Recensione videogioco Sherlock Holmes: Crimes and punishments

La figura di Sherlock Holmes non è presente solo nei libri e nelle trasposizioni ad essi dedicati, ma anche nei videogiochi. Nel corso degli anni la Frogwares ha dedicato al noto investigatore numerose avventure grafiche, tra cui Sherlock Holmes: Crimes and punishments, che si distingue dalle altre per alcune innovazioni nel gameplay.

All’interno del videogioco si rivestiranno i panni del geniale detective Sherlock Holmes, il quale si occuperà di sei diversi casi ambientati in luoghi differenti. L’investigatore dunque si sposterà da una location all’altra per indagare circa i misteriosi delitti, il tutto con l’aiuto del fidato Watson e del cane Toby. I casi sono: Black Peter (The Fate of Black Peter), Il treno (The Riddle on the Rails), Bagno di sangue (Blood bath), Abbey Grange (The Abbey Grange Affair), Il dramma dei Kew Gardens (The Kew Gardens Drama) e Half-moon (The Half-Moon Affair). Alla fine di ogni caso Sherlock si ritroverà a fare una scelta morale per cui si ritroverà ad assolvere o condannare il sospettato, modificando, anche se di poco, i vari “finali” dei casi.

Sherlock Holmes: Crimes and punishments è un’avventura grafica particolare, anche se un po’ troppo casual e guidata. Essa è ispirata palesemente a Delitto e castigo di Dostoevskij, da cui riprende il titolo e a cui sono dedicati numerosi easter egg e un vero e proprio omaggio in quanto Sherlock legge il libro in questione. A tal proposito, questa è la prima avventura grafica dedicata a Sherlock in cui non c’è un unico caso da seguire, ma sei frammentati, nonchè la prima in cui si possono fare delle mini scelte morali.

I casi sono molto diversi tra loro e hanno tutti varie ambientazioni, anche se alcuni ne avranno più di altre essendo più “lunghetti”. Tutti e sei sono fatti abbastanza bene anche se il gioco è fin troppo guidato e gli ambienti sono un po’ troppo limitati. I casi più intriganti sono Bagno di sangue e Il dramma di Kew Gardens, quelli più lunghi (assieme a Il treno e Half-moon) e più ispirati ai vecchi casi proposti dalla Frogwares. Sia al livello di indagini che di enigmi, questi sono i due più interattivi e complessi e al contempo affascinanti, mentre Half-moon, pur essendo quello più “complesso”, ha qualcosa che gli manca. Black Peter e Abbey Grange sono fin troppo corti come capitoli e sembrano essere stati messi come spezzoni, anche se paradossalmente sono quelli più ispirati a dei veri racconti tratti da Il ritorno di Sherlock Holmes.

All’interno di ogni caso dovrete indagare presso le varie scene del crimine nei panni di Sherlock. Per fare ciò dovrete interagire con gli ambienti, talvolta usando il talento della vista, che permette di visualizzare meglio alcuni dettagli, talvolta usando il talento dell’immaginazione, che permette invece di ricreare con la mente di Sherlock alcuni eventi.
Non solo si dovrà interagire con gli ambienti, ma anche con i personaggi, con i quali si potrà parlare per carpire ulteriori informazioni circa il caso.
Dopo aver interagito con persone e oggetti Sherlock dovrà fare delle deduzioni con gli indizi trovati, arrivando a possibili conclusioni (che dovrete scegliere voi) ed eventuali ricerche o esperimenti da fare. Nel corso dei casi, infatti, spesso sarete costretti a tornare a Baker Street per fare delle ricerche nella biblioteca di Sherlock, per chiedere aiuto a Wiggins o Toby (che impersonerete talvolta) e per fare esperimenti. Oltre a Baker Street, un altro luogo comune alla maggior parte dei casi sarà Scotland Yard, dove potrete interrogare i sospettati e esaminare alcune prove o i corpi delle vittime per ottenere altri indizi.
Trovando tutti gli indizi sarete in grado di ottenere tutte le possibili deduzioni e tutti i possibili finali del caso, anche se sarete voi a scegliere il finale e se il sospettato o i sospettati saranno da condannare o assolvere. Se sbagliate a scegliere il colpevole o se volete fare la scelta morale opposta non vi preoccupate in quanto potete riselezionare nuovamente il finale e fare la scelta che più preferite. Sarà il gioco stesso a indicarvi se avete ottenuto tutti gli indizi e se il colpevole è quello giusto, mentre per confermare la vostra scelta dovete semplicemente premere “continua” per passare al caso successivo. Il consiglio è quello di selezionare tutte le possibili sfere gialle e provare entrambi i finali giusti (assoluzione o condanna con il giusto colpevole) per ottenere vari trofei e per capire quale si confà maggiormente alle vostre scelte morali, anche se la variazione dei finali è veramente minima e molto guidata.

Non solo dovrete interagire con personaggi, oggetti e ambienti ma dovrete spesso anche risolvere degli enigmi e dei rompicapi, alcuni dei quali skippabili. Nel corso del gioco, infatti, vi incapperete in vari minigiochi che aumenteranno di difficoltà man mano che andate avanti. Sono quasi tutti abbastanza semplici e, soprattutto nelle prime battute, vi sconsigliamo di saltarli anche perché rendono il gioco più completo. Quando interagite con i personaggi, invece, non ci sono dei veri e propri enigmi ma ci saranno dei dialoghi-quick time events con la scelta giusta basata sugli indizi (che potete comunque consultare) e delle analisi dei personaggi, essenziali per sbloccare dei dialoghi aggiuntivi.

Il gameplay è dunque molto semplice e intuitivo, anche se forse lo è un po’ troppo, al punto che sembra quasi che sia il gioco a selezionare le cose giuste per te. Ciò toglie un po’ del divertimento in quanto il bello del gioco è proprio arrivare a capire da soli chi è il colpevole, mentre qui è tutto molto guidato. Non mancano i punti in cui ci si potrebbe arenare, per carità, però anche quelli sono facilmente risolvibili. Inoltre il fatto che la storia sia suddivisa in sei casi differenti da un lato aiuta in quanto sono tutti abbastanza brevi e dinamici, ma dall’altro non riesce a dare a nessuno di essi la complessità che un tipo di gioco come questo dovrebbe avere.

La grafica è buona e i personaggi sono fatti molto bene, cosa che però non si può dire del tutto delle animazioni, spesso un po’ legnose. Le ambientazioni, per quanto fatte bene, sono un po’ troppo statiche e dopo poco tempo ci si imbatte in muri invisibili, il che significa che le aree di gioco effettivamente esplorabili sono veramente piccole e circoscritte, un vero peccato per un gioco basato sull’esplorazione e l’investigazione.

Ottenere tutti gli obiettivi del gioco è molto semplice in quanto dovete semplicemente giocare ai vari casi trovando tutti gli indizi e il giusto colpevole, scegliere il finale che più vi compiace (magari giocando entrambi se alcuni eventi accadono solo in un finale) e fare la stessa scelta morale per ogni caso, interagire sempre con Toby, non skippare i rompicapi e le analisi dei personaggi, fare i giusti quick time events e selezionare tutti i possibili finali (sfere gialle) senza visualizzare il finale. Quest’ultimo è forse il trofeo più complesso in quanto senza una guida rischiate di dover rigiocare il caso più e più volte, specialmente il quarto dato che se non fate delle analisi sin da subito rischiate di non ottenere tutti i finali possibili.

Nel complesso Sherlock Holmes: Crimes and punishments è un gioco valido e piacevole ma fin troppo semplice, adatto a chi cerca un’avventura grafica poco impegnativa ma poco per chi cerca una sfida di ingegno e deduzione alla Sherlock Holmes.

CONTENUTO:3.8
PIACEVOLEZZA:3.8
GRAFICA:3.5
MECCANICHE DI GIOCO:3.5/4
BONUS
DIFFICOLTÀ: Molto facile
SOUNDTRACK:3
DOPPIAGGIO:5
ORIGINALITÀ DEL CONTENUTO: 4
DIFFICOLTÀ PLATINO: Molto facile
VOTO MEDIO:3.8
N.B. La difficoltà viene indicata con i parametri Molto facile, Facile, Media, Difficile, Molto difficile, Impossibile (bonus).
N.B. 2 La difficoltà del gioco si riferisce a quella incontrata a “Normale”.
N.B. 3 Il contenuto comprende anche, se presenti, le missioni secondarie.
-Jade

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