Recensione Encanto di Byron Howard e Jared Bush

Con un ritmo coinvolgente Encanto, diretto da Byron Howard e Jared Bush, porta lo spettatore nelle terre nascoste della Colombia per conoscere la famiglia più sorprendente di sempre.
Sessantesimo classico Disney, Encanto segue l’avventura di Mirabel che prova in ogni modo a ripristinare l’armonia all’interno della famiglia, armonia rovinata da tempo sotto il controllo maniacale e perfezionista di Alma Madrigal.

Anni addietro in Colombia un conflitto armato costringe Alma Madrigal insieme al marito Pedro e i suoi tre gemelli appena nati ad abbandonare la loro casa per cercare un posto sicuro. Purtroppo durante il pericoloso viaggio Pedro si sacrifica per proteggere la sua famiglia, lasciando sola Alma che nel dolore più totale viene benedetta da un miracolo che crea una landa protetta dalla magia e dona dei poteri ai suoi tre figli e ai loro futuri discendenti.
Con il passare degli anni, la famiglia Madrigal prospera insieme al villaggio e il miracolo affida ad ogni membro Madrigal un dono speciale tranne che a Mirabel. Quest’ultima, ormai quindicenne, cerca di sopperire alla mancanza del suo dono rendendosi utile e aiutando e confortando chiunque ne abbia bisogno. Quando il cugino più piccolo riceve il suo dono, Mirabel si sente ancora una volta esclusa e insignificante anche a causa dell’influenza della nonna, la quale si mostra sempre insofferente nei suoi confronti e la esclude da qualsiasi cosa riguardi la famiglia, trattandola male e incolpandola di ogni piccolo errore. Durante i festeggiamenti del dono di Antonio qualcosa di strano avviene e Mirabel è l’unica ad accorgersene: la fiamma perenne simbolo dell'”encanto” della famiglia Madrigal sembra spegnersi e con essa la magia della casa e della famiglia.
Pur non venendo creduta da nessuno Mirabel va alla ricerca del problema e cerca di aiutare i membri della famiglia, i quali portano il peso di soddisfare le aspettative che l’abuela ha di loro. Aiutata dal ritrovato zio Bruno, il quale era stato escluso per via dei suoi poteri considerati portatori di sventura, Mirabel cercherà di riportare la magia all’interno del villaggio e capire i motivi per cui essa sta scomparendo, il tutto trovando finalmente ciò che cercava da tempo: un ruolo all’interno della propria famiglia.

Aspettato da molto tempo e accolto a braccia aperte, Encanto appare come un semplice film pieno di colori brillanti, melodie travolgenti e personaggi particolari.
In pratica il classico film per il piccolo pubblico ma che si rivolge anche ad una mente più adulta stregandola con i temi trattati.
La Disney ha adottato già da tempo uno stile diverso per i suoi protagonisti via via che il mondo si evolveva e le generazioni andavano avanti. Principi e principesse sono state accantonati per far largo a diversi tipi di modelli che si adattano di più ai tempi moderni e nei quali i ragazzi possono immedesimarsi. Encanto infatti vede come protagonista la quindicenne Mirabel che, oltre ad essere goffa, ottimista ed amorevole viene sempre schiacciata dalla grandezza dei suoi familiari ed esclusa da sua nonna in quanto inutile ai suoi occhi.

Il film usa temi molto profondi quali l’inadeguatezza, la pressione familiare e la salute mentale che vengono collegati ai personaggi chiave del film come ad esempio Mirabel o Isabella.

Purtroppo, però, oltre a Mirabel ed Alma il resto dei personaggi non viene molto approfondito se non in minima parte Luisa, oppressa dalla responsabilità, e Isabella ,che deve apparire sempre perfetta agli occhi di tutti. Anche Bruno, personaggio molto qualificabile e con molto potenziale, ha avuto poche scene malgrado si credesse essere uno dei personaggi chiave della storia, se non il più importante.

Si accolgono con gioia però le canzoni create da Lin-Manuel Miranda, le quali riescono a coinvolgere lo spettatore con il loro buon ritmo, il significato dei testi e soprattutto con la canzone “We don’t talk about Bruno” che è il brano più ascoltato del film. Peccato che i testi in italiano non siano stati al livello di quelli inglese, svantaggiati anche da un doppiaggio stentato e poco studiato.

Bruno riferito al doppiaggio!

Margherita De Riti è stata molto brava nel ruolo di Mirabel ma lo stesso non si può dire di Diana Del Bufalo che non è riuscita a doppiare bene Isabella rendendola, con una vocetta infantile e fastidiosa, un personaggio poco interessate. Al contrario Alessia Amendola (Luisa) e Ilaria De Rosa (Dolores) hanno svolto un ottimo lavoro. L’unico che non sono riuscita ad inquadrare è Alvaro Soler il quale ha interpretato Camillo che già di sé aveva poche battute. Mi inchino invece a Luca Zingaretti che ha doppiato molto bene lo scaramantico Bruno.

Per fortuna una buona animazione, fluida e piena di colori ha aiutato ad equilibrare un po’ il flop derivato dai personaggi anche se non è una novità nel mondo Disney. Ad ogni modo sono più i temi che colpiscono ed emozionano, rendendo il film più interessante di quel che appare. Personalmente lo consiglio per il ritmo coinvolgente che presenta, sono sicura che gli amanti dei classici Disney apprezzerebbero molto questo film sebbene non abbia una trama originale.

FILM DA OSCAR:
Agli oscar 2022 il film ha vinto per la categoria miglior film d’animazione, ha inoltre ottenuto la candidatura per le categorie miglior colonna sonora originale e miglior canzone originale.

CONTENUTO: 4
PIACEVOLEZZA: 4
SCORREVOLEZZA: 4,5
DISEGNI: 5
ORIGINALITA’: 3,5/4
VOTO MEDIO: 4,25
-Sophie

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