Recensione 911 – 3° Stagione

Dopo l’incidente e mesi di riabilitazione, Buck è pronto a tornare all’azione ma a seguito di uno sforzo eccessivo rischioso per la sua salute il capo Bobby decide di non includerlo nella sua squadra.
Sebbene Buck cerchi in ogni modo di andare avanti, i suoi pensieri ritornano al suo lavoro e ai suoi compagni di squadra e decide così di fare querela al team per essere riammesso. Purtroppo questo lo porta all’isolamento totale visto che ai suoi amici è vietato parlare con lui, ma sua sorella Maddie è sempre pronta a fargli capire i suoi sbagli promettendogli di non abbandonarlo più.
Eddie soffre poichè non può parlare con il suo migliore amico e ciò lo porta a sfogarsi in dei combattimenti illegali, anche se presto la situazione inizia a sfuggirgli di mano. Hen, invece, deve affrontare la depressione della moglie per la mancata gravidanza, mentre Chimney si ritrova a discutere con Maddie sui problemi che l’hanno accompagnato durante la sua infanzia e adolescenza e l’aver rivisto il fratellastro più giovane non lo aiuta come dovrebbe.
La squadra 118 dei vigili del fuoco deve affrontare i propri problemi ma l’unione tra di loro li spingerà come sempre alla soluzione.

L’aspetto positivo di questa serie consiste nei personaggi, i quali entrano nel cuore dello spettatore sin dal primo istante. Sebbene inizialmente siano partiti tutti da zero, come accade nelle serie tv di questa tipologia, trovo che l’evoluzione dei personaggi durante le stagioni procede bene tanto che anche i personaggi secondari come Chimney e Hen diventano principali e non più esclusi nell’arco narrativo.
Al tempo stesso Buck comincia ad abbandonare la stoltezza e l’aria da ragazzino smarrito che l’avevano accompagnato dal principio della serie, abbassando la cresta e accettando le decisioni dei suoi superiori.

Credo che gli sceneggiatori ci stiano prendendo gusto nell’utilizzare catastrofi ad inizio serie per movimentare la stagione. L’idea dello tsunami non è male considerata la zona in cui viene ambientata la serie e tende ad incuriosire lo spettatore, il quale vuole vedere come vengono sviluppate le cose e quale altra catastrofe si abbatterà sulla cittadina.
Un’altra nota positiva della serie è il fatto che ci sia sempre una soluzione a tutto, che ci sia sempre una luce in fondo al tunnel, cosa che fa capire che nonostante le difficoltà dei protagonisti tutto si possa risolvere.

Il cast continua a stupirmi sempre di più visto che riescono a far notare i cambiamenti interiori dei personaggi con molta facilità, in particolare Oliver Stark che è riuscito a stare al passo con i cambiamenti del proprio personaggio. Viene dato più spazio a Corinne Massiah e Gavin McHugh che come giovani figli dei protagonisti riescono ad inserirsi bene nel proprio ruolo.

Il dramma e l’azione che caratterizzano la serie riescono ad intrecciarsi bene all’interno della stagione senza risultare troppo pesanti, una caratteristica molto apprezzata. Queste due caratteristiche, unite all’evoluzione dei personaggi, confermano la piacevolezza della serie anche in questa stagione, la quale si rivela allo stesso livello delle due precedenti.

CONTENUTO: 4
PIACEVOLEZZA: 4
SCORREVOLEZZA: 4
RECITAZIONE: 4,5
ORIGINALITA’: 3,5
VOTO MEDIO: 4
– Sophie

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