Recensione The Mentalist – 2° stagione

Dopo che il caso di John il rosso viene levato alla squadra di Lisbon e affidato all’agente Bosco, Patrick Jane cerca in ogni modo di avere informazioni ma l’uomo è sempre schivo e cerca di allontanarlo da ogni coinvolgimento.
Le azioni di Jane, che vorrebbe essere momentaneamente allontanato dall’unità, iniziano così a rasentare l’illegalità, il tutto sotto lo sguardo sconvolto di Lisbon che cerca sempre di proteggerlo come meglio può.
John il rosso però è sempre un passo avanti a tutti e dopo essersi liberato della squadra di Bosco scompare ritornando a giocare con Jane nell’ombra.

La seconda stagione di The Mentalist a parer mio manca un po’ di dinamicità poiché, ad esclusione di qualche momento interessante, purtroppo è come la prima stagione: vuota.
Non che mi aspettassi tanto perché serie di questo genere si basano principalmente sulla soluzione del caso corrente ma un tocco in più di John il rosso, in modo da conoscerlo meglio e rendere più appassionante la visione, ci stava.

Per lo meno qualche personaggio lasciato privo di caratterizzazione nella precedente stagione, come Kimball Cho, è approfondito . Gli agenti Wayne Rigsby e Grace Van Pelt, invece, vengono un po’ trascurati e ripescati solo per la loro storia d’amore impossibile in quanto colleghi.
Patrick Jane comincia ad abbandonare l’aria da bonaccione che lo caratterizzava via via che il caso di John il rosso gli sfugge tra le mani e non ha possibilità di carpire informazioni.
Il personaggio che delude maggiormente è invece Teresa Lisbon, che al momento non è ben caratterizzata e serve solo a difendere Patrick Jane per ogni cosa che fa.
Tra i personaggi più interessanti c’è Madeline Hightower, il nuovo capo del CBI che riesce a colpire subito grazie al suo carisma e alla sua determinazione, anche se usata spesso contro i protagonisti.

Esattamente come accade con i personaggi il cast rimane un po’ noioso da guardare. Simon Baker riesce da solo a condurre la serie, mentre gli altri attori non riescono a fare del loro meglio a causa della sceneggiatura. Tra di loro solo Leslie Hope, che interpreta Kristina Frye, è riuscita a spiccare riuscendo a rendere il suo personaggio interessante per il pubblico.

La seconda stagione inizia con buoni propositi e colpi di scena che sembrano annunciare qualcosa di grosso, ma con il passare gli episodi, purtroppo, tutto viene smorzato dalla monotonia e poca dinamicità della serie.

CONTENUTO: 2,5/3
PIACEVOLEZZA: 2,5
SCORREVOLEZZA: 2
RECITAZIONE: 4
ORIGINALITA’: 3
VOTO MEDIO: 2,9
– Sophie

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