Recensione miniserie The Burning Girls

Una delle ultime novità su Paramount + è la miniserie The Burning Girls, tratta dall’omonimo libro di C. J. Tudor e purtroppo non ancora arrivato in Italia.

Questa miniserie thriller-horror ruota attorno ai misteri che circondano il villaggio inglese di Chapel Croft, un luogo pieno di antiche credenze e superstizioni. Il reverendo Jack Brooks viene mandato in questo villaggio come nuovo vicario, occasione perfetta per lei e la figlia che, in seguito a uno scandalo, vorrebbero iniziare una nuova vita. Sin da subito, però, il villaggio si mostra poco ospitale nei loro confronti, in particolare gli Harper, che in quanto eredi di martiri godono di una certa reputazione in città. Jack però crede in tutto e per tutto alla giustizia, divina e non solo, e proprio per questo, complici anche delle apparizioni, si ritrova a investigare sugli Harper, su due ragazzine bruciate in un rogo secoli prima e su due adolescenti scomparse invece in tempi più recenti sempre in quel paese, il quale nasconde tremendi e oscuri segreti.

La miniserie parte con delle ottime premesse e riesce a mantenerle fino alla fine, riuscendo a risolvere ognuna delle trame e sottotrame e non lasciando (quasi) nulla al caso. La serie si rivela un crescendo di suspense in cui man mano vengono aggiunti nuovi pezzi al puzzle intricato di misteri, il tutto creando colpi di scena quasi mai deludenti. Ogni nodo viene districato sapientemente e alcuni cliffhanger sono particolarmente degni di nota, in particolare quello finale che riguarda la protagonista Jack.
In totale ci sono tre sottotrame che sono collegate da un unico personaggio: Jack. A causa delle visioni il reverendo si ritrova a risolvere un mistero antico riguardante le due bambine bruciate, le cosiddette “burning girls” del titolo su cui ancora girano credenze, festeggiamenti e tradizioni. Ci sono poi le altre due sottotrame, quella circa la scomparsa nel 1992 di numerose persone legate alle adolescenti Joy Harris e Merry Joanne Lane, anche loro svanite nel nulla, e quella del vagabondo, un uomo appena rilasciato dal carcere e in cerca di Jack, cui ha ucciso il marito, che lascia dietro di sè una scia di omicidi.

L’ultima, quella apparentemente più banale, si rivelerà una delle più complesse nonostante si risolverà effettivamente negli ultimi due episodi, mentre quella che doveva essere la principale è forse quella sviluppata peggio. Il problema principale della serie sta nello sviluppo di quella sottotrama e, in generale, dell’aspetto horror. Le apparizioni delle due bambine alla fine hanno meno importanza del dovuto in quanto quella storyline sembra finire in “aria” a causa del caratteraccio di Simon, il quale per la prima volta si vede sfidato da qualcuno. In generale tutto ciò che riguarda gli Harper rimane in aria, forse per far capire che, in fondo, chi gode di soldi e di una certa reputazione la farà sempre franca nonostante sia dalla parte del torto. Lo stesso vale per la storyline legata principalmente a Flo, la quale in tutto ciò come la madre vede pure i fantasmi delle due ragazzine, ma senza che ciò sia rilevante ai fini della trama.
La storyline di Flo coinvolge invece lei e Lucas Wrigley, un ragazzo affetto da distonia di cui si innamora. Ogni volta che è con lui, però, succede sempre qualcosa di storto e vengono quasi sempre presi di mira da Rosie Harper e dal cugino, i quali si divertano a tormentare la gente.
Tutte queste storyline apparentemente sconnesse vengono poi “risolte” e risultano collegate tra loro, anche se, come detto prima, quella delle bambine e quella di Flo potevano essere sviluppate meglio.

Jack, la protagonista, è senza dubbio il personaggio più interessante della serie. Jack è una donna estremamente empatica che cerca a tutti i costi di risolvere i misteri del paese in modo da portare finalmente giustizia in quel villaggio ricco di omertà e superstizioni. Si rivela non solo un vicario particolare ma molto bravo nel suo lavoro, ma anche un’ottima investigatrice e madre. Il suo intuito la aiuta spesso nelle situazioni più difficili ed è la prima a capire “a naso” alcuni personaggi. Sin da subito ad esempio si scontra con Simon Harper e maltollera anche Lucas e Rosie, la quale sembra l’incarnazione del diavolo. Tutto ciò che la riguarda è stato realizzato perfettamente e, complice l’interpretazione estremamente valida di Samantha Morton, riesce a entrare nel cuore degli spettatori.
La figlia è invece un po’ la classica adolescente solitaria e leggermente stereotipata, non un personaggio fatto male ma nemmeno sviluppato più di tanto. Sin da subito entra in sintonia con Lucas Wrigley, il quale invece risulta il perfetto stereotipo del ragazzo “strano”. I sospetti di Jack e probabilmente anche vostri saranno confermati nonostante si provi un po’ di simpatia per lui in certi momenti, sentimento che però andrà un po’ a pugni con il vostro intuito e con la storia assegnata al personaggio, la quale si rivela un po’ tanto prevedibile.
Rosie, come detto prima, è il diavolo fatto persona. La figlia maggiore degli Harper passa le sue giornate a torturare la sorellina e Flo, talvolta assieme a suo cugino. Il personaggio va in netto contrasto con quello di Merry, accusata ingiustamente di essere “l’incarnazione del diavolo” quando al contrario lei è sempre stata una povera vittima, l’opposto di Rosie, la quale si finge un agnellino e invece è la cattiveria fatta adolescente.

La storia di Merry e Joy è quella sviluppata meglio di tutte e Merry è un personaggio caratterizzato perfettamente. Vittima di continui abusi da parte di tutte le persone che la circondano, creduta il diavolo da tutto il paese solo perché coerente con se stessa e lontana dall’essere bigotta come la madre, ha come unico appoggio la migliore amica Joy, con cui però non mancheranno scontri a causa della sua relazione con l’affascinante quanto misterioso giovane curato Benjamin Grady, anche lui scomparso nello stesso periodo delle due ragazze. L’amicizia tra le due è il punto di forza della storyline, anche se, purtroppo, come annunciato dall’inizio non sarà a lieto fine.

Tra gli attori che spiccano maggiormente ci sono Samantha Morton, David Dawson, Jack Roth e Mollie Holder, i quali danno letteralmente vita ai loro personaggi. In gamba anche Ruby Stokes, Rupert Graves (anche se lui un filino sottotono rispetto ad altre interpretazioni), Safia Oakley-Green e Conrad Khan, mentre un po’ ripetitiva la performance di Élodie Grace Orkin, la quale sembra re-interpretare il suo personaggio di Stranger Things.

Nel complesso The Burning Girls è un’ottima miniserie la cui parte horror, però, non è stata sviluppata al meglio. Eccezionale invece la componente thriller, che è il vero fulcro della serie ed è stata realizzata molto bene nonostante gli intrecci spesso complicati.

CONTENUTO:4
PIACEVOLEZZA:4
SCORREVOLEZZA:4.5
RECITAZIONE:4
ORIGINALITA’:3.5
VOTO MEDIO:4
-Jade

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