Recensione I promessi sposi di Alessandro Manzoni

Editore: Vari, quello in foto è Bur
Anno di pubblicazione:1840-42 edizione rivisitata e moderna
Pagine:variano in base all’edizione

Alessandro Manzoni è senza dubbio uno degli autori più odiati in Italia a causa di un ripetitivo sistema scolastico che propone lo studio ossessivo-compulsivo di quest’ultimo. Essendo riproposto in loop lo studio dell’autore e, soprattutto, dei Promessi Sposi, in molti evitano come la peste Manzoni a meno che non siano costretti a studiare lui e la sua opera passo per passo, cosa che avviene almeno tre o quattro volte nella vita dell’alunno italiano. Ma Manzoni e I promessi sposi meritano davvero tutto quest’odio?

La risposta, ebbene, è no. Dopo tanto tempo mi sono decisa a leggere questo bel mattoncino da molti temuto e evitato e, per molti aspetti, è stata una vera sorpresa.

Partiamo dal genere. Quello che noi oggi diamo per scontato allora non lo era, tanto che I promessi sposi è stato il primo romanzo vero e proprio di successo in Italia, ai tempi ancora non molto all’avanguardia ed ancorata sul classicismo. I promessi sposi sono un esempio perfetto di romanzo storico, all’estero oscurato dall’Ivanhoe di Sir Walter Scott, colui dal quale Manzoni ha preso spunto per il genere. Spinto dal successo di quell’autore, infatti, Manzoni ha deciso di creare un romanzo storico ambientato in Italia intitolato Fermo e Lucia, i cui protagonisti non erano i nobili condottieri o gli aristocratici o i reali di cui la storia ha sempre trattato, ma delle persone umili appartenenti al ceto medio-basso,seguendo il criterio dell’autore fonte d’ispirazione.

Dopo lunghi rimaneggiamenti Fermo e Lucia è diventato quello che noi oggi chiamiamo I promessi sposi, ovvero la sua versione molto più leggera. Basti pensare che all’inizio la storia della monaca di Monza era un romanzo nel romanzo e che c’erano digressioni molto più lunghe di quelle già mal sopportate nel libro attuale.

La trama è ben delineata nel contesto storico del Seicento e vede come protagonisti Renzo e Lucia, una coppia di giovani innamorati alla quale è impedito di sposarsi per via dei capricci di un signorotto locale di nome Don Rodrigo, il quale si era precedentemente invaghito di Lucia. Da qui iniziano le peripezie a quasi tutti voi note che culminano con un lieto fine non troppo prevedibile.

La trama, anche se oggi si potrebbe reputare scontata, è in realtà originalissima. Il contesto storico è usato alla perfezione ed è curato nei minimi dettagli, anche se forse fin troppo: le digressioni, come ad esempio quella sulla peste, spesso occupano interi capitoli o quasi, rendendo la lettura più ostica e interrompendo la continuità della trama. Per quanto tutti questi excursus siano interessanti, spesso sono fin troppo dettagliati e prolissi, tanto da rendere I promessi sposi qualcosa di simile a un trattato storico. Proprio per questo molti lettori, me compresa, rischiano di perdere l’attenzione e tendono ad annoiarsi, aspettando quello che è il vero e proprio proseguimento della trama. Insomma, queste digressioni possono essere paragonate alle pubblicità durante i film in tv: interessanti ma ridondanti e fin troppo lunghe.

Dietro il contesto storico del Seicento, però, si nasconde la realtà italiana dell’Ottocento: gli Spagnoli sono gli Austriaci, il tumulto di S. Martino, conosciuto come “rivolta del pane”, ricalca i tumulti da parte dei contadini e delle persone appartenenti ai ceti medio-bassi della società all’epoca di Manzoni e così via.

Ma I promessi sposi non sono solo un romanzo storico, ma anche uno di formazione. Questo lo si può notare soprattutto tramite i personaggi, i quali rappresentano una determinata morale o tendono a modificare in positivo il loro comportamento durante la storia. Prendiamo Renzo: da giovane impulsivo e rissoso matura e diventa più tranquillo, l’Innominato da uomo senza fede e cattivo diventa devoto e gentile, la monaca di Monza, Don Rodrigo e Don Abbondio hanno quello che si merita e Lucia… ah, no, Lucia rimane sempre la stessa persona insopportabile che era all’inizio del libro.

I migliori personaggi sono senza alcun dubbio quello di Renzo, che durante il romanzo passa da un giovane ragazzo a un uomo maturo, e quello della monaca di Monza, personaggio realmente esistito. I tre capitoli sulla monaca di Monza/Gertrude valgono da soli il motivo per cui leggere assolutamente questo romanzo, in quanto la storia della povera suora riesce a toccare qualunque lettore, idem per quella della povera Cecilia, che costituisce la parte più struggente dell’intero libro.

I personaggi, dunque, sono caratterizzati tutti più che bene, fatta eccezione per Lucia, facente parte delle uniche due cose veramente odiate di questo libro. Perchè tutti, eccetto Don Rodrigo e quel poveraccio di Renzo (che stava per prendere un infarto appena lei stava per rifiutare il matrimonio), odiano Lucia?

Beh, senza dubbio perchè è uno dei personaggi più piatti mai creati nella storia della letteratura, al punto da essere un rivale “antico” di Bella Swan. Va bene che è la rappresentazione della Provvidenza, ma non matura nemmeno un po’!

I promessi sposi è da tutti i punti di vista un romanzo completo. Non manca la comicità, creata ad hoc tramite l’ironia dell’autore, e non mancano neanche i momenti struggenti come quello sopracitato sulla morte di Cecilia. Per non parlare delle storie dei vari personaggi presenti nel libro e le scene con Don Abbondio, personaggio simpatico quanto odioso.

Lo stile e il tono adoperati sono medi, in quanto l’autore nè usa una comicità demenziale e uno stile eccessivamente volgare (inteso come popolare/basso), nè risulta artificioso e tragico o melenso nello scrivere come i membri dell’Arcadia (movimento solo di poco più utile a quello del Petrarchismo, ma solo perchè da essa sono uscite grandi menti).

Per quanto riguarda la lingua non c’è nulla da dire, dato che è grazie a lui se esiste l’italiano come lo conosciamo ora e non un semplice miscuglio di dialetti.

Anche se so che ci sono moltissime altre cose da dire a riguardo, vorrei concludere qui dicendo che I promessi sposi è un romanzo che deve essere letto almeno una volta nella vita e che, anche se risulta noioso in molte parti, ha molto da insegnare e trasmettere e una storia che, se si sta attenti e non si legge tanto per, riesce anche a prendere.

CONTENUTO:4
ORIGINALITA’:4.25
SCORREVOLEZZA:2.5/3
PIACEVOLEZZA:3
STILE:4.25
VOTO MEDIO:3.62

-Jade

Lascia un commento