Recensione DreadOut

DreadOut è un videogioco horror sviluppato dalla Digital Happiness che tratta il folklore indonesiano con una svolta “moderna”.

La protagonista del gioco è Linda, una ragazza che sta facendo una gita con dei compagni di scuola e l’insegnante miss Siska.
Inaspettatamente il gruppo trova la strada interrotta e ciò li spinge a proseguire a piedi verso la città più vicina. Scoprono che quest’ultima è deserta e che qualcosa non va, così tutti tranne Linda e Ira entrano in una scuola abbandonata. Quando escono da lì scoprono che uno di loro è scomparso e così rientrano dentro, ma qualcosa di malvagio separa Linda dai suoi amici e si impossessa di Ira. Linda dovrà cercare i suoi compagni e l’insegnante per la scuola e la città, ma dei fantasmi e degli esseri appartenenti al folklore indonesiano la ostacolano costantemente. Come unica arma di difesa possiede la telecamera del suo cellulare, la quale ha lo strano potere di “uccidere” i fantasmi se colpiti nel loro punto debole. Il suo cammino, tra l’altro, la porterà a scontrarsi con una donna con il vestito rosso, la quale sembra essere la responsabile del terrore e della desolazione che imperversa nella cittadina.

Fin dall’uscita della demo, questo gioco è stato molto criticato a causa della somiglianza che ha con Project Zero, un gioco horror di anni prima che ha fatto molto parlare di sè. Gli sviluppatori di DreadOut non celano un coinvolgimento della trama tanto che la protagonista Linda è fatta ad immagine e somiglianza di quella del gioco Project Zero.

La storia si divide in due atti. Il primo è ambientato a scuola e presenta una storia poco approfondita. Ci è dato sapere solo come siamo arrivati in quella cittadina e di come siamo stati rinchiusi dentro insieme a strane presenze. Neanche i collezionabili, che danno indicazioni su strani e spaventosi eventi accaduti in quella scuola come l’articolo di giornale che parlava di un suicidio di massa in una classe, aiutano a rendere chiara la situazione che si è scatenata in quella piccola città e l’unica cosa che si sa è che una signora vestita in rosso pare che sia la causa di tutto.
Il secondo atto invece è ambientato tutto all’esterno della scuola e qui si saprà il destino dei nostri compagni e della professoressa Siska. Proseguendo per la sua strada, Linda si ritroverà nell’imponente villa della donna in rosso. Affrontarla o no sarà a discapito del giocare in quanto verrà posto davanti a due scelte: scappare dalla città o mettere fine all’impero di terrore della donna. Questi finali porteranno a due diverse conclusioni, ma solo affrontare la donna in rosso e vincere rivelerà il vero finale e un piccolo spoiler del gioco successivo.

Linda è una liceale con il dono di poter vedere gli spiriti e di poterli scacciare tramite l’uso di una fotocamera. Non è molto caratterizzata in quanto non viene lasciato minimamente spazio per l’approfondimento dei personaggi all’interno del gioco, per cui, purtroppo, si sa poco in generale di tutti.

Come già accennato diverse volte, l’unico equipaggiamento (ad esclusione dei vari oggetti chiave degli enigmi) consiste nelle fotocamere dello smartphone e della macchina fotografica di Linda. I due oggetti non servono unicamente a scacciare gli spiriti , ma anche a svelare enigmi o passaggi segreti disseminati in tutto il gioco, alcuni fondamentali per proseguire nel gioco e altri necessari per ottenere collezionabili. Non lasciatevi scoraggiare dalla grandezza della mappa o dall’oscurità poiché quando sarete vicino ad un nemico, ad un oggetto o a qualcosa da svelare, il gioco darà un suggerimento facendo apparire un determinato colore (rosso per i nemici e ghiaccio per le altre cose) ai lati dello schermo. Naturalmente, però, dovrete esplorare la mappa nella sua interezza, cosa che vi consiglio di fare in quanto vi permetterà di conoscere meglio il mondo di gioco attraverso i collezionabili e la scoperta degli spiriti legati al folklore indonesiano.

La grafica di DreadOut è la cosa che attira maggiormente il giocatore. Sebbene non sia super realistica come quella di The last of us, il gioco presenta una grafica accettabile in cui tutti i personaggi del gioco sono abbastanza delineati e anche le ambientazioni sono fatte bene. Si perde un po’ la qualità solo nei minimi dettagli degli oggetti, nascosti in modo tattico dal buio che sovrasta il gioco.

Da gran fifona ma amante del brivido e degli horror personalmente considero DreadOut un buon gioco survival horror che nel tempo diventerà un cult accertato. Non mancano i jumpscare random che vi faranno venire un coccolone ma che riescono a farvi coinvolgere ancora di più.

CONTENUTO: 3,5/4
PIACEVOLEZZA: 3,5
GRAFICA: 3
MECCANICHE DI GIOCO: 3,5
BONUS
DIFFICOLTÀ: Molto facile
SOUNDTRACK: 2,5
DOPPIAGGIO: //
ORIGINALITÀ DEL CONTENUTO: 3
DIFFICOLTÀ PLATINO: Facile
VOTO MEDIO:3.5
N.B. La difficoltà viene indicata con i parametri Molto facile, Facile, Media, Difficile, Molto difficile, Impossibile (bonus).
N.B. 2 La difficoltà del gioco si riferisce a quella incontrata a “Normale”.
N.B. 3 Il contenuto comprende anche, se presenti, le missioni secondarie.
– Sophie

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