Recensione Un’azienda per gioco – Tutte le stagioni

Un’azienda per gioco (Some Assembly Required) è una sitcom per ragazzi composta da tre stagioni.

Jarvis Raines è un ragazzo che si ritrova senza una casa per colpa di un giocattolo della Knickknack Toys difettoso e denuncia la CEO dell’azienda trascinandola in tribunale. Vincendo la causa ed ottenendo l’azienda di giocattoli come risarcimento, Jarvis decide di assumere il suo migliore amico Bowie, la tecnologica Piper, la bella Geneva, lo spericolato “Knox” e l’amante della moda Aster per aiutarlo a mandare avanti l’azienda. Ben presto il gruppo di ragazzi si accorgerà che gestire un’attività non è uno scherzo ma insieme troveranno il modo per mandarlo avanti.

Un’azienda per gioco è la classica sitcom che pone un gruppo di ragazzi in situazioni bizzarre legate al mondo del lavoro e del marketing.
Il format di ogni episodio consiste in una classica giornata lavorativa in cui i personaggi si impegnano a portare avanti l’azienda e, sebbene la serie sia per bambini, all’interno vengono inseriti argomenti inerenti alla gestione di un’azienda come marketing, ricerche di mercato e vendite.

Il capo dell’azienda e protagonista principale è Jarvis, un ragazzo molto sincero ma al tempo stesso ingenuo. Viene affiancato da Bowie, usato principalmente per sdrammatizzare, l’amante della tecnologia Piper, la tanto bella quanto inutile Geneva, Knox lo spericolato e collaudatore dei giochi e Aster, il fashion designer che ama fare critiche poco costruttive agli altri.
Oltre questi ragazzi, la cui dinamica è molto divertente, c’è pure Cadence Wheeler, l’ex proprietaria dell’azienda che viene assunta come colf sotto mentite spoglie per cercare di sabotarli in ogni modo.
Sebbene sia divertente e carino vedere personaggi completamente differenti tra loro riuscire a lavorare serenamente, purtroppo essi mancano di caratterizzazione ed unicità e ciò rende loro e la serie abbastanza prevedibili.

Inoltre si nota facilmente come i giovani attori siano alquanto inesperti e l’uso di personaggi stereotipati purtroppo li penalizza ancora di più. Neanche Ellie Harvin, unica adulta nel ruolo di Candace, riesce a interpretare bene il proprio personaggio.

Personaggi a parte, però, la serie è molto divertente e carina da guardare, oltre che scorrevole. Come sitcom non è male e, se avessero aggiunto qualcosa all’infuori delle relazioni amorose per renderla più appetibile, forse avrebbe reso di più.

CONTENUTO: 3,5
PIACEVOLEZZA: 3
SCORREVOLEZZA: 3,5/4
RECITAZIONE: 2,5
ORIGINALITA’: 3,5
VOTO MEDIO: 3,3
– Sophie

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