Recensione libro Robin Hood – Il principe dei ladri di Alexandre Dumas

Editore: Einaudi (versione foto)
Anno di pubblicazione: Prima pubblicazione 1872
Pagine: 304

Robin Hood – Il principe dei ladri (Robin des bois: Le Prince des voleurs) è un classico storico scritto da Alexandre Dumas nel 1872. Il libro è una reinterpretazione del mito dell’eroe popolare del Regno Unito Robin Hood.

Gilbert Head e la moglie Margaret hanno sempre sognato di avere un bambino ma non riescono ad ottenerlo. Proprio quando la speranza li abbandona, un uomo si presenta al loro uscio con un bambino in fasce. L’uomo rivela che quel bambino è il legittimo erede della contea di Huntingdon, ma qualcuno lo ha assoldato per sbarazzarsene e perciò ha deciso di consegnarlo a loro.
Da quel momento Robin viene cresciuto come loro figlio e diventa un arciere in gamba.
Un giorno si ritrova a dare aiuto ad un cavaliere di nome Allan e a sua sorella Marianna, che si nascondono dalla crudeltà del barone Fitz Alwine. Mentre Robin si innamora di Marianna, Allan confessa di essersi innamorato della figlia del barone, ma che quest’ultimo è pronto ad ucciderlo pur di non concedergli la mano della figlia. Robin, spinto dall’amore per Marianna, decide di aiutare Allan e sfida apertamente il barone.

Da amante eterna di Robin Hood ho deciso di approfondire le mie conoscenze del mito comprando il libro di Alexander Dumas che viene considerato, a quanto si vocifera erroneamente, il padre del principe dei ladri.
Sebbene da una parte loderei la bravura di Dumas nel creare una storia basandosi solo su leggende tramandate, dall’altro però devo ammettere che il libro non mi è piaciuto molto.

Quella che si preannunciava come una storia avventurosa fatta di pericolose missioni, salvataggi di donzelle e tiri strabilianti con l’arco, si rivela essere in realtà una che si concentra molto sulla situazione politica (in particolare nelle ultime pagine) e che parla molto poco di avventura e azione.
Il personaggio che attira di più l’attenzione, oltre che ad essere unico a mio avviso, è proprio Robin Hood, che è un birbantello fatto e finito con una mentre scaltra come quella di una volpe. Il mito del “rubare ai ricchi per dare ai poveri” viene però messo un po’ da parte in quanto il ragazzo viene qui presentato come una sorta di cavaliere sempre pronto a difendere i suoi amici.
Il resto dei personaggi, come Maud, Marianna, e “l’allegra brigata della foresta”, è poco caratterizzato e vengono tutti messi da parte in moltissime occasioni. Neanche Little John, soprannome del cugino di Robin, riesce ad emergere sebbene abbia qualche pagina dedicata.

Personalmente sono rimasta delusa e più di diverse volte mi sono bloccata in quanto la storia non era riuscita a coinvolgermi a dovere. Ho trovato, parere personale, poco scorrevole il romanzo e sono molto restia a raccomandarlo. Se siete amanti del ladro più famoso della storia e volete leggere il libro di Dumas allora siete i benvenuti ma tenete le aspettative basse.

CONTENUTO: 3
PIACEVOLEZZA: 2,5/3
SCORREVOLEZZA: 2,5/3
ORIGINALITA’: 3,5/4
STILE: 3,5
VOTO MEDIO: 3,20
– Sophie

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