Recensione Peter Pan 2 – Ritorno all’isola che non c’è

Wendy è diventata madre, la primogenita Jane, troppo turbata dalla tragica situazione della guerra che infuria sulla capitale inglese, non riesce a credere ai racconti della mamma e si troverà a litigare con suo fratello. Jane però deve affrontare le sue paure, nel momento in cui viene rapita e portata sull’Isola che non c’è da Capitano Uncino.
In suo aiuto arriva Peter Pan, che la salva dalle grinfie dei pirati credendo che fosse Wendy, scoperto che in realtà è la figlia si impegna a mostrarle entusiasta tutte le meraviglie dell’Isola. Ma Jane, per nulla impressionata, vuole solo poter ritornare alla realtà del suo mondo a Londra. Sfortunatamente per lei sarà costretta a volare se vuole tornare indietro; e per volare dovrà prima imparare a “crederci”; Jane dice a Peter Pan che non crede nelle fate e cosi facendo rischia di far spegnere la luce di Trilli. Toccherà a Peter Pan, Trilli e ai Bambini Sperduti aiutarla a riscoprire quel senso di gioia e meraviglia tipico dell’infanzia; mentre solo dentro di sé Jane potrà trovare il giusto modo per credere finalmente nella magia.

Ritorno all’Isola che non c’è è un film del 2002 diretto da Robin Budd e Donovan Cook.
Il film è il sequel de Le avventure di Peter Pan (1953), basato sull’opera più famosa di J. M. Barrie, Peter e Wendy. Il film è uscito in home video con il titolo Peter Pan – Ritorno all’Isola che non c’è.

Il film è perfetto così com’è, tranne i disegni che non sono uguali rispetto al primo film, ad esempio Trilli nel primo film aveva le ali a forma di farfalla mentre nel secondo ha le ali a forma di libellula e gli mancano le ali inferiori.

Il primo film è stato inchiostrato a mano prima che venisse inserita la xerografia mentre nel secondo è fatto tutto al computer, anche se i disegni sono fatti in modo diverso lo rivedrei molte altre volte.

Personalmente il film mi è piaciuto moltissimo. La mia scena preferita è stata quando Peter Pan ha “lanciato” Jane nell’albero per farla finire nel loro nascondiglio.
La scena più odiata è stata quella quando Capitan Uncino ha rapito la povera Jane che era triste per il litigio avvenuto con il fratello.
Come personaggio ho amato Peter Pan perché ammiro molto la sua determinazione a non voler crescere.
Secondo me, Capitan Uncino rappresenta la cattiveria dell’umanità e i bimbi sperduti rappresentano l’entrata nell’adolescenza, quando in momenti drammatici il corpo cresce ma la mente si rifiuta di accettarlo.
Questo film mi ha insegnata che è molto importante credere nei propri sogni perchè solo chi sogna può volare.

PARAMETRI

CONTENUTO: 6
SCORREVOLEZZA: 6
DISEGNO: 5
PIACEVOLEZZA: 6
BONUS
DOPPIAGGIO: 6
SOUNDTRACK: 5
VOTO MEDIO: 6

– Cami

Lascia un commento