Recensione film The Lost City di Aaron e Adam Nee

A parte qualche film come Jumanji o Jungle Cruise, negli anni si è persa un po’ l’usanza di fare dei film d’avventura leggeri e magari anche romantici. The Lost City vuole però riprendere quel filone di film e mescolare avventura, romanticismo e comicità, giocando proprio sugli stereotipi del genere.

La scrittrice Loretta Sage è un’autrice di mezz’età solitaria che non è riuscita a riprendersi dalla morte del marito. Proprio per questo continua con poco entusiasmo la sua saga avventurosa-romantica incentrata sull’eroe immaginario Dash McMahon, interpretato dal modello Alan Caprison che Loretta malsopporta visto il suo entusiasmo.
Durante la presentazione di quello che, a detta sua, sarebbe stato l’ultimo libro, Loretta viene rapita dal miliardario Abigail Fairfax, il quale ha scoperto che dietro le avventure dei libri dell’autrice si celano delle ricerche fatte da lei assieme al marito archeologo su una città perduta e sulla cosiddetta “Corona di fuoco”. Alan, segretamente innamorato di Loretta, decide di seguirla e si fa aiutare da Jack Trainer, un esperto di sopravvivenza e combattimento che però viene quasi subito messo fuori gioco per un imprevisto. Alan e Loretta devono dunque sfuggire ad Abigail e ai suoi scagnozzi dall’isola in cui a detta di lui si cela questa città perduta, scoprendo che effettivamente c’è un fondo di verità nella scoperta del miliardario anche se non è tutto oro ciò che luccica.

The Lost City è un film carino e scorrevole ma ben lungi da quei film d’avventura anni 2000-2010 che tenevano incollati allo schermo indipendentemente dalla qualità e dall’età. Allo stesso tempo riesce però a rompere alcuni degli stereotipi e a mescolare decentemente quattro generi, anche se alla fine prevale più l’effetto action comedy che il genere “avventura”, affrontato in maniera fin troppo marginale.
Per la prima volta abbiamo una donna più grande che si innamora di un uomo più piccolo d’età, rovesciando i ruoli di genere tipici di questo filone di film. Lei è la mente e lui il suo braccio destro, il suo companion apparentemente solo “bello bello in modo assurdo” (per citare Zoolander) ma che in realtà cela un cuore d’oro e un coraggio senza pari. Inizialmente sembra che Channing Tatum voglia motteggiare i suoi ruoli da belloccio tutto muscoli e poco altro, ma alla fine non fa solo questo, ma cerca proprio di ribaltare gli stereotipi di questa categoria.

Purtroppo è un peccato, invece, che la parte d’avventura sia poco sviluppata a favore di scene action già viste e riviste e altre pseudocomiche che fanno sorridere solo ogni tanto. Poco caratterizzato è anche il villain di turno, Abigail Fairfax, il quale appare come mediocre e poco significativo ai fini del film.

Sandra Bullock non riesce a calarsi bene nei panni di Loretta e manifesta una sorta di “disinteressamento” verso il suo ruolo, che si nota nella sua mimica facciale. Daniel Radcliffe e Channing Tatum sono stati leggermente più bravi ma anche loro non esemplari, soprattutto visto e considerato che, mentre il primo prova almeno a cambiare ruolo, il secondo non fa altro che ripetere lo stesso genere di personaggio ad ogni film, cosa che qui gli riesce leggermente meglio anche se, appunto, di poco.

The Lost City non sarà il capolavoro d’avventura del secolo ma riesce comunque a essere a modo suo innovativo e piacevole, nonché migliore del sopracitato Jungle Cruise. Peccato che non abbiano voluto osare di più e approfondire il genere cui fanno omaggio, in quanto a quest’ora sarebbe stato di un livello decisamente superiore.

CONTENUTO:3.8
PIACEVOLEZZA:3.8
SCORREVOLEZZA:4
RECITAZIONE:3.5
ORIGINALITA’:3
VOTO MEDIO:3.6
-Jade

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