Recensione film Nope di Jordan Peele

Jordan Peele è senza alcun dubbio uno dei più grandi registi horror degli ultimi tempi e, se continua su questa scia, anche di sempre, ma come per ogni regista ha pure un film un po’ deludente sul suo curriculum e in questo caso si tratta di Nope.

Emerald “Em” Haywood e il fratello Otis detto OJ cercano di mandare avanti l’azienda di famiglia dopo che il padre muore in maniera inspiegabile e improvvisa: una monetina cade dal cielo e lo colpisce proprio nell’occhio. Mentre OJ si occupa di addestrare i cavalli per i set cinematografici e televisivi, Em prova a sfondare nel mondo di Hollywood facendo pubblicità all’azienda, almeno fino a quando uno dei loro cavalli si ribella e porta l’impresa all’allontanamento delle scene.
I problemi finanziari portano OJ e Em a considerare di vendere i cavalli a Ricky “Jupe” Park, ex attore di successo sopravvissuto a un massacro da parte della costar e scimpanzé Gordy e ora proprietario del Jupiter’s Claim, un parco a tema western.
Una notte, però, in seguito a un blackout i cavalli sembrano reagire in modo strano a qualcosa, cosa che OJ scoprirà essere una strana creatura a forma di UFO che divora i cavalli e spunta materia inorganica, la stessa che sembra aver ucciso suo padre. I fratelli chiedono aiuto Angel Torres, un dipendente di un negozio di elettronica, e Antlers Hoist, che si occupa invece di riprese e fotografie, in quanto vorrebbero riprendere la creatura, soprannominata Jean Jacket. Non tutto però va per il verso giusto poiché scoprono che la creatura odia essere guardata in maniera diretta, motivo per cui, per riuscire nell’impresa, dovranno sfruttare tutte le loro conoscenze sugli animali.

Nope è un film che ha parecchio diviso il pubblico per via della fama del regista. C’è chi prova a cercare numerose interpretazioni al suo interno e chi lo vede così com’è, un film banale che poteva essere scritto meglio. L’intento da parte del regista di dare al film un significato più profondo sicuramente c’era, soprattutto visto e considerato che ci sono quasi sempre delle tematiche specifiche o addirittura delle morali dietro i suoi film.
Lo stesso versetto biblico iniziale «Ti getterò lordure, ti renderò spregevole e ti esporrò alla berlina.» sembra suggerire che ci sia una seconda chiave di lettura, ma di fatto questa sembra più letterale che altro. La creatura, Jean Jacket, getta effettivamente delle lordure, della materia inorganica e superflua, addosso a chi osa sfidarla o sulle “scene del delitto”. Il verso biblico, però, pare più riferirsi all’intento dei due Haywood, che effettivamente vorrebbero fare proprio questo a Jean Jacket provando a immortalarla.

Sicuramente una tematica che il regista ha voluto presentare è quella del rapporto uomo-animale, sia attraverso l’azienda degli Haywood, sia attraverso la creatura che con la storia di Gordy e Jupe. Sin dall’inizio gli Haywood provano a esporre la creatura, a riprenderla e infine a sottometterla come se fosse uno dei cavalli, ma anche Gordy è in fondo sottomesso e, non essendo comunque umano, impazzisce allo scoppio di un palloncino, come se fosse stanco di essere costretto a fare cose per conto degli esseri umani per cui lavora. La creatura stessa è territoriale come qualsiasi altro animale, ma l’uomo spera di poter sottomettere anche questa gigante specie aliena, come se gli umani siano gli unici “superiori” e non facessero le stesse cose degli animali che talvolta definiscono come “mostri” o imperfetti.
Il film parla anche di quanto sia sbagliato il sensazionalismo, il voler riprendere e umanizzare per forza qualsiasi cosa, dimenticando che però si tratta di altre specie, non adatte sicuramente all’essere forzate a “lavorare” come gli umani. Non a caso sia uno dei cavalli che Gordy e la creatura impazziscono durante delle riprese, come se si volessero ribellare non solo agli umani in quanto specie, ma proprio a quella costante ricerca di sensazionalismo, anche nello sfruttamento.
Queste sono ad esempio delle possibili chiavi di lettura, ma sono da prendere molto con le pinze in quanto, per comprenderle, si deve scavare a fondo, un po’ troppo a fondo, dato che film le presenta entrambe con estrema superficialità.

Sembra come se il film, chiaro omaggio a vecchie opere fantascientifiche, volesse essere qualcosa di più ma non riuscisse ad andare oltre all’apparenza, rimanendo più sensazionalista che altro.
Visivamente, però, il lungometraggio è favoloso e Keke Palmer e Daniel Kaluuya riescono a calarsi perfettamente nei panni dei diametralmente opposti fratelli Haywood.

Al momento Nope è l’opera più debole di Peele e purtroppo provare a leggere al suo interno qualcosa di più di un banale film fantascientifico è veramente superfluo. Un vero peccato perché tecnicamente è un film molto valido, ma la sceneggiatura, stavolta, è un po’ troppo piatta e superficiale.

CONTENUTO:3
PIACEVOLEZZA:2.5
SCORREVOLEZZA:3
RECITAZIONE:3.5
ORIGINALITA’:2.5/3
VOTO MEDIO:3
-Jade

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