in cui la civiltà può sopravvivere, anche se all’improvviso potrebbero presentarsi delle Ere del Caos in grado di sterminare quasi tutti.
Il compito di Wang Miao, però, non è solo questo, ma anche quello di scoprire il modo in cui i due tipi di ere si alternano e, soprattutto, perché. Attraverso il videogioco egli scopre dunque delle azioni di Ye Wenjie e di cosa è successo realmente alla Costa Rossa, ma soprattutto, scopre ciò che sta per accadere alla Terra: un’imminente invasione.

Il libro parte un po’ a rilento con delle prime pagine introduttive che sono apparentemente del tutto scollegate alla storia, ma in realtà sono importanti per dare un contesto a quest’ultima e, soprattutto, al personaggio di Ye Wenjie e al suo sviluppo. All’inizio il lettore si ritroverà spaesato perché ci sono tante informazioni e tanti personaggi apparentemente scollegati, concetti di fisica che però vengono egregiamente spiegati e una trama complessa che inizia a prendere forma solo nel corso del libro. Le parti ambientate all’interno del videogioco sono quelle più interessanti e dinamiche, tanto che non si vedrà l’ora che tornino i capitoli su di loro, stessa cosa per quanto riguarda i capitoli della Costa Rossa. Un po’ più noiosi quelli ambientati nel presente in quanto quelli maggiormente privi di contesto inizialmente e man mano sempre più politici, senza contare che Wang Miao è molto meno interessante e sviluppato rispetto a Ye Wengjie, che pur non essendo un modello di persona è caratterizzata alla perfezione.

Il resto dei personaggi è più dimenticabile e l’unico che di fatto spicca è proprio quello di Ye Wengjie, che sarà tra l’altro quello chiave per l’intera storia.
A fine libro il lettore vorrà sapere sempre più cose su questo strano mondo in quanto ci sono ancora degli interrogativi senza risposta, ma si spera che questi verranno trattati meglio nei sequel.
Lo stile è un poco lineare ma magnetico, per cui il lettore, nonostante la difficoltà iniziale nel memorizzare e collegare nomi e personaggi, si ritroverà coinvolto sin dalle prime pagine.

Il problema dei tre corpi è un romanzo fantascientifico che mescola fantascienza, politica e fisica in maniera egregia, riuscendo a non far staccare il lettore dalla prima all’ultima pagina. Magari non è un romanzo che consiglierei a neofiti del genere per via della sua complessità, ma nonostante ciò ritengo che tutti debbano dargli una chance e non soffermarsi alle prime pagine, dato che il libro è molto più di una storia politica anche se quest’ultima è parte integrante di esso.

CONTENUTO:3.8
PIACEVOLEZZA:3.8
SCORREVOLEZZA:3.5
STILE:3.8
ORIGINALITA’:5
VOTO MEDIO:4
-Jade