Recensione Il drago dei desideri di Chris Appelhans

Il drago dei desideri (Wish Dragon) è un film d’animazione che ricrea la storia di Aladdin cambiando (anche se spesso di poco) alcuni elementi della storia.

Durante una lezione, il piccolo Din viene sbattuto fuori dalla classe per aver disegnato un drago anziché aver scritto il kanji di quest’ultimo. Din viene presto raggiunto da Li Na, una ragazzina con cui stringe in breve tempo amicizia. Il rapporto tra i due, però, viene troncato dal trasferimento di lei, la quale se ne va via col padre in cerca di ricchezze.
Anni dopo Din è un ragazzo molto intelligente che va all’università, ma spesso si assenta dalle lezioni per fare dei lavoretti e mettersi così dei soldi da parte per un vestito elegante da indossare per il compleanno di Li Na, che nel frattempo è diventata ricca grazie agli investimenti del padre.
Durante una delle sue consegne Din riceve una teiera di giada come pagamento e la sera stessa scopre che è un contenitore per un drago magico che può esaudire tre desideri. Din vorrebbe usare i tre desideri per avvicinarsi a Li Na, ma purtroppo qualcun altro vuole rubare la teiera per usare i desideri per sé.

Nonostante la storia sia molto simpatica e scorrevole, il film sfrutta parecchio il vecchio classico Disney,. Anche Aladdin della Disney è un adattamento, ma in questo caso sembra più un adattamento di un adattamento, cosa che si nota soprattutto in alcune scene, tra cui quella in cui Long spiega che può esaudire tre desideri.
Naturalmente la storia non è uguale a quella del cartone Disney, ma bisogna dire che è parecchio ispirata
Il protagonista del film non è Aladdin ma (Alad)Din, un ragazzo molto intelligente ma che è letteralmente ossessionato dalla sua ex migliore amica Li Na. Din tiene inoltre moltissimo a sua madre, che cerca costantemente di non deludere anche se non sempre ci riesce.
Long, invece, è il suo opposto. Inizialmente il drago è una creatura molto egoista e poco collaborativa che cerca di spingere Din ad esprimere i desideri il più velocemente possibile pur di scontare la propria pena e andare in paradiso. Grazie a Din, però, capirà che ricchezza e potere non sono tutto e imparerà ad essere più altruista. Il suo finale, infatti, per quanto plausibile, sembra un po’ fuori luogo in quanto è come se il fatto che abbia raggiunto l’obiettivo posto dal Dio fosse totalmente inutile.
Sia lui che Din sono comunque ben caratterizzati e la dinamica sempre ironica tra i due è divertente e per nulla statica dato che col passare del tempo i due si avvicineranno nonostante le differenze caratteriali.
Li Na e il padre sono invece i personaggi meno caratterizzati, in particolare lei dato che a tratti sembra essere la stessa del passato e a tratti (quasi sempre) la marionetta del padre.

La grafica e l’animazione sono vivaci e ben fatte e doppiaggio (inglese e italiano) e colonna sonora sono altrettanto validi.

Anche se non è del tutto originale, Il drago dei desideri è un retelling fatto abbastanza bene e che insegna l’importanza degli affetti e dell’altruismo rispetto alla ricchezza. Con i suoi colori vibranti e una storia estremamente scorrevole, il film si rivela estremamente piacevole da guardare, motivo per cui non possiamo fare a meno di consigliarvelo.

CONTENUTO: 3,5/4
PIACEVOLEZZA: 3,5
SCORREVOLEZZA: 3,5
DOPPIAGGIO: 3,5
ORIGINALITA’: 3
VOTO MEDIO: 3,50
– Sophie

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