Recensione film The Prestige di Christopher Nolan

Basato sull’omonimo romanzo di Cristopher Priest, The Prestige è uno dei film che più racchiude l’essenza di Nolan. Aiutato dal fratello Jonathan nella sceneggiatura, scritta a quattro mani per un lungo periodo di tempo, Nolan torna al cinema con una quinta opera ancora più complessa delle precedenti, la quale, assieme a Memento e Following, fa da base per i suoi futuri film tra cui il recente Tenet.

Alfred Borden e Robert Angier sono due illusionisti che, da anni, sono in un rapporto di intensa rivalità. Le scene iniziali mostrano gli ultimi giorni di Borden, il quale è stato accusato di aver ucciso il collega e nemesi, per poi andare a ritroso nel tempo, facendo capire allo spettatore cosa abbia causato questo rapporto turbolento e, in generale, cosa sia successo prima della scena iniziale. Borden e Angier sono inizialmente due aiuti di uno scenografo esperto di illusionismo, ma in seguito ad un “incidente” causato dal primo e che è costato la vita all’ex moglie del secondo, si sono separati e hanno condotto alcuni spettacoli per conto loro. Il senso di vendetta, però, non è mai cessato di esistere per Angier, così i due iniziano a farsi dei torti sempre più gravi, che porteranno ad un tragico esito per loro e coloro che li circondano.

L’illusionista prende quel qualcosa di ordinario e lo trasforma in qualcosa di straordinario. Ora voi state cercando il segreto… ma non lo troverete, perché in realtà non state davvero guardando. Voi non volete saperlo. Voi volete essere ingannati.

Questa frase è parte di un discorso più grande che, in fondo, spiega non solo l’opera ma gran parte della filmografia di Nolan. Egli prende delle trame apparentemente ordinarie per renderle, grazie a degli intrecci complessi, straordinarie, confondendo lo spettatore che magari, non conoscendo il regista, guarda il film con disattenzione, arrivando alla fine con una sensazione di stupore.

L’attenzione per i dettagli, però, è fondamentale in ogni opera di Nolan, persino la più semplice. Se si perde anche un solo passaggio, come in questo film o in Tenet, si rischia anche di non capire nulla del quadro generale, in quanto è come se mancasse un tassello del puzzle. La non-linearità della storia, gli elementi psicologici e fantascientifici e l’intrecciarsi dei vari eventi sono ciò che rende le opere di Nolan complesse e geniali allo stesso tempo, in quanto egli parte da temi o trame usate e strausate per renderli originali e innovativi.

E’ questo che succede anche in The prestige, il quale, come scrive lo stesso Nolan in uno dei dialoghi del film, è suddiviso in tre atti, come un numero di magia. Durante il primo atto egli propone qualcosa di ordinario, mostrando una semplice storia di rivalità tra due colleghi. Nel secondo, invece, inizia l’intreccio vero e proprio, quello in cui la trama raggiunge il livello più alto di complessità e trasforma qualcosa di ordinario in straordinario. Qui è simboleggiato dalla macchina di Tesla e dai trucchi inizialmente indecifrabili di Borden, i quali sono agli occhi di tutti totalmente straordinari. Infine c’è il terzo atto, il “prestigio”, in cui lo straordinario diventa di nuovo ordinario e ciò che è scomparso, magicamente, riappare. Senza fare spoiler, tutto questo accade anche nella parte finale, in cui tra l’altro, terminato il prestigio, esso viene spiegato, terminando l’inganno iniziato in primis dal prestigiatore stesso.

Al di là dell’interessante aspetto narrativo, The Prestige si manifesta coinvolgente anche sotto l’aspetto tematico, che vede la vendetta al centro dell’intera narrazione. La rivalità, infatti, pian piano consumerà i due abili prestigiatori, rendendoli vittime di loro stessi e facendo attorno a loro terra bruciata. Man mano, infatti, perderanno tutto, se non l’apparente senso di vittoria verso il proprio rivale.

I personaggi sono ben strutturati e sono perfettamente interpretati dai loro rispettivi attori, i quali sembrano essere stati “cuciti su misura”, un po’ come i costumi creati ad hoc per loro. Abbiamo un Christian Bale poliedrico e ricco di sfumature nella sua interpretazione, un Hugh Jackman più “moderato” ma che fa una certa apparenza e degli abili Rebecca Hall, Scarlett Johansson e Michael Caine. Da applaudire anche le interpretazioni di David Bowie e Andy Serkis, anche loro bravissimi come sempre.

The prestige forse non sarà l’opera magna di Nolan ma è l’unico che, assieme a Tenet, sia stato in grado di spiegare lo spirito dei suoi film alla perfezione. Quest’opera di inganni e vendetta coinvolge fino alla fine, tenendo lo spettatore col fiato sospeso persino quando, negli ultimi minuti, viene spiegato il trucco.

CONTENUTO:3.5/4
PIACEVOLEZZA:4
SCORREVOLEZZA:3.5/4
RECITAZIONE:4
ORIGINALITA’:4
VOTO MEDIO:4
-Jade

FILM DA OSCAR:
Il film è stato candidato agli Oscar 2007 per Miglior scenografia e Miglior fotografia.

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