Recensione film Assassinio sull’Orient Express – 1974

Assassinio sull’Orient Express (Murder on the Orient Express) è stato uno dei libri di maggior successo di Agatha Christie. Infatti, nel 1974 usciva il primo film tratto dal romanzo, seguito negli anni successivi da varie altre rappresentazioni.
Il film è stato diretto da Sidney Lumet e Poirot è interpretato da Albert Finney.

Nel 1930 viene rapita la piccola Daisy Armstrong che, qualche tempo dopo, viene trovata morta.
La madre Sonia muore di parto con il nascituro, mentre il padre e la giovane domestica, ingiustamente sospettata di complicità, si suicidano.
L’assassino, individuato e catturato, viene processato e condannato a morte. Purtroppo, però, quello non è il vero assassino, che invece riesce a scappare rimanendo impunito.
Dopo 5 anni, Poirot è in viaggio verso Londra sull’Orient Express e si trova tra le mani un omicidio che sembra sia stato effettuato da una persona scappata dal treno in corsa. L’uomo ucciso è in realtà Cassetti, ricercato per il rapimento e l’uccisione di Daisy Armstrong.

Titoli di giornali, video di un rapimento, filmati in bianco e nero dei coniugi Armstrong. Ecco come si apre il film, mostrando il tragico caso Armstrong che parla di una bambina rapita da dei Gangster italo-americani guidati da Cassetti.
La notizia ha fatto il giro del mondo, arrivando anche sotto gli occhi dell’ispettore Poirot che a 5 anni di distanza, trova il corpo morto di Rachett nella cuccetta del treno accanto al suo.
Grazie a molta scaltrezza utilizza un foglietto bruciato, riuscendo a leggere Aisy Arm prima che venga distrutto del tutto. Insieme al Signor Bianchi e al dottor Constantine, dove aver appreso che il biglietto faceva riferimento al caso Armstrong e aver collegato l’identità del signor Rachett a quella di Cassetti, Poirot inizia ad ascoltare i differenti alibi delle altre persone del vagone.

Poirot è belga e lo ribadisce ogni volta che qualcuno fa riferimenti alla Francia.
Purtroppo l’aspetto non può aiutarlo tanto visto che è tarchiato e basso, con i baffetti all’insù ben curati e qualche parola ogni tanto in francese.
Il fatto che abbiano dato dei modi così allegri, spensierati e un linguaggio accurato ma scherzoso è stato un fattore in più per rendere partecipe lo spettatore. Nel libro non ho riscontrato questo aspetto di Poirot ad esclusione di qualche frase dai toni leggeri o frecciatina, malgrado la situazione in cui si trovavano.

Non abbiate paura della durata di quest’ultimo in quanto (nonostante io l’abbia visto con una connessione scadente) è un film abbastanza scorrevole. Se devo dire la verità mi aspettavo di peggio in un film del 1974 ma i miei dubbi sono crollati. Scusate, sono stata una persona molto prevenuta.
Oltre gli aspetti di Poirot che ho elencato prima, questo film vanta delle “scenette” durante l’interrogatorio per dimostrarci che cosa hanno fatto le altre persone. Inoltre,durante la ricostruzione dei fatti, si potranno vedere delle scene inedite e dei flashback che vanno a raccontare l’omicidio e il suo movente.
Mi è piaciuto moltissimo questo aspetto dato che ha reso le cose molto più interessanti, soprattutto all’inizio quando vengono presentati allo spettatore i vari viaggiatori del vagone.
Vederli arrivare dalla stazione e dirigersi verso il treno, con il controllore che annuncia i loro nomi e le postazioni è un buon modo per introdurceli.

Sono solo piccoli dettagli che non gravano la situazione. Ho visto molti film dove anche la protagonista viene cambiata.
Questi dettagli sono insignificanti e ci si può passare sopra tranquillamente.
Vi consiglio vivamente questo film anche perché l’ultima mezz’ora è stata incredibile. Poirot ipotizza due probabili avvenimenti e moventi, per il quale Ratchett sia stato ucciso.
Quelle scene sono una vera bomba, esattamente come il libro.

Concludo dicendo che questo film è un ottimo modo per passare una sera annoiati. E’ fantastico e incredibile, e ve lo dice una che guarda solo i film fantasy. Vi consiglio di non saltare nessuna fase e di ascoltare attentamente i dialoghi, soprattutto per chi non conosce il libro.

PARAMETRI
CONTENUTO: 4,5/5
RECITAZIONE: 4
PIACEVOLEZZA: 5
BONUS
DOPPIAGGIO: 3,5
ORIGINALITA’ DEL CONTENUTO: 3,5
SOUNDTRACK: 4
VOTO MEDIO: 4,5

– Sophie Robin Kendrick­

Anche se è un buon film, alcuni dettagli sono stati modificati. Qui sotto c’è la lista delle cose diverse dal libro.
Attenzione, per chi non ha visto il film o letto il libro, potrebbero esserci degli SPOILER
(Si ringrazia Wikipedia per questa lista)
Differenze rispetto al romanzo

  • Nel libro la vicenda del rapimento di Daisy Armstrong si conosce solo dopo il delitto; nel film si vedono dei titoli giornalistici all’inizio che la riassumono.
  • Nel film il direttore della compagnia è Mr. Bianchi, italiano; nel libro M. Bouc, belga.
  • Nel film, il maggiordomo di Ratchett si chiama Edward Beddoes, che sostituisce l’Henry Masterman del libro.
  • Nel libro, il primo esame del cadavere è effettuato da Bouc e dal dr. Constantine; nel film il cadavere viene scoperto da Poirot, Pierre-Paul Michel e il maggiordomo.
  • Nel libro compare un conduttore dalla voce femminile che nel film è stato tagliato.
  • Le rivelazioni che nel film sono pronunciate dalla principessa Dragomiroff, nel libro sono fatte dalla sua cameriera Hildegarde Schmidt.
  • La signora Hubbard, nel libro, parla sempre di sua figlia; nel film invece parla sempre del secondo marito
  • Nel libro la contessa Andrenyi non fa parte della scena del delitto, dato che i giudici e le pugnalate dovevano essere 12 non 13. Nel film la cosa viene risolta abilmente facendo sferrare un’unica pugnalata congiunta da parte della contessa Andrenyi e di suo marito.
  • Nel film Poirot racconta a Bianchi che l’assassino materiale di Daisy fu preso e condannato a morte, ma solo alla vigilia dell’esecuzione fece il nome del suo capo, Cassetti, ormai sparito col denaro del riscatto. Nel libro, invece, Cassetti comandava una vera e propria banda, che era specializzata nel rapimento di bambini, e fu arrestato per la morte di Daisy, riuscendo poi a farsi assolvere per un vizio di forma. Siccome però l’opinione pubblica sapeva che era comunque lui il colpevole, il criminale cambiò nome e fuggì dall’America.
  • Nel libro, Gino Foscarelli si chiama Antonio Foscarelli.

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