Recensione libro Via col vento di Margaret Mitchell

Editore: vari
Anno di pubblicazione:1936 (prima pubblicazione)
Pagine:1200 (edizione in foto)

Aspramente criticato nell’ultimo periodo a causa delle numerose frasi razziste, Via col vento (Gone with the wind) rimane un classico indiscusso per quanto invecchiato male per alcuni aspetti. Il libro affronta da un punto di vista semi-sudista il periodo della guerra di secessione americana e quello immediatamente dopo.

Scarlett O’Hara è la viziata e affascinante figlia sedicenne del testardo irlandese Gerard O’Hara, da cui ha preso i modi di fare, e l’elegante e mite Ellen Robillard, dalla quale ha preso il fascino. Scarlett vive con la sua famiglia e le due sorelle Suellen e Carreen a Tara, una proprietà molto grande in Georgia ricca di schiavi e cotone, simboli di agio per quel periodo storico. Scarlett è ammirata e amata da tutti i ragazzi del posto e non solo e non lo nasconde, cosa che la rende invisa alle altre ragazze, le quali la disprezzano apertamente a causa del carattere da loro considerato frivolo e del fatto che ruba loro gli spasimanti. Il suo cuore, però, è rivolto solo ed esclusivamente ad Ashley Wilkes, un sognatore dotato di un carattere e di passioni completamente opposti rispetto a quelli suoi, ma di cui è follemente innamorata. Durante una festa lui e Melanie, una ragazza mite e pudica, apparentemente scialba per Scarlett anche se dotata di un’immensa bontà, annunciano il fidanzamento e ciò porta a Scarlett a dichiararsi ad Ashley, vedendosi però rifiutata. Ciò attira ulteriormente l’attenzione di Rhett Butler, un uomo più grande che rimane affascinato dalla bella Scarlett non solo per il suo aspetto, ma anche e soprattutto per la sua schiettezza e il suo essere diversa dalle altre ragazze “per bene”.
Quando la guerra di secessione ha inizio, Scarlett si sposa col fratello di Melanie, Charles, rimanendo poco dopo vedova e con un figlio. Gli anni della guerra saranno via via più duri a causa dell’avvicinamento dello scontro in città, dove Scarlett si è trasferita assieme a Melanie. Continuano le visite di Rhett Butler, il quale si rivela sempre più innamorato per la protagonista anche se il suo cuore rimane per Ashley. Dopo la guerra la situazione si fa persino più dura a causa delle tasse imposte dai nordisti ma Scarlett, grazie alla sua determinazione, continua a lottare per mantenere una buona situazione economica e quello che, alla fine, si rivelerà sin dall’inizio il suo vero amore: quello per la sua proprietà, Tara.

Via col vento, al di là delle critiche recenti, è un classico e capolavoro indiscusso che è riuscito a parlare di una società “desueta” senza fronzoli e con ben due personaggi all’avanguardia nonché tra i meglio caratterizzati di sempre: Rhett e Scarlett.
L’autrice scrive nel 1936 questo “mattone” dedicato al periodo della guerra di secessione americana e quello immediatamente dopo scrivendo il tutto non dal punto di vista dei vincitori, i nordisti, ma da quello dei perdenti: i sudisti.
Proprio per questo bisogna prendere molte cose con le pinze in quanto l’autrice, al di là delle sue opinioni personali, sta descrivendo un periodo storico in cui nel sud gli schiavi erano, purtroppo, una realtà addirittura indice di ricchezza per le famiglie bianche benestanti, ma soprattutto ne sta parlando dal punto di vista sudista, dunque più “arretrato” e conservatore nonché, sempre purtroppo, fortemente razzista. Leggendolo adesso alcune frasi o alcuni momenti (come quello del Ku Klux Klan) fanno sdegnare il lettore moderno, però allo stesso tempo fanno comprendere meglio fino a che punto erano disposti i sudisti per sostenere i loro ideali sbagliati, al punto che persino dei personaggi noti entrano a far parte di quel discusso clan. Nonostante in Scarlett sia radicata la mentalità sudista, motivo per cui anche lei spesso dirà numerose frasi discutibili (anche se questo vale non solo sul fronte razzismo visto il carattere della donna), in lei c’è in parte anche lo spirito altruista e benevolente della madre, per cui comunque tratterà con rispetto i suoi “schiavi”, tanto che alcuni di loro rimarranno con lei anche dopo la vittoria dei nordisti e la morte di Ellen. In particolare la donna è affezionata a Pork e Mammy, che tratta praticamente come “suoi pari” (cosa che quasi nessuno faceva all’epoca a causa della mentalità sbagliata e conservatrice), ma nel corso dell’opera si capisce che comunque Scarlett non dirà delle frasi discutibili solo in merito a questo argomento, ma in generale in quanto è molto egoista e opportunista.
Definisco infatti l’opera descritta con un punto di vista semi-sudista in quanto in realtà a Scarlett non importa realmente niente di politica e agisce molto a convenienza. Quando le conviene si dimostra attaccata ai valori e alla propria patria, ma di fatto cerca solo di risollevarsi economicamente e ottenere ciò che vuole, al punto da stare e fare affari con i nordisti. Scarlett non è né sudista né all’avanguardia come i nordisti, Scarlett vive solo in funzione di se stessa per cui, nonostante gli ideali e i costumi imposti dalla madre e dalla società, agirà solo seguendo i propri fini.

L’autrice dunque svolge bene il proprio lavoro nel parlare della società dell’epoca in quanto la descrive come se facesse parte di essa, il che naturalmente suscita sdegno nel lettore moderno ma al contempo avrebbe fatto apparire innaturale e poco storicamente accurato il romanzo, che in fondo serve anche a narrare proprio quel difficile periodo storico dal punto di vista dei perdenti.
La più grande riuscita dell’autrice, però, sta nei personaggi. Al di là di Melanie che ricorda un po’ Lucia dei Promessi Sposi per quanto è casta e pura (anche se ci si affezionerà anche a lei), gli altri personaggi sono caratterizzati alla perfezione e vengono mostrati tutti i loro pregi e difetti, anche in maniera alquanto “brutale”. Vengono mostrati i veri caratteri delle donne “per bene”, le quali indossano tutte una maschera ma in realtà sono persino più inviperite di Scarlett per via della loro mentalità chiusa, l’eroico sentimentalismo su tutto ciò che riguarda la guerra, che Scarlett non condivide anche se le mancano i vecchi tempi in cui stava bene economicamente e l’ostinazione del sud sui loro ideali sbagliati.
Scarlett è una donna che non si trova bene né nella vecchia società né in quella nuova. Per tutto il tempo infatti lei vive in un limbo costante in cui non sa da che parte stare, in cui vorrebbe essere ammirata e stare in simpatia a tutti pur disprezzando sia la vecchia guardia che quella nuova. Scarlett è nata nel momento sbagliato in quanto nessuno apprezza una donna che segue i propri obiettivi ed è senza peli sulla lingua, cosa che viene spesso detta nel corso del romanzo. Nonostante sia stata cresciuta come una ragazzina “viziata” si adatta in poco tempo alla nuova situazione facendo le mansioni e i lavori più umili e disparati, arrivando a prendere il cotone e lavorare la terra pur di mettersi cibo e soldi da parte. Una donna che si sporca le mani e, successivamente, lavora a tutti gli effetti, e con successo, viene malvista dalla società, sempre pronta a criticarla. Ma Scarlett, nonostante soffra molto di ciò internamente, se ne frega e pensa al suo presente e futuro.
Scarlett è nata nel periodo sbagliato anche per via dell’aspetto “famiglia”. A differenza delle coetanee lei non vorrebbe avere figli, che vede solo come un ostacolo alla sua ascesa economica e sociale, e si sposa solo per convenienza perché sa che non può ottenere il suo vero amore. Troppo tardi si rende conto che in realtà la sua vera anima gemella le è stata sempre accanto, cosa che poi lascia Scarlett in un finale tristissimo costellato da numerose perdite e morti e con solo Tara rimastale in quanto ormai è totalmente sola.

Rhett è pure un uomo nato nel periodo sbagliato, ma che forse come Scarlett non sarebbe stato ben visto in nessun periodo storico. Come Scarlett lui non appartiene ad alcuno schieramento politico e, proprio come lei, fa sempre tutto alla luce del giorno, non negando i suoi affari loschi e i suoi rapporti con Belle Watling, una donna che gestisce una casa di tolleranza. Proprio ciò, quest’affinità, li avvicina, solo che Scarlett capisce tardi che lei in realtà avrebbe sin dall’inizio stare con lui e non con Ashley.
Rhett agisce d’istinto seguendo i propri personali ideali e i propri obiettivi, tanto che pure lui non si rivela effettivamente schierato politicamente da nessuna parte. A differenza di Scarlett mostra di avere più altruismo, anche se in realtà pure la protagonista ha fatto numerosi gesti che hanno salvato numerose persone a lei care.
Ashley, invece, è come Melanie un personaggio piatto e insipido, anzi, almeno Melanie ha un ruolo rilevante nella storia, mentre lui rimane sempre e solo l’amore platonico di Scarlett. A differenza degli altri personaggi, lui è rimasto ai tempi precedenti alla guerra e non riesce ad adattarsi al “nuovo mondo”, rimanendo un inguaribile sognatore con la testa in aria. Inutile dire che ha molto più fascino e carisma un personaggio come Rhett per quanto dalla dubbia moralità, ma andatelo a spiegare a Scarlett, che nonostante l’evidenza continua ad amarlo o comunque ad amare l’idea che si è fatta di lui.

Un’altra grande riuscita dell’autrice è lo stile. Margaret Mitchell riesce a far appassionare il lettore nonostante le 1200 pagine. Quest’ultimo si ritrova immerso nella lettura sin da subito, venendo travolto talmente tanto dalle vicende narrate da non riuscire a smettere. Non spaventatevi, dunque, di fronte al numero esorbitante di pagine in quanto sarete talmente coinvolti che vi sembreranno persino poche, motivo ulteriore per definire, ancora oggi e anche se con alcuni aspetti “negativi”, un capolavoro.

CONTENUTO:5
PIACEVOLEZZA:5
SCORREVOLEZZA:5
STILE:4.5
ORIGINALITA’:4.5
VOTO MEDIO:4.8
-Jade

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