Recensione The Witcher 3: Wild Hunt

Basata sui romanzi di Andrzej Sapkowski, la saga videoludica di The Witcher è divenuta maggiormente nota al grande pubblico grazie al terzo capitolo The Witcher 3: Wild Hunt. Premiato e acclamato dalla critica, tra l’altro meritatamente, è stato definito uno dei migliori giochi di questa generazione, ottenendo voti veramente elevati.

Come nei precedenti capitoli si rivestono i panni del protagonista indiscusso della saga, Geralt di Rivia. Quest’ultimo è un witcher (o strigo), ovvero un uomo che ha subito delle mutazioni tali da permettergli di avere maggiore forza, resistenza e poteri. Il witcher della scuola del Lupo stavolta dovrà salvare Ciri, la ragazza, “figlia” dell’imperatore, che ha cresciuto e allenato sin da quando era piccola assieme a Yennefer, una potente maga.
Ciri è importante in quanto una delle rare persone portatrice del Sangue Ancestrale, il quale non solo la rende più forte e veloce, ma le dà dei “poteri” che se finiti nelle mani sbagliate potrebbero portare alla distruzione più totale. Proprio a causa di questa sua caratteristica viene inseguita dalla Wild Hunt (Caccia Selvaggia) ed è quindi costretta a scappare da un luogo all’altro, cercando allo stesso tempo sistemare alcune questioni personali.
Geralt, che per lei è sempre stato una figura paterna, viene incaricato dall’imperatore di trovare sua figlia Ciri e così, grazie all’aiuto di alcuni personaggi storici della saga (sia letteraria che videoludica) come Yennefer, Triss, Zoltan e Dandelion, cercherà Ciri per tutto il mondo di gioco, raccogliendo man mano i pezzi di un puzzle più grande della semplice ricerca della ragazza.

The Witcher 3:Wild Hunt, cari lettori, è immenso. Questo è l’aggettivo più adatto a descrivere un gioco che è sia vasto dal punto di vista del mondo di gioco e delle quest, sia realizzato in maniera praticamente eccellente. La storia, apparentemente semplice, assume spessore grazie alle numerose quest secondarie adatte proprio ad approfondirla e grazie anche alla lore che c’è dietro. La ricerca di Ciri diventa dunque una piccola parte di un grande piano, in cui di mezzo ci sono relazioni, intrighi politici e nemici potenti.

La quest principale è lunga a sufficienza e permette di conoscere alcune delle parti fondamentali della storia, ma per capirla più a fondo è essenziale fare la maggior parte delle quest secondarie. Il mio consiglio è, infatti, di alternarle e di sbrigare a fare la maggior parte di quest’ultime, visto che spesso, essendo collegate alla trama, sono a scadenza. Uno dei punti cruciali è senza alcun dubbio la missione principale “L’isola delle nebbie”, dopo la quale sarà impossibile completare alcune missioni fondamentali come quelle legate agli interessi amorosi principali (Yen e Triss). Essa, infatti, segna la fine del primo Atto e da quel momento in poi lo scenario si farà ancora più complesso aggiungendo complotti e profezie importanti.

Un piccolo appunto da fare riguardo alle quest che definiscono la storia (principali e non) è però l’assenza di alcune spiegazioni su alcuni eventi, comprensibili solo da chi ha letto i libri o giocato agli altri giochi, e il mancato approfondimento di diversi personaggi, tra cui in primis quelli principali.
Chi come la sottoscritta ha giocato al terzo capitolo per primo, all’inizio si ritroverà confuso in quanto sa ben poco del mondo in cui si viene catapultati. Molte cose vengono date per scontate e una sorta di video introduttivo o parte introduttiva sarebbero serviti a spiegarle meglio, in modo da dare anche ai neofiti di questo franchise l’opportunità di capire meglio certe dinamiche e certi eventi.

Come accennato prima, lo stesso difetto si ritrova anche nella costruzione dei personaggi, i quali rappresentano quasi più uno stereotipo che dei personaggi a tutto tondo. Ad esempio i due pilastri della storia Yennefer e Triss vengono a malapena accennati e sono troppo poche le missioni che permettono di conoscerle. Le romance con loro, dunque, sembrano essere inserite tanto per e non si capisce più di tanto per chi Geralt propenda realmente. Un’altra problematica per le romance sta nel fatto che debbano essere completate prima di una certa missione, la quale però è praticamente all’inizio del gioco, impedendoci di conoscere del tutto la maga Yennefer, che viene leggermente approfondita in seguito.
Tutto sommato entrambe però rimarranno marginali e, mentre la maga Triss può essere stata approfondita meglio nei precedenti capitoli, Yennefer è del tutto nuova nella saga videoludica quindi si hanno ben poche informazioni su di lei.

Anche gli altri personaggi principali, compreso il protagonista, si conoscono poco, non dando la possibilità di capire del tutto i loro comportamenti e spesso anche alcune scelte da fare. Tra questi, però, ci sono alcuni personaggi con dell’alto potenziale, in primis le due maghe, gli altri witcher che si conoscono, tra cui Vesemir, Keira Metz e, una su tutte, Cerys Van Craite, che come caratterizzazione rimane il migliore del gioco.

Sulle quest secondarie si potrebbe parlare per ore e ore, visto che sono quasi al livello di Skyrim in quanto a numero. Tra di esse ci sono quelle legate alla storia ed essenziali per creare il vostro finale preferito come quelle sulle vicende di Novigrad e Skellige o su Yen e Triss, quelle del tutto opzionali (anche le precedenti lo sono, ma quelle intaccano la storia mentre queste no) che comprendono anche corse, lotte e partite a Gwent, il gioco di carte incluso nel videogioco, i contratti Witcher in cui si devono uccidere (o risparmiare, sta a voi la scelta) dei mostri e le cacce al tesoro.

Vi consiglio di farle tutte, anche quelle opzionali, in quanto vi permetteranno di fare molta esperienza e conoscere a fondo un mondo di gioco vastissimo e pieno di storie e creature. Grazie a queste missioni potrete ampliare anche il vostro inventario riempendolo di reliquie, merce preziosa e schemi per armi, armature e pozioni, tutti elementi essenziali al potenziamento del personaggio. Più forti sono le vostre armi, più sarete in grado di sconfiggere nemici di livelli più elevati, ma per farlo assicuratevi prima di aver livellato a sufficienza, cosa che vi sarà essenziale se volete fare l’ultima quest del gioco e i DLC.
Ad essere ampliato sarà anche il vostro mazzo Gwent, nel caso dei tornei, il peso che può essere da voi portato (grazie a rare borse per cavalli) e la vostra conoscienza sia in termini di personaggi che di bestiario, quest’ultimo fondamentale per capire come battere alcuni nemici, magari inizialmente più ostici.

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La mappa è enorme e vi ci vorrà un po’ per scovare tutti i punti segnati su di essa. Ad aiutarvi ci saranno le bacheche degli annunci, dove potrete reperire le varie missioni, e le missioni stesse, che vi segneranno alcuni luoghi magari non marcati sulla mappa. Il mio consiglio è di esplorare tutte le mappe in quanto ciò vi potrà permettere di trovare tesori nascosti, livellare e completare anche alcuni degli obiettivi, come quello legato al distruggimento delle tane dei mostri o quello dei luoghi di potere. Tra i punti di interesse ci sono le tane dei mostri, i luoghi di potere, gli ingressi delle caverne, le persone in pericolo, i tesori, gli indicatori, grazie ai quali sbloccherete un sistema di viaggio rapido, gli accampamenti dei banditi, le bacheche e i vari mercanti, segnati in modo differente. Ogni tanto potrà anche apparire qualche punto esclamativo giallo, indice di una delle missioni opzionali.

Il sistema delle scelte, come in ogni RPG che si rispetti, è abbastanza ben sviluppato in quanto molte di quelle che farete influeranno sul resto della storia. Tra l’altro esse sono anche in discreto numero, soprattutto nelle quest secondarie visto che nella campagna principale le uniche importanti sono quelle legate al destino di Ciri.

Assicuratevi di livellare e potenziarvi il più possibile facendo quante più missioni riuscite a fare visto che la missione finale vedrà un combattimento (facciamo due) veramente tosto in cui senza una strategia, per quanto siate forti e ben preparati, perderete sicuro. Forse lo scontro finale è l’unico veramente tosto del gioco base, perchè tutti gli altri nemici, con la giusta esperienza e le giuste armi, tutto sommato sono facilmente battibili. Poi nei DLC ci saranno combattimenti molto ostici, soprattutto in Hearts of stone.

Riguardo alle dinamiche di gioco, quest’ultime sono abbastanza intuitive anche se all’inizio, un po’ come per Red Dead Redemption 2, ci potrebbe trovare un po’ spaesati. Si dispone di due tipologie di armi, una d’acciaio e una d’argento, più la balestra e le varie bombe. Tutti questi si possono cambiare man mano e ciò vale anche per le armature, le quali, come le armi, possono essere potenziate e ottenere delle caratteristiche particolari. Per creare nuove armi e armature, una volta ottenuti gli schemi, dovete andare dagli appositi fabbri e armaioli, anch’essi potenziabili, mentre i decotti, gli unguenti e le pozioni si possono preparare da soli.
Il combat system dunque prevede l’uso delle armi d’acciaio e argento, della balestra, delle bombe, dei segni, ovvero i poteri dei witcher, e in alcuni casi anche dei pugni. Calibrare attacco e difesa è importante, così come lo è potenziare i segni e le caratteristiche del personaggio attraverso l’apposito slot nel menù. Il segno Axii, tra l’altro, vi sarà essenziale anche nello svolgimento della storia, visto che vi permetterà di sbloccare alcuni dialoghi se potenziato.

Il platino/i 1000 G sono abbastanza complessi da raggiungere visto che non tutti gli obiettivi sono facili e immediati. Alcuni riguardano l’andamento della storia, altri specifiche missioni secondarie e altri ancora la difficoltà di gioco. Ci sono quelli riguardanti il combattimento, che vedono delle tecniche certe volte ostiche da ricreare, e quelli sul gwent, che purtroppo si devono sbloccare per ottenere il 100%. I trofei sul gwent, quelli su alcune tecniche di combattimento e quello sulla difficoltà Marcia della morte sono forse i più difficili da ottenere, mentre gli altri sono facilmente sbloccabili se si è dei completisti.

The Witcher 3:Wild Hunt è un capolavoro, sì, che però non è esente da difetti. Grazie alla longevità e alla cura fatta per il mondo di gioco, però, esso si rivelerà una delle migliori esperienze videoludiche si possano fare, entrando a far parte degli RPG migliori della storia, dando tra l’altro una svolta tra il dark e il low fantasy.

CONTENUTO:3.5/4
PIACEVOLEZZA:4
GRAFICA:4.5
MECCANICHE DI GIOCO:4.5
DIFFICOLTÀ: Molto facile
SOUNDTRACK:4
DOPPIAGGIO:4
ORIGINALITÀ DEL CONTENUTO:4
DIFFICOLTÀ PLATINO: Tra Media e Difficile
VOTO MEDIO:4
-Jade

N.B. La difficoltà viene indicata con i parametri Molto facile, Facile, Media, Difficile, Molto difficile, Impossibile (bonus).
N.B. 2 La difficoltà del gioco si riferisce a quella incontrata a “Normale”.
N.B. 3 Il contenuto comprende anche, se presenti, le missioni secondarie.

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