Recensione libro Let it snow di Maureen Johnson, John Green e Lauren Myracle

Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2008 prima edizione
Pagine: Dipende dall’edizione

Chiunque segua il blog o mi conosce sa che odio lo stile di John Green e tutti i suoi libri (ebbene sì, li ho letti tutti). Questo è stato il principale motivo che all’inizio mi teneva lontano da questo libro. Il fatto che ci fossero più autori, però, mi ha in parte rincuorata e, dopo tanto tempo, spinta a leggerlo.

Let it snow si presenta come una raccolta di tre racconti natalizi che si intrecciano tra loro tramite i protagonisti, tutti coetanei e perlopiù amici o conoscenti. Bisogna dunque fare molta attenzione persino alle comparse dei singoli racconti, in quanto si potrebbero ripresentare da un momento all’altro nel successivo.

Questo fatto che le storie fossero legate da un filo conduttore e intrecciate mi ha colpita in positivo, specialmente dato che esse non sono un po’ più lunghi dei soliti racconti brevi. Ecco, questa è un’altra cosa che di solito odio, dato che raramente l’autore riesce a concentrare in poche pagine, righe o versi qualcosa che riesca a colpire il lettore.

Il primo racconto è intitolato Jubilee Express ed è scritto da Maureen Johnson. Jubilee “Julie” è la protagonista del primo racconto ed è la figlia di due collezionisti di oggetti di Flobie. Questi ultimi vengono arrestati per aver partecipato ad una rivolta proprio riguardante questi ultimi e così Jubilee si ritrova improvvisamente sola nel periodo di Natale. Anche se ha un fidanzato, Noah, i suoi genitori le dicono di andare in Florida dai parenti, ma a causa di una tempesta di neve il treno si ferma a Gracetown. Dopo aver fatto conoscenza di Jeb, un gruppo fastidioso di cheerleader e un uomo vestito di carta stagnola (il senso???), Julie incontra Stuart, un ragazzo ebreo che le offre ospitalità. Julie accetta e durante i due giorni passati assieme a lui capisce che è molto diverso dalle apparenze…

Foto instagram di Divoratricidilibri_

Anche se la trama è parecchio surreale e per niente verosimile, questo racconto, all’inizio un po’ noioso, alla fine riesce a colpire e ci si chiede “e ora?”. Il colpo di scena finale sia in questo che negli altri racconti è più che prevedibile e anche questo poco realistico. Tra tutte questa è la storia che ho preferito, anche se sempre presenta numerosi difetti, tra cui la quasi totale assenza delle descrizioni fisiche dei personaggi, davvero fastidiosa.

Il secondo racconto è quello di John Green e si chiama “Un cheertastico miracolo di Natale”. Battute sessiste e stereotipi a parte, mi aspettavo di peggio da lui, che forse- nonostante rimanga un pessimo scrittore- è più bravo a scrivere storie comiche e a lieto fine che roba drammatica e pseudofilosofica.

Stavolta i protagonisti sono Tobin, il Duca (una ragazza di nome Angie) e JP. Tobin viene chiamato da un amico che lavora nel locale dove Jubilee è entrata nel racconto precedente in quanto quest’ultimo vuole avvisarlo del fatto che sia entrata una squadra di cheerleader nel pub. Tobin e JP non vedono l’ora di arrivare lì e poter flirtare con le cheerleader, anche se naturalmente il Duca non si trova d’accordo.

Tre quarti del racconto sono sulle disgrazie che ha dovuto subire quella povera macchina mentre l’ultima parte si concentra su una storia d’amore improvvisata. Ho detto tutto.

L’ultimo racconto è intitolato “Il santo patrono dei maiali” ed è stato scritto da Lauren Myracle, scrittrice che non avevo mai sentito nominare prima di questo libro.

La protagonista stavolta è Addie, l’ex fidanzata di Jeb (quel ragazzo che Jubilee incontra sul treno e che avrete di certo dimenticato), la quale è ancora innamorata di lui ma non sa come riiniziare la relazione. Ebbene, questo è l’unico racconto con un accenno di morale e il più realistico tra tutti. Anche se la morale di cui vi ho accennato è quella tipica di ogni film natalizio per famiglie che si rispetti (quella di non pensare unicamente a se stessi ma anche agli altri), eleva leggermente il racconto, rendendolo più speciale e degno di nota rispetto agli altri. L’unico problema sta senza alcun dubbio nella protagonista, una Mary Sue parecchio lagnosa e che vuole sempre sentirsi al centro dell’attenzione. Se vi siete chiesti perchè questa non sia la mia storia preferita eccone il motivo.

In generale anche se i racconti sono più lunghi di quelli “standard”, i fatti vengono comunque concentrati in un brevissimo arco di tempo, per cui è questo il motivo per cui risultano poco verosimili.

Lo stile di tutti e tre gli autori, un po’ meno quello di Layren Myracle, è un po’ troppo approssimativo e colloquiale, ma non in maniera realistica: dialoghi irrealistici e termini improbabili.

Tutti e tre i racconti, però, sono molto scorrevoli, forse perché si succedono dei fatti l’uno dopo l’altro non lasciando spazio a molte descrizioni e riflessioni.

Let it snow, dunque, è una lettura adatta per passarsi il tempo (se se ne ha tanto da perdere) in quanto non è per niente impegnativa, ma non mi sento di consigliarla poiché non è qualcosa che vale la pena leggere.

CONTENUTO:1.25
SCORREVOLEZZA :4
STILE:1.25
ORIGINALITA’: 2
PIACEVOLEZZA:1.5/2
VOTO MEDIO: 2
-Jade

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