Recensione Il Ritorno di Mary Poppins

Durante il 1935, periodo di crisi, Michael Banks è nel caos più totale da quando la moglie è morta. I suoi figli hanno dovuto crescere in fretta e cercano di allietare i lavori del padre, non dandogli capogiri. Purtroppo la tranquillità instabile della casa crolla quando la banca comunica una notifica di sfratto perché Michael si è scordato di pagare per tre mesi di fila.
Senza più nessun appiglio, l’uomo si lancia in una caccia selvaggia per scovare le azioni che il padre gli aveva lasciato, senza risultati.
In suo soccorso però viene Mary Poppins, portando i bambini a fare viaggi strepitosi e a risolvere la sua situazione con il lampionaio Jack, ex apprendista di Bert, il quale nutre dei sentimenti per l’attivista Jane Banks.

Il ritorno di Mary Poppins (Mary Poppins Return) è un film del 2018 diretto da Rob Marshall.
Il film è il sequel di Mary Poppins, uscito nelle sale nel 1964, ed è l’adattamento cinematografico di Mary Poppins Ritorna, secondo libro della saga di P.L. Travers.

Un anno dopo il successo di Mary Poppins nel 1964, l’idea di un sequel girava nella mente della Disney. Tutti hanno amato la giovane tata, quindi perché non farla tornare!
Purtroppo l’impresa fu difficile perché l’autrice Travers era fortemente in disaccordo con l’adattamento iniziale che la Disney gli aveva proposto. Malgrado più avanti fu scritta una sceneggiatura approvata dalla Travers, il film rimase bloccato perché Julie Andrew aveva rifiutato la parte sostenendo di non voler più fare Mary Poppins.
Inutile dire che il film rimane in stallo dagli anni 70′ e solo dopo 25 anni si poté parlare di sequel.

Un sequel molto differenze dal precedente sotto molti aspetti: una Mary Poppins diversa, l’assenza di Bert e l’introduzione di Jack, balli e canti adatti al periodo in cui gira il film, costumi stravaganti ed effetti speciali strabilianti.


Personalmente sono rimasta stupita dal carattere che Emily Blunt ha voluto affiancare al personaggio. Diversamente dalla Mary Poppins di  James Andrews, la tata sembra molto più burbera, esibizionista e maliziosa del precedente. Per fortuna dietro c’è una spiegazione: Blunt ha deciso di utilizzare il vero carattere della tata, esattamente quello presente nei libri, ideato da Travers. A conti fatti è un’ottima cosa e la si può accettare.
La sua doppiatrice nei dialoghi è Domitilla D’Amico mentre Serena Rossi, doppiatrice di Anna di Arendelle, ha avuto la parte cantata. Sembra molto diversa dal tono giovanile e allegro che ha dato ad Anna in Frozen ma devo dire che è stata bravissima.

Quando si stava ragionando del sequel, nel 1970,  il posto di Bert sarebbe stato preso dal fratello che faceva il gelataio. Quest’idea fu approvata anche da Travers considerando che il film si doveva ambientare a un anno di distanza dal precedente.
L’idea cambiò quando David Magee fu assunto per creare la sceneggiatura nel 2015. Al posto del gelatario fu creato un lampionaio di nome Jack, ex apprendista di Bert, e conoscente stretto di Mary Poppins. Il suo ruolo fu affidato a Lin-Manuel Miranda che fece una bella comparsa mentre il doppiaggio italiano, sia parlato che cantato, fu affidato a Giorgio Borghetti.
Ma non vi preoccupare, l’attore che all’epoca ha fatto Bert, Dick Van Dike è ancora in circolazione. Ha una piccola parte verso la fine di questo film ma non nei panni dello spazzacamino ma nel ruolo di Dawes Junior, proprietario della banca. Anche se con un’esile parte di neanche 5 minuti, l’uomo ha saputo recitare, ballare e cantare tranquillamente alla veneranda età di 92 anni.

Anche le canzoni e i balli sono nettamente diversi dal precedenti. Il tempo è corso anche all’interno del film e dall’ultima volta che Mary Poppins è stata in casa Banks sono passati 30 anni. Malgrado tutto consiglio di ascoltarli perché sono strabilianti. Concentratevi soprattutto su Puoi Illuminare Il Mondo A Festa. Secondo alcune persone sembra la canzone più vicina al film precedente degli altri e hanno ragione. Con i suoi balletti acrobatici e strampalati ricorda moltissimo Tutti Insiem cantata dagli spaccacamini in Mary Poppins.
In questo ambito, anche se amo moltissimo le canzoni, sono rimasta parecchio delusa da non sentire di nuovo La Pillola Va Giù o L’Aquilone ma se prestate molta attenzione alle diverse soundtrack potrete sentire una parte della melodie citate durante le altre canzoni. In particolare “Fin dove potrà portarmi?” ha una melodia che ricorda vagamente l’Aquilone e infatti durante gli ultimi secondi si può sentire uno spezzone di quella melodia.
Personalmente ho amato moltissimo tutte le canzoni, in particolare L’abito non fa il monaco. Ottima musica, ottimo testo e significato. Anche la versione estesa, dei titoli di cosa, Il Posto dove si nasconde è stupenda. Serena Rossi ha fatto un ottimo lavoro con le canzoni!
Purtroppo Emily Blunt non è dello stesso avviso. Sì, è stata bravina, esattamente come Emma Watson in Belle, ma niente di eccezionale e a tratti poco appassionante. Stavolta bisogna dire che gli italiani hanno fatto un lavoro migliore.
La canzone candidata agli oscar è The Place Where Lost Things Go di Scott Wittman e Marc Shaiman, come quasi tutte le altre canzoni, ma a conti fatti le possibilità che riesca a vincere questo oscar sono pochissime anche perché gli hanno vietato di cantarla durante la candidatura avvenuta il 24 gennaio del 2019.

Oltre agli effetti speciali, i costumi sono strabilianti. Le sarte hanno fatto un ottimo lavoro, soprattutto con i vestiti dai colori pastelli che vengono usati quando Mary Poppins, Jack e i bambini viaggiano all’interno del vaso.

Anche se stiamo parlando di un sequel, il ruolo di Mary Poppins non è cambiato anzi è più forte. D’altronde dopo la pubblicazione di Saving Mr. Banks non potevano fare di meno. Infatti Mary Poppins, come annunciato all’inizio da se stessa, è tornata per occuparsi dei piccoli Banks ormai diventati adulti e dei bambini. Jhon, Annabelle e Georgi, dopo la malattia della madre, hanno dovuto crescere in fretta e abbandonare il mondo dei giochi. La tata li schernisce con la canzone Can You Imagine That? (Che stupendosa idea!) per farli divertire. Allo stesso tempo, grazie alle lezioni imparate dalla donna, i piccoli riescono ad aiutare il padre e insieme ritornano ad essere una famiglia felice malgrado la grave perdita.

Gli amanti del mondo Disney sono spaccati a metà. Ad alcuni piace mentre altri preferiscono il passato. Molti hanno reagito in modo negativo all’uscita di questo sequel e sarebbe curioso vedere le loro espressioni quando leggeranno che il terzo è in fase di discussione. Marshall ha affermato che potrebbe esserci, con molte probabilità, un altro film basato sulla saga di Mary Poppins.


Anche se all’inizio non mi aveva convinto molto dato che associavo Emily Blunt al suo ruolo ne La ragazza del treno, il film mi è piaciuto. Le canzoni spettacolari e la storia strappalacrime mi hanno coinvolta molto più del primo! Non posso non consigliarlo visti i numerosi pregi (tra cui gli effetti speciali) e il fatto che sia molto carino.

PARAMETRI
CONTENUTO: 4.5
RECITAZIONE: 4.5
SCORREVOLEZZA: 5
DISEGNO: 5
PIACEVOLEZZA: 4.5/5
BONUS
DOPPIAGGIO: 5
ORIGINALITA’ DEL CONTENUTO: 3.5
SOUNDTRACK: 5
VOTO MEDIO: 4.65
– Sophie Robin Kendrick

FILM DA OSCAR:
Agli Oscar 2019 il film ha ricevuto le candidature per Migliori costumi, Migliore colonna sonora, Miglior canzone a The places where lost things go e Miglior scenografia.

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