Recensione film Rebecca di Ben Wheatley

Un grande classico pressoché sconosciuto alle nuove generazioni è Rebecca, un romanzo di Daphne du Maurier. Il libro ha ricevuto numerose trasposizioni, tra cui la nota Rebecca, la prima moglie di Hitchcock e, dal 2020, quella su Netflix, che ha riportato a galla questo classico dimenticato.

Negli anni ’30 a Monte Carlo una giovane donna che fa da dama da compagnia a una ricca signora incontra l’aristocratico Maxim de Winter. Tra i due inizia un’intensa frequentazione che culminerà con il loro matrimonio. Quando si trasferisce da lui iniziano i problemi per la protagonista in quanto sembra essere perseguitata dal “fantasma” dell’ex moglie di Maxim, Rebecca, la quale è deceduta poco tempo prima. Tutti non fanno altro che menzionarla e paragonarla a lei, in particolare la governante, la quale cerca in tutti i modi di mettere zizzania tra lei e il marito in quanto ossessionata dall’ex moglie di lui. Man mano che passa il tempo la verità sulla idolatrata storia d’amore tra Maxim e Rebecca esce fuori e si verranno a sapere numerosi retroscena sulla coppia e sulla morte della donna.

La storia si presenta come un period drama dalle tinte thriller in cui una protagonista senza nome rimane vittima di un gruppo di persone affezionate all’ex moglie di Maxim, Rebecca. In ogni parte della casa vede lei, la sua immagine o il suo zampino, tutti non fanno altro che ricordarla e paragonarla e lei sottolineando i suoi difetti. Tutti sembrano essere ossessionati da Rebecca, una donna misteriosa e piena di segreti che ha condotto una vita di facciata secondo cui era la donna perfetta nonchè il vero amore di Maxim, ma la verità, che verrà fuori man mano che la storia avanza, suggerisce tutt’altro.
La trama è ripresa bene anche se appare un po’ troppo dilatata, da un lato per mostrare ciò che ha dovuto passare la protagonista, i lunghi tormenti psicologici, ma dall’altro probabilmente per allungare un po’ il brodo. Passi lo scopo del mostrare i tormenti, la sceneggiatura non riesce sempre a coinvolgere e proprio per questo la suspense è poco sentita.

La scenografia e i costumi sono interessanti mentre la recitazione è valida ma non eccellente. Ad emergere c’è Kristin Scott Thomas, la quale interpreta egregiamente la governante, mentre Armie Hammer e Lily James non riescono a ricoprire benissimo i ruoli loro assegnati. Armie Hammer in particolar modo è fin troppo ingessato, mentre Lily James sembra quasi sempre frenarsi nei panni della protagonista.

Nel complesso il film non è male ma allo stesso tempo non entusiasma e convince al 100% in quanto ogni comparto non ha dato il meglio di sè e si è frenato aspirando al “passabile” e non all’eccellente.

CONTENUTO:3.5
PIACEVOLEZZA:3
SCORREVOLEZZA:3
RECITAZIONE:3
ORIGINALITA’:2.5/3
VOTO MEDIO:3
-Jade

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