Recensione film Benvenuti a Marwen di Robert Zemeckis

Robert Zemeckis è uno dei più grandi registi di sempre, a testimoniarlo la sua filmografia che spazia tra i generi più disparati, dalla fantascienza, al thriller, al biografico ai film d’animazione. Ancora una volta Zemeckis osa e si reinventa dando vita a Benvenuti a Marwen (Welcome to Marwen), un’opera tra la biografia e il fantastico ispirata alla storia vera dell’artista Mark Hogancamp.

Mark Hogankamp è un fotografo che, in seguito a un pestaggio in un bar dopo aver detto da ubriaco che gli piacevano le scarpe da donna, perde la capacità di parlare, camminare e la memoria. Grazie a un percorso riabilitativo riesce in parte a recuperare la sua normale vita, ma ancora gli manca qualcosa. Solo quando costruisce un villaggio di nome Marwen capisce di aver ritrovato la sua vena artistica, esprimendola tramite la fotografia e il ricreare avventure ispirate alla propria vita precedente.

La storia ha un fascino particolare. Mark è un po’ un Forrest Gump, un protagonista inizialmente insignificante ma che assume spessore con l’avanzare della storia. In entrambi c’è uno spirito di adattamento, una voglia di reinventarsi innata, cosa che li rende unici e speciali a modo loro. Mark, ad esempio, pur soffrendo di amnesia riparte da zero grazie al villaggio fittizio di Marwen, ricreando tramite delle bambole (ispirate pure a persone reali) delle avventure che sono tra il fantastico e il reale in quanto basate parzialmente su parti reali. Lui è un eroe atipico, un soldato della seconda guerra mondiale con delle scarpe femminili, un uomo che, almeno lì, riesce ad esprimersi al 100% senza essere giudicato.

Passare dalla tecnica dello stop-motion al live action non è roba da poco, ma entrambe le tecniche sono fatte in maniera splendida grazie sia a coloro che si sono occupati della prima che agli attori per la seconda. Steve Carell è un attore grandioso che riesce a interpretare un ruolo serio/semiserio quanto uno comico e lo ha dimostrato numerose volte nella sua carriera. Il resto del cast è di contorno, sì, ma riesce comunque a supportare Steve Carell e il suo personaggio in tutto e per tutto.

Benvenuti a Marwen è una biografia speciale che va vista almeno una volta nella vita. E’ come se Burton si fosse unito a Zemeckis e avessero generato un film “figlio” delle loro due menti e dei loro stili. Da guardare? Assolutamente sì.

CONTENUTO:3.8
PIACEVOLEZZA:3.5
SCORREVOLEZZA:4
RECITAZIONE:3.5
ORIGINALITA’:4
VOTO MEDIO:3.8
-Jade

Lascia un commento