Recensione film Gone baby gone di Ben Affleck

Gone baby gone è il primo lungometraggio diretto da Ben Affleck ed è basato sull’omonimo libro di Dennis Lehane. Protagonisti sono una coppia di giovani detective, Patrick Kenzie e Angie Gennaro, incaricati di trovare Amanda, una bambina da poco scomparsa e di cui si sono perse le tracce. Accompagnati da due poliziotti, Remy Bressant e Nick Poole, scoprono presto che la madre, una cocainomane, fa parte di un gruppo di corrieri della droga che lavorano per un noto spacciatore. Tutto sembra ricondurre a quest’ultimo come colpevole e così i detective provano a fare un accordo con lui. La sera del negoziato, però, avviene una sparatoria in cui lo spacciatore perde la vita e si trova il giocattolo di Amanda nello stagno della cava. Pur non essendo stato trovato il corpo tutti credono che Amanda sia morta, almeno fino a quando un anno dopo un altro bambino della zona viene rapito da un molestatore di bambini. Durante le indagini Patrick capisce che qualcosa non torna e che forse tutte le tracce conducono ad un punto morto per un motivo: qualcuno della polizia vuole impedire a loro due di trovare la bambina.

Ben Affleck dirige il fratello Casey in questo film appartenente al genere dell’hard boiled. Ambientato nella periferia di Boston, questo poliziesco mostra la realtà nuda e cruda dei bassifondi tra droga, violenze e rapimenti, il tutto secondo il punto di vista di Patrick Kenzie, interpretato da un distaccato Casey Affleck. Quest’ultimo è classico “detective di periferia”, un giovane con contatti locali nei bassifondi e non molto apprezzato dalla polizia. I poliziotti, d’altro canto, vengono visti come figura negativa un po’ perchè si seguono le caratteristiche del genere un po’ per stereotipo.

I personaggi, al di là dei poliziotti, sono piatti e scontati, alcuni al limite dell’inutilità. Il moralmente grigio Patrick è l’unico il cui carattere è vagamente delineato mentre gli altri, soprattutto le donne e i poliziotti, sono meri stereotipi.
Le donne sono forse i personaggi più inutili e piatti e sono sempre viste in chiave quasi misogina. Angie, ad esempio, si rivela una detective incapace e serve solo come bella spalla del protagonista, non essendo di alcun aiuto nelle indagini. Helene, la madre di Amanda, è invece una figura totalmente negativa, la classica madre degenere che pensa solo a se stessa. Mentre Michelle Monaghan punta sulla monoespressività Amy Ryan, invece, dà prova di essere un’abile attrice interpretando il complesso ruolo di Helene e cercando di darle maggiore spessore laddove una sceneggiatura incompetente non riesce.

Gone baby gone è un film discreto ma troppo scontato, il classico thriller con colpi di scena prevedibili e ricco di stereotipi. Affleck vuole creare un hard boiled ma, di fatto, fa solo un elenco di clichè e li mette assieme, realizzando un lungometraggio lungo ma senza sostanza.

CONTENUTO:2.5
PIACEVOLEZZA:2
SCORREVOLEZZA:2.5
RECITAZIONE:2.5/3
ORIGINALITA’:1.5
VOTO MEDIO:2.3
-Jade

FILM DA OSCAR:
Agli Oscar 2008 Amy Ryan è stata candidata come Miglior attrice non protagonista per questo film.

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