Recensione The Outer Worlds

Poco conosciuto ai più, The Outer Worlds è un rpg fantascientifico dai tratti retrofuturistici in stile Fallout, uno degli esponenti principali del genere. Il gioco è ambientato in un futuro alternativo in cui le megacorporazioni hanno colonizzato vari pianeti e si è scoperto come viaggiare alla velocità della luce. Il giocatore riveste i panni di uno dei coloni ibernati della Speranza, una nave coloniale che ha subito un guasto al motore un anno luce prima dell’arrivo a destinazione. Phineas Welles, uno scienziato ora diventato indipendente e secondo molti anche impazzito, libera il giocatore da una delle capsule di ibernazione e lo manda in una delle colonie. Qui prende possesso dell’Inaffidabile (Unreliable), ex nave di Alex Hawthorne, e la ripara, venendo nel frattempo a conoscenza di tutti gli intrighi politici di questa e di altre colonie negli altri pianeti. Il compito del protagonista è trovare una soluzione ai problemi tenuti nascosti dal Consiglio e cercare di risvegliare anche gli altri coloni della Speranza, ma la missione non sarà semplice e dovrà occuparsi di numerosi problemi all’interno delle colonie, scegliendone il loro esito.

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La storia del gioco è semplice ma efficace e si capisce man mano che il giocatore va avanti nella trama. Il problema, però, è che è fin troppo breve e che sono effettivamente le quest secondarie a rendere il gioco bello e completo. Purtroppo non viene assai approfondito il rapporto tra il protagonista e Welles, suo salvatore, nonchè il passato di entrambi, anche se quello del secondo viene un po’ accennato nel corso della storia. In generale si ha come l’impressione di arrivare in media res e un po’ come il protagonista del gioco si è spaesati davanti a tante informazioni. Ci sono numerose corporazioni e “fazioni” in giro per le varie colonie e sarà compito vostro scegliere per quali parteggiare, anche se il consiglio, come per ogni rpg, è quello di giocare nel modo più pacifico possibile, sia per ottenere il finale buono che per essere aiutati durante quest’ultimo. Alcune quest secondarie sono interessanti, soprattutto quelle legate ai compagni o ad alcune delle fazioni, anche se anche per queste sarebbe stato meglio avere un maggiore approfondimento. Il rapporto tra il protagonista e i suoi collaboratori (personaggi che incontrerete nel corso dell’avventura e potrete reclutare) è poco sviluppato e si traduce in alcune semplici e brevi missioni che non bastano a compensare le poche interazioni. In poche parole è lontano dall’impostazione di Mass Effect/Dragon Age (i migliori nel genere in quanto a possibilità di fare scelte) ma allo stesso tempo non è allo stesso livello di Horizon Zero Dawn, il quale è poco rpg e molto più action.

La personalizzazione del personaggio non è delle più aggiornate ma non è neanche pessima, anche se alcune delle scelte iniziali riguardanti la professione sono abbastanza inutili. Abbastanza limitante anche il limite di livello (30) che è aumentabile di 6 solo se si ottengono entrambi i DLC. Le abilità sono invece le classiche di un rpg (inivisibilità, comunicazione, varie armi, comando, scientifiche ecc.) ma in più, in questo gioco, c’è una caratteristica particolare: i difetti. Questi permettono di avere dei punti vantaggio in più (spendibili per delle caratteristiche che aiutano il giocatore nel corso dell’avventura) ma allo stesso tempo danno al giocatore degli svantaggi permanenti, dei difetti appunto. Essi si sbloccano in modo abbastanza random nel corso dell’avventura, ad esempio cadendo da certe altezze, venendo attaccati da certi tipi di nemici o proiettili ecc. A parte per sbloccare il trofeo apposito, però, questi difetti sono in realtà abbastanza inutili e servono solo a rendere l’esperienza del giocatore più difficile.

Essendo un action rpg il giocatore ha a che fare con diversi tipi di armi, da armi leggere e da mischia a armi pesanti o al plasma. Una particolarità è l’aggiunta delle armi scientifiche, delle armi speciali legate a una quest specifica. Le armi più efficaci sono quelle al plasma ma in generale è possibile migliorarle tutte “manipolandole”, cioè aumentando il loro livello, o aggiungendo delle modifiche apposite. Sia armi che armature possono logorarsi e dunque dovrete ripararle negli appositi banchi da lavoro o in alcuni mercanti al prezzo di alcune parti di armi o di armature, ottenibili nelle varie casse del gioco assieme a modifiche e munizioni o smantellando armi o armature.

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Nel corso del gioco vi ritroverete a combattere con diversi tipi di nemici, inizialmente prevalentemente umani (come i predoni) per poi passare alle varie creature locali come canidi, pterorazze, spratti, mantiregine, raptidon, primitivi e così via. Gli umani, difficoltà Supernova a parte, sono abbattibili abbastanza facilmente, mentre per alcuni degli “animali” potrete riscontrare alcune difficoltà anche in difficoltà normale, in particolare con mantiregine o con le versioni “mega” di alcune delle creature, incontrabili soprattutto su Monarca. In difficoltà Supernova vi consiglio di fare scorta di cibo e bevande (soprattutto energetiche) e di migliorare il prima possibile le armi, dato che senza armi e armature decenti verrete fatti fuori in pochi secondi da qualsiasi tipo di nemico. Eventualmente lasciate alcune missioni delle fasi iniziali che hanno a che fare con scontri per dopo e puntate molto su furtività e comunicazione, sfruttando il meno possibile i compagni a causa della loro permadeath.

I trofei sono abbastanza semplici da ottenere, un po’ meno quelli sui tipi di uccisione specifica (dato che non c’è uno specifico contatore e sono un po’ buggati) e quello sulla difficoltà Supernova. Nel complesso però non è un “platino/1000G” eccessivamente complicato, per cui è adatto a chi vuole completare un gioco al 100% senza eccessive difficoltà.

Nel complesso The Outer Worlds è un rpg che funziona bene e che riesce a “prendere” da subito il giocatore anche se non è esente da difetti, legati principalmente alla storia principale, allo sviluppo dei personaggi e all’eccessiva lentezza dei caricamenti. Non è il gioco dell’anno, ma comunque riesce a intrattenere a lungo e ha una discreta rigiocabilità, senza contare che il tema retrofuturista e le varie ambientazioni sono affascinanti.

CONTENUTO:3.5
PIACEVOLEZZA:3.5/4
GRAFICA:3.5/4
MECCANICHE DI GIOCO:4
DIFFICOLTÀ: Molto facile
SOUNDTRACK:2.5 (poche tracce non memorabili)
DOPPIAGGIO:3.5 (solo inglese con sottotitoli)
ORIGINALITÀ DEL CONTENUTO:3.5
DIFFICOLTÀ PLATINO: Facile
VOTO MEDIO:3.5
-Jade

N.B. La difficoltà viene indicata con i parametri Molto facile, Facile, Media, Difficile, Molto difficile, Impossibile (bonus).
N.B. 2 La difficoltà del gioco si riferisce a quella incontrata a “Normale”.
N.B. 3 Il contenuto comprende anche, se presenti, le missioni secondarie.

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