Recensione film Bottoms di Emma Seligman

Emma Seligman torna a dirigere un nuovo film con Rachel Sennott, stavolta con quest’ultima nei panni sia di sceneggiatrice che di attrice co-protagonista.

PJ e Josie sono due ragazze lesbiche che danno la colpa della propria impopolarità al fatto che siano a detta loro “brutte e senza talento”. Le due vivono in una scuola fortemente maschilista dove il football è venerato e dove tutti mentono pur di avere successo. Pur di conquistare le ragazze popolari di cui sono innamorate, PJ e Josie sfruttano un pettegolezzo su di loro per proporre la creazione di un fight club solo femminile per potersi difendere dai ragazzi della propria scuola e da quelli di quella rivale, i quali sono ritenuti estremamente violenti. Non tutto va però per il verso giusto e, come se non bastasse, le due scoprono che ogni volta che le due scuole rivali si incontrano avviene un omicidio.

Bottoms è un film che parte da un’idea valida, cioè quella di criticare l’ipocrisia della società e in particolar modo del patriarcato. La squadra di football e il suo capitano, Jeff, vengono venerati come divinità e gli uomini trattano male le ragazze rivolgendo loro attenzioni indesiderate e trattandole semplicemente come dei trofei da mostrare. Proprio quando Isabel, la cotta di Josie nonché ragazza di Jeff, ha un alterco con il proprio ragazzo le due protagoniste capiscono che devono potersi difendere e hanno l’idea di fondare questo fight club. Tutti sono talmente disinteressati alla questione femminile che uno dei loro insegnanti approva l’idea nonostante ci sia di mezzo della violenza, violenza che però diventa il simbolo di ribellione delle ragazze tanto che sfoggiano le ferite come se fossero dei premi. La loro emancipazione dunque inizia con questo club e da qui aumenta anche la solidarietà femminile, prima messa da parte a causa della forte competizione voluta dagli uomini della scuola. Nascono dunque amicizie e amori, anche se dopo un po’ le verità nascoste dalle protagoniste e dagli altri vengono a galla e creano degli ostacoli.

L’idea e tutta la critica che c’è dietro al film sono dunque estremamente buone, ma purtroppo la sceneggiatura di per sè è poco coerente e fin troppo demenziale. Soprattutto verso la fine si ha un’escalation di eventi demenziali e decisamente fuori dal normale che rendono il film un po’ trash nonostante il simbolismo dietro. Tutta la trovata dell’omicidio, che tra l’altro non è stata per niente approfondita, sembra buttata lì a caso e sia questa che lo sviluppo del “fight club” potevano essere scritti meglio. I dialoghi sono pure spesso un po’ troppo demenziali e poco efficaci e realistici, in particolare quelli di PJ che è un personaggio decisamente particolare nonché l’opposto della coprotagonista e migliore amica Josie.

Rachel Sennott ha fatto un buon lavoro con PJ anche se la sua interpretazione “overexpressive” unita all’eccentricità del proprio personaggio hanno reso quest’ultimo ancora più difficile da tollerare e poco realistico. Ayo Edebiri è stata pure in gamba anche se il suo personaggio risulta un po’ insignificante, mentre gli altri attori sono stati abili nonostante l’eccentricità dei rispettivi personaggi, tra cui in particolare quello di Jeff.

Bottoms è dunque un film con una buona morale dietro ma con una sceneggiatura che punta troppo all’apparenza e poco alla sostanza, come se non si scavasse mai effettivamente a fondo sul significato dietro all’opera e con dei dialoghi e situazioni talvolta fin troppo assurdi e demenziali che non sempre si sposano bene con l’intento della regista.

CONTENUTO:2.5/3
SCORREVOLEZZA:2.5/3
PIACEVOLEZZA:2
RECITAZIONE:3
ORIGINALITA’:3.5
VOTO MEDIO:2.8
-Jade

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