Recensione The last of us Parte II

Un po’ come per Red dead redemption,The last of us ha avuto la fortuna di avere un sequel fantastico in grado addirittura di apportare migliorie alla saga. The last of us Parte II è infatti uno dei migliori sequel in assoluto, un’ottima avventura complementare a quella del primo capitolo.

Alla fine di The last of us Joel salva Ellie dalle Luci, che volevano operarla per trovare un vaccino in grado di salvare l’umanità, portando però alla morte della ragazzina. Joel le mente e le fa capire che non ci fosse bisogno di lei, dicendo la verità solo al fratello Tommy. Joel ed Ellie, i quali sono ormai come un padre e una figlia, si trasferiscono nella città dove sta Tommy, Jackson, e vivono lì tranquillamente per quattro anni, anche se progressivamente allontanandosi a vicenda visto che Ellie, come si vede nei flashback, ha scoperto tutto.
Proprio quando ha deciso di perdonarlo Joel viene ucciso da una ragazza che ha salvato, Abby, la quale in realtà è in cerca di vendetta da anni e proprio per questo uccide l’uomo davanti ad Ellie, la quale lo vede mentre gli danno il colpo di grazia.
Ellie e Dina, la sua fidanzata, decidono quindi di seguire le poche tracce che hanno per arrivare a Seattle, dove tra un colpo di scena e un altro trascorreranno tre giorni in cerca di vendetta verso la misteriosa ragazza.
Nella seconda metà del gioco, invece, si rivestiranno i panni di Abby e si scoprirà molto di più sulla sua storia, facendoci capire come entrambe le protagoniste siano più simili di quanto si creda e che bisogna sempre ascoltare entrambe le versioni di una stessa storia.

La vendetta è il tema di questo secondo capitolo di The last of us, il quale ripete parzialmente le tematiche del precedente capitolo ma decide di concentrarsi su altro. La vendetta è la forza motrice che spinge entrambe le protagoniste a compiere dei lunghi viaggi per ottenere giustizia, il tutto però con una morale di fondo: con essa non si ottiene nulla.

Mentre Abby, dopo ormai aver ottenuto il suo scopo, inizia un percorso di redenzione e riscoperta di sè, Ellie inizia la sua di spirale di vendetta, arrivando a capire troppo tardi di aver fatto una serie di scelte sbagliate, perdendo così tutto ciò che ha. Il viaggio “spirituale” che compiono entrambe è meraviglioso e lo si percepisce da giocatore in quanto ci si mette nei panni di entrambe. Quello che doveva essere un personaggio “odiato” come Abby si rivela invece una delle migliori protagoniste di sempre assieme ad Ellie in quanto entrambe rappresentano due donne in grado di fare tutto, due donne a 360° e indipendenti.

Entrambe rompono totalmente gli stereotipi di genere e dimostrano (come dovrebbe essere ovvio, ma purtroppo non è così per molti del pubblico maschile) come non solo non sia necessario avere un protagonista maschile per rendere il gioco più appetibile per i giocatori dello stesso sesso, ma come un personaggio femminile possa essere strutturato bene e avere una storia importante senza essere in alcun modo sessualizzato o relegato a meri stereotipi.
Negli anni ci sono state molte protagoniste femminili degne di nota come Aloy, Samus o Lara Croft (anche se questa è stata inizialmente sessualizzata) e per fortuna si sta capendo che bisogna dare spazio anche a personaggi femminili completi per poter creare esperienze di gioco migliori e più realistiche.

Ellie è una ragazza che, col passare degli anni e delle esperienze, si è un po’ indurita e chiusa in se stessa. L’Ellie stravagante, estroversa e sempre pronta a tirare battute del primo capitolo viene sostituita con una ragazza più introversa, chiusa, scettica e silenziosa, aggettivi ai quali si aggiungono anche vendicativa e scossa dopo la morte di Joel. Il rapporto tra i due si raffredda a causa delle scoperte di Ellie, che si notano nei diversi flashback, e ciò porterà ad un cambiamento di carattere da parte di entrambi. Solo che, mentre Joel cerca di avvicinarsi a quella che lui considera ormai come una figlia, lei si allontana progressivamente pur comunque provando un fondo di affetto nonostante il risentimento.
Dopo la morte di lui lei però si ritrova ad affrontare totalmente da sola una serie di eventi traumatici che la porteranno ad avere un PTSD pesante da reggere, tanto che l’ultima parte del gioco si basa proprio sul fatto che lei non è riuscita affatto a superare il lutto e ciò che è accaduto a Seattle. La morte di Joel è per lei un incubo che la porta ad una spirale di vendetta che in realtà le porterà ancora più dolore dato che sarà costretta a compiere azioni discutibili, una delle quali le farà pure venire un attacco di panico.

Abby, al contrario, dopo essere passata nella stessa fase di Ellie in cui ha incubi costanti sulla morte del padre, dopo aver ottenuto la sua vendetta diventa ancora più determinata di prima e, pur essendo confusa, cerca di trovare il proprio vero scopo nella vita, prima occupato dalla sete di vendetta. Solo così Abby capirà ciò che vuole veramente e aprirà la sua mente, arrivando ad accogliere due giovani ex membri dei serafiti (una fazione opposta alla sua che punta alla “conquista” di Seattle) con sè. Il suo percorso con Yara e Lev, tra l’altro, ricorda per certi aspetti anche quello di Joel ed Ellie nel primo capitolo, tanto che si vede come col passare del tempo veda i due come dei fratelli minori .


The last of us è una di quelle saghe che riesce a caratterizzare perfettamente ogni suo personaggio, sia uomo che donna, lasciando molto spazio anche a personaggi secondari e riuscendo a farli amare al pubblico. A differenza di altri giochi, che caratterizzano poco i personaggi o danno spazio solo a quelli maschili, The last of us lascia qualcosa di più sviluppando al meglio personaggi grandiosi come Sam e il fratello e Tess nel primo capitolo e qui gli amici di Abby, Tommy, Dina, Jesse e due serafiti.

Abby e Ellie non sono dunque le uniche donne ad essere bene rappresentate. Nel primo capitolo abbiamo altre due donne forti e determinate, entrambe due leader nate: Marlene e Tess. Nel secondo, invece, ci sono Nora, Dina (anche se discutibile) e Yara, dei personaggi molto diversi tra loro ma comunque caratterizzati alla perfezione.
Nora è l’amica di Abby che si distingue maggiormente e che le rimane fedele fino alla fine, Yara, una giovane serafita, viene invece introdotta dopo e rimane assieme al fratello uno dei migliori personaggi del gioco nonostante la minore presenza e la sua giovane età.
Dina invece è un personaggio un po’ più complesso che, assieme a Mel, si rivela abbastanza controverso. Entrambe sono due donne incinte e fanno parte una della vita di Ellie e una della vita di Abby. Dina è la ragazza di Ellie ma sembra che la protagonista abbia dei gusti discutibili in quanto a ragazze visto che ogni volta ci rimane fregata. Dina è una persona abbastanza volubile e, nonostante le apparenze visto che all’inizio parte pure con Ellie, molto egoista. Lei è incurante di ciò che prova veramente Ellie e, per quanto provi ad aiutarla da esterna, non riesce mai veramente a comprenderla, tanto che nel finale rivela la sua vera natura. Ellie, a contrario suo, si mette sempre nei suoi panni e pur di non recarle disturbo si avventura anche da sola a Seattle e oltre, il tutto perchè fino all’ultima scena lei in realtà non ha mai superato la morte di Joel. Dina, però, non capisce ciò e la ostacola costantemente facendo anche una serie di scelte avventate. Ellie, tra l’altro, a differenza sua, la accetta sempre, anche quando scopre di essere incinta tanto che decide volontariamente di diventare la seconda madre del bambino (il tutto con un capitolo abbastanza inutile in cui Ellie, beh, sembra poco Ellie).

Mel, l’altra ragazza citata, è pure un personaggio controverso. In poche parole Abby e Owen, il padre del figlio di Mel, avevano avuto una storia lunga e lui si è gettato su Mel solo per ripiego poichè non riusciva ad accettare che Abby fosse così ossessionata dalla vendetta. Mel è rimasta incinta e, come le pancine d’amore (chi segue Il signor Distruggere capirà), pensa che sia Abby quella ad aver messo pallini in testa al fidanzato e non lui stesso che in realtà non ha mai dimenticato la protagonista. Sembra tra l’altro strano come un medico non conosca alcun metodo anticoncezionale, motivo per cui si presuppone che sia rimasta incinta quasi appositamente per tenersi Owen, tanto che Abby in uno dei primi capitoli lo sottolinea al ragazzo.

Altri personaggi degni di nota sono Jesse, Owen, Manny e Lev, anche se quelli più particolari sono gli ultimi tre. Jesse è un amico di Ellie ed ex fidanzato di Dina e, a differenza della ex fidanzata (è anche il padre del figlio di lei) ha la “sindrome dell’eroe” per cui è molto attento ai sentimenti degli altri. Anche se controvoglia infatti lui si reca a Seattle per dare una mano alle due ragazze a cercare Tommy e vendicarsi su Abby, anche se alla fine, un po’ come Owen, non supporta del tutto la vendetta di Ellie perchè sa che le porterà solo più dolore. Jesse è un ragazzo altruista e mette sempre le necessità degli altri prima delle sue, facendo di tutto per i propri amici. Avrei apprezzato se lo avessero approfondito meglio anche perchè poteva essere un personaggio interessante, ma purtroppo per motivi di storia non sono riusciti a farlo.
Manny è un grande amico di Abby e, sinceramente, uno dei personaggi più simpatici del gioco. Anche se ha un brutto carattere e supporta il lato più vendicativo di Abby si nota come tra i due ci sia una grande amicizia, tanto che lui è disposto a rischiare la propria posizione aiutandola a disertare per farle trovare Owen. Quest’ultimo, invece, è pure un personaggio controverso al pari della sua ragazza in quanto è troppo immaturo. Pur avendo ragione nel non supportare i piani vendicativi della propria ragazza, non riesce a capire subito che non riesce a sostituirla con nessun’altra, tanto che usa Mel solo come ripiego e solo dopo averla messa incinta capisce di avere sbagliato, tanto da passare una notte con Abby. Owen non riesce ad impegnarsi seriamente in nulla tanto che è disposto a lasciare la propria ragazza e andarsene da solo alla ricerca delle Luci piuttosto che stare fermo ed infelice.


Lev, infine, è uno dei personaggi più interessanti della saga. Nato Lily, assieme alla sorella Yara faceva parte dei Serafiti (Scars per via delle cicatrici in faccia in lingua originale, detti anche Iene), una setta e fazione di Seattle nemica del WLF (Washington Liberation Front, detti anche Lupi). Dopo aver scoperto di essere stata data in moglie a un membro della comunità molto anziano, Lily cambia nome e diventa Lev, scatenando l’ira dei Serafiti che arrivano a rompere il braccio con un martello alla sorella poco prima della conoscenza con Abby. Il suo percorso di transizione è interessante e fa capire come The last of us sia una serie inclusiva non solo per “politically correct” come fanno molti, ma perchè affronta la realtà con le sue sfaccettature in maniera seria.
Lev è il primo personaggio trans della serie e uno dei pochi nei videogiochi, motivo per cui bisogna fare veramente chapeau agli sceneggiatori. Ma la serie è molto attenta ai personaggi LGBTQ+ tanto che la stessa protagonista, Ellie, è omosessuale e lo si sa dal primo capitolo, mentre Dina è bisessuale. Tutto però viene affrontato con naturalezza senza che ci sia qualcosa di forzato e, a parte un personaggio, tutti accettano ciò normalmente. Un po’ come per Heartstopper nel mondo dei fumetti, si può dunque solo apprezzare il lavoro fatto per sviluppare così bene non solo i personaggi in generale, ma anche e soprattutto quelli femminili e LGBTQ+, riuscendo a caratterizzare tutti molto bene senza fare affidamento a forzature e stereotipi vari che relegano entrambi i tipi di personaggi a ruoli marginali e di poco conto, spesso anche disprezzabili proprio per la poca attenzione.

La storia in generale, come si evince anche dall’ottima caratterizzazione dei personaggi, è più lunga rispetto a quella del primo The last of us e infatti presenta più del doppio dei capitoli. Il gioco è diviso in tre parti: la vendetta di Ellie, il percorso di Abby verso la redenzione e la resa dei conti tra le due protagoniste. La primissima parte vede alternare i punti di vista di entrambe mentre poi si gioca o solo con Ellie o con Abby, per poi passare alla parte finale in cui si gioca più con la prima anche se si alternano entrambe. Tutte e due hanno dei capitoli flashback decisamente interessanti che fanno capire meglio chi sono e cosa è successo loro prima dei tre giorni di Seattle, dando anche maggiore spazio a personaggi come quelli citati sopra.

Ogni elemento del gioco è ricco di dettagli ed è costruito alla perfezione. Trattandosi di un’avventura dinamica dalle tinte post-apocalittiche e survival horror l’ambientazione è circoscritta a quella necessaria all’andamento della storia per cui si può esplorare solo in base ai capitoli. Gli ambienti però sono numerosi e tutti ben realizzati sia dal punto di vista dei dettagli che dell’aspetto esplorativo dato che si trova davvero tanta roba a partire dai collezionabili per finire ai semplici materiali. Gli sviluppatori hanno anche osato con un’area un po’ più grande in stile capitolo 4 de Uncharted: L’eredità perduta, cioè il centro di Seattle. Questo, con tanto di mappa per orientarsi, richiede maggiore esplorazione e presenta numerosi “punti di interesse” che permettono di approfondire la storia e il rapporto tra Ellie e Dina. Si scoprono molti dettagli sulle due e sul loro passato, trattando anche temi come la religione, gli animali nel mondo post-apocalittico e le fazioni dato che Seattle, a differenza di Boston, è stata in mano prima alla FEDRA in quanto ZQ e poi al WLF e Serafiti.
Ogni tanto c’è qualche bug ma in confronto al primo capitolo ce ne sono molti di meno, idem per quanto riguarda i cali di frame. Nel complesso la grafica è eccellente sia per quanto riguarda i personaggi che le ambientazioni e sono stati migliorati anche i movimenti.

Non solo la storia, ma anche il sistema di combattimento è stato ampliato e perfezionato. Il gioco si può affrontare in modalità “sparo tutti in maniera confusionaria” o stealth come The last of us anche se nelle modalità più difficili è necessario usare il secondo. In generale nelle aree piene di nemici è consigliato usare un mix di entrambe o preferibilmente lo stealth, qui tra l’altro migliorato in quanto si possono compiere più azioni. Se si vuole affrontare il gioco come uno sparatutto si dispone di un vasto arsenale di armi che permettono di abbattere nemici in diversi modi. Entrambe le protagoniste presentano armi differenti e in generale sono: fucile Semi-Automatico, arco, pistola militare, fucile a pompa, revolver, fucile bolt-action, pistola semi-automatica, pistola da Caccia, doppietta, balestra, lanciafiamme, mitraglietta silenziata. Alcune armi sono più potenti e utili per oneshottare i nemici più deboli come i runner o alcuni umani (talvolta anche clicker o stalker), altre sono quelle di cui si trovano più munizioni in quanto più basiche (tipo la pistola iniziale per entrambe o il revolver), altre adatte per nemici potenti come gli Shambler e i Bloater (lanciafiamme) e altre adatte per lo stealth come l’arco o la balestra o mitraglietta e pistola silenziate. Nelle parti con i Serafiti sarà necessario usare lo stealth o le frecce dei nemici vi si conficcheranno e causeranno danni consistenti nel tempo fino a quando non le rimuoverete (premendo R1, una nuova meccanica del gioco), motivo per cui arco, balestra o pistola con silenziatore creato appositamente sono necessari.

Ellie e Abby presentano dunque molte armi sebbene diverse anche se sono in gamba nel combattimento corpo a corpo, decisamente migliorato rispetto al primo capitolo. Uccidere i nemici in questo modo spesso sarà necessario o obbligatorio (come nelle parti di Abby) per cui comprendere il meccanismo serve sin da subito. Oltre a sferrare attacchi (più potenti per Abby), si può schivare e usare il coltello che, per Ellie, stavolta è indistruttibile. Usarlo sarà necessario con nemici come stalker o clicker sia per lo stealth che per il combattimento, per cui nel caso di Abby munitevi sempre delle lame per creare i corrispettivi al coltello. Si può sparare o uccidere in stealth anche da seduti o, come novità, anche da sdraiati, cosa necessaria in alcune parti in cui si deve strisciare o ci si deve camuffare nell’erba bassa.

Lo stealth è stato migliorato parecchio visto che l’IA dei nemici è stata aumentata notevolmente (anche se sempre non è perfetta e spesso non vedono i vostri compagni) e al contempo sono state aggiunte delle migliorie necessarie. Come detto prima il movimento è stato reso più fluido ed è stata aggiunta la possibilità di sdraiarsi e strisciare, cosa necessaria nello stealth perchè c’è la possibilità di nascondersi nell’erba bassa o alta. In quella alta si può semplicemente stare accovacciati e spesso sarà una buona alternativa per nascondersi ai classici muri o alle casse, anche se bisogna prestare attenzione perchè quando si avvicineranno i nemici vi noteranno. Uccidere i nemici in stealth sarà anche più semplice grazie ad una modalità d’ascolto leggermente migliorata, alla possibilità di sfruttare armi apposite come arco e balestra, quella di costruire silenziatori per pistole e al coltello indistruttibile per Ellie. L’unico difetto è che per gli Stalker questa cosa non vale, ma di questo ne parleremo dopo.

Tra gli elementi craftabili non ci sono solo i coltelli per Abby e i silenziatori per pistola per entrambe, ma anche vari tipi di esplosivi e fumogeni, munizioni per arco o particolari tipo quelle esplosive/incendiarie, molotov, migliorie per armi da mischia (trovabili nel mondo di gioco come nel primo TLOU) e kit medici per potervi curare. Le armi da mischia vi saranno molto utili, cosa che vale anche per le bombe e le molotov quando ci sono nemici più difficili da abbattere o gruppi più consistenti. Utili anche se maggiormente a difficoltà più complesse anche bottiglie e mattoni, adatti per distrarre i nemici o far saltare esplosivi nemici e trovabili nel mondo di gioco.

Gli npc che vi accompagnano (tipo Jesse, Dina, Yara e Lev) sono pure migliorati e, finalmente, vi daranno una mano in combattimento, uccidendo svariati nemici che altrimenti sareste stati costretti ad uccidere da soli dovendo pure salvare i vostri compagni. In generale è stato fatto un ottimo lavoro con le IA dei nemici e degli NPC in generale, quasi perfetto.
La varietà di nemici in generale è anche aumentata visto che ora non si ha a che fare solo con massimo sei tipi diversi. Tra gli umani ci sono: nemici semplici, corrazzati e le donne massicce tra i serafiti, solitamente più corpulente e munite di martello oltre che più ostiche da abbattere (che poi sono sempre donne a parte un mini boss, chissà che mangiano per diventare in quel modo). Tra gli infetti invece abbiamo i runner, che sono rimasti invariati rispetto al primo capitolo assieme ai clicker, i clicker per l’appunto, i bloater e delle novità: stalker, shambler e un potente boss.

Tra le novità ho inserito anche gli stalker perchè, assieme ai bloater, sono stati parecchio modificate. Nel caso dei clicker e dei bloater c’è un leggero cambiamento grafico e i secondi sono stati resi più potenti e difficili da abbattere (nel primo si sconfiggevano con tre molotov a normale), mentre gli stalker sono stati totalmente reinventati. Nel primo gioco erano dei runner più veloci e attenti alle tue mosse mentre qui sono un vero e proprio stadio tra runner e clicker anche graficamente. Essi si nascondono nella mappa di gioco, spesso vicini gli uni agli altri per attaccarti di fila, e celano la propria presenza anche con la modalità d’ascolto. Essi sono dei veri e propri stalker perchè non si fanno notare e, a parte quando si spostano, non si vedono in alcun modo. Per loro diventa spesso difficile usare lo stealth proprio per queste caratteristiche, tanto che per certi aspetti sono pure più difficili da abbattere dei clicker, i quali sono più prevedibili anche se più forti (di poco).
Ci sono poi gli shambler, una variante dei bloater a Seattle che incontrerete più facilmente di questi, qui più rari anche se resi più forti. Gli shambler sono simili ai bloater del primo capitolo al livello di combattimento e meno pericolosi rispetto ai bloater di Seattle. Essi sono una variante della zona anche se sarebbe stato più interessante capire il vero motivo dietro la variante.
Infine c’è il Rat King, il boss più potente di entrambi i giochi per il quale dovrete riservare davvero tante munizioni anche se, a modalità normale, il gioco ve ne fornisce diverse nell’area ristretta di gioco in cui dovrete affrontarlo. Questo è la “variante suprema”, quello che è effettivamente lo stadio ultimo dell’infezione al momento del gioco. Questo è il frutto di più di vent’anni di infezione dato che lo si trova nei piani bassi dell’ospedale in cui Ellie incontra Nora, anche se lo si affronterà solo con Abby. Estremamente potente, lo si può abbattere solo con numerose munizioni e bisogna stare attenti in quanto all’inizio vi inseguirà e voi dovrete sfuggirgli mentre dopo si scaglierà contro di voi con attacchi corpo a corpo, distruggendo pareti e lanciando anche spore se siete nelle vicinanze. Da lui si staccherà uno stalker molto potenziato cui bisognerà prestare attenzione nella fase successiva visto che, dopo aver abbattuto il Rat King, bisognerà fare in un’altra area un combattimento contro questo nemico.
Anche se ci sono delle informazioni nell’area antecedente sarebbe stato carino approfondire di più questo nemico e se effettivamente ha avuto lì origine l’infezione, dato che questo è un elemento che ancora non è stato del tutto chiarito in entrambi i giochi.

Anche in questo gioco i collezionabili sono essenziali non solo per il platino, ma anche per comprendere meglio il gioco. Essi comprendono: carte da gioco (Ellie), monete (Abby), manufatti (tipo documenti, foto e mappe), casseforti, voci del diario (Ellie), banchi da lavoro, armi, manuali d’addestramento, upgrade armi e fondine. Mentre le carte (sostituiscono i fumetti) e le monete rappresentano le passioni di Ellie ed Abby, i manufatti permettono come nel primo TLOU di capire meglio cosa è successo spesso tramite dei punti di vista esterni con delle storie molto interessanti, soprattutto a Seattle in generale o nell’ospedale. Le voci del diario permettono di farci comprendere meglio il punto di vista di Ellie, la quale scrive ciò che pensa nel suo diario personale, da singole affermazioni a sfoghi legati al suo PTSD. Nelle casseforti si trovano vari collezionabili e munizioni, mentre i banchi da lavoro sono utili per migliorare le armi attraverso gli appositi materiali. Questi si trovano assieme alle pillole e ai materiali per i craftabili esplorando il mondo di gioco e senza di essi non si possono migliorare le armi. Migliorarle tutte per ottenere il trofeo richiede, assieme ai miglioramenti dei singoli personaggi, due run anche se sarebbe necessario giocare solo a pochi capitoli sia per Abby che per Ellie per effettivamente sbloccare tutto. Le pillole servono a migliorare le abilità dei personaggi, stavolta ramificate in più sezioni e più variegate anche in base al personaggio. I rami delle abilità si sbloccano attraverso i manuali d’addestramento, i quali sono stati leggermente modificati rispetto al primo capitolo. Sono presenti anche le conversazioni opzionali anche se, per quanto sia consigliato farle, non contano come collezionabile.

Sono stati aggiunti anche alcuni minigiochi in stile DLC Left behind, seppur stavolta, pur essendo collegati ai trofei, sono molto semplici da fare. In generale il platino, per quanto necessiti due run per sbloccare tutti i miglioramenti, è molto semplice da ottenere perché non è necessario cambiare difficoltà (a meno che non si vogliano ottenere i trofei aggiuntivi legati alla permadeath o alla modalità realismo) o usare l’online.

The last of us Parte II è senza alcun dubbio un colosso, una pietra miliare del mondo videoludico che merita di essere giocata assieme al primo capitolo. Senza alcun dubbio è uno dei giochi meglio sviluppati di sempre sia al livello di tematiche, di storia e di meccaniche di gioco, motivo per cui merita decisamente tutti i premi vinti anche se, di fatto, meriterebbe un platino anche lui solo per essere così ben realizzato e attento ai dettagli.

CONTENUTO:5
PIACEVOLEZZA:5
GRAFICA:4.5/5
MECCANICHE DI GIOCO:4.5/5
BONUS
DIFFICOLTÀ: Facile
SOUNDTRACK:4
DOPPIAGGIO:5
ORIGINALITÀ DEL CONTENUTO: 4.5
DIFFICOLTÀ PLATINO: Molto facile
VOTO MEDIO:4.7

N.B. La difficoltà viene indicata con i parametri Molto facile, Facile, Media, Difficile, Molto difficile, Impossibile (bonus).
N.B. 2 La difficoltà del gioco si riferisce a quella incontrata a “Normale”.
N.B. 3 Il contenuto comprende anche, se presenti, le missioni secondarie.
-Jade

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