Recensione libro Io & Marley di John Grogan

Editore: Pickwick
Anno di pubblicazione:20
19
Pagine:3
33

Io & Marley (Marley & Me) è libro autobiografico scritto da John Grogan, il quale parla della sua famiglia e in particolar modo del cucciolo di Labrador Marley.

John e Jenny Grogan si sono sposati da poco quando decidono di prendere un cucciolo di Labrador per far loro compagnia. Il piccolo Marley, però, ben presto si dimostra un vero e proprio terremoto, un giocherellone che non è in grado di contenere le proprie emozioni nonostante la famiglia voglia che sia più calmo.
Man mano che la coppia espande la famiglia, John si accorge che Marley fin da cucciolo gli ha insegnato molte cose tra cui godersi i bei momenti.

Ho una piccola premessa da fare. Sono cresciuta fin da piccola con un cucciolo di West Highland White Terrier chiamato Snoopy che ci ha lasciato ormai da anni. Sebbene da una parte posso capire il dolore della famiglia Grogan al punto da spingere John a rendere il cane immortale attraverso questa storia, dall’altra purtroppo ho trovato il libro poco interessante.
Volendo raccontare la storia del proprio cane Marley, John Grogan, infatti, ha creato quest’ autobiografia ma, mi dispiace dirlo, si è dato un po’ la zappa nei piedi.

Per cominciare la scrittura non è delle migliori. Ci sono alcuni punti in cui tutto è troppo descrittivo e in altri no, ci sono troppi cambi temporali e i personaggi sono troppo superficiali. Capisco che in un’autobiografia alcune cose è meglio lasciarle a parte ma a quel punto non conveniva creare un’opera di fantasia a favore di una storia più interessante?
Per lo meno le parti in cui Marley è protagonista riescono a strappare qualche sorrisino ma diventano abbastanza scontate dopo un po’, considerando anche come i coniugi non prendano precauzioni sui comportamenti del cane, per poi lamentarsene dopo. Un esempio lampante è quello del guinzaglio agganciato al tavolino di un bar e che il cane, inevitabilmente, si trascina dietro.

Una delle cose che veramente mi ha urtata e che mi stava spingendo ad abbandonare il libro è stato il modo in cui si intuiva che inizialmente il cane sia stato preso come un giocattolo. I protagonisti non solo danno per scontato il comportamento del cane, non prendendo precauzioni in diverse occasioni, ma si capisce come, sempre a detta dell’autore, sia stato preso per esercitarsi ad essere un genitore. “Se il cane campa allora possiamo essere genitori” è questa la sintesi della loro brillante discussione ad inizio libro, senza prendere in considerazione le caratteristiche della razza o provvedimenti sulla sua iperattività ed educazione. Il bello è che si arrabbiavano anche quando Marley, cresciuto come un cucciolo a cui era permesso fare di tutto, faceva qualcosa di sbagliato ripetutamente, arrivando ad ammettere di non sopportarlo.

Il finale del libro mi ha un po’ commossa perché anche io ho dovuto affrontare questo declino costante della vita del mio cane e per la prima volta, in tutta la storia, mi sono rivista nei proprietari di Marley durante la sua sofferenza. Questa è forse l’unica parte che fa “appassionare” al libro in quanto estremamente toccante e commovente, soprattutto per chi ha o ha avuto un animale da compagnia.

Personalmente non lo consiglio. Forse era meglio consegnare questa storia ad un regista fin dal principio perché come film la storia funziona, ma come libro per niente.

CONTENUTO: 2,5/3
PIACEVOLEZZA: 2,5
SCORREVOLEZZA: 2,5
STILE: 2
ORIGINALITA’: 2,5
VOTO MEDIO: 2,50
– Sophie

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