Recensione film Quarto potere di Orson Welles

“Rosebud”

Probabilmente a voi questo nome non dirà assolutamente nulla, così come all’ignaro spettatore che sta per vedere uno dei più grandi capolavori dell’intera cinematografia. Rosebud (Rosabella in italiano) è l’incognita, il pezzo mancante del puzzle, che sia lo spettatore che il coprotagonista del film, il giornalista Jerry Thompson, cercano di comprendere.

Quarto potere (Citizen Kane) ruota attorno alla vita di Charles Foster Kane, un magnate dell’editoria e amante degli eccessi che, poco prima di morire, pronuncia la parola “Rosebud”. Jerry Thompson viene incaricato di scoprirne il significato, così inizia a interrogare le persone che gli erano state più vicine in vita. Inizia così un alternarsi tra presente e flashback, il durante e post-Kane visto che, nonostante la sua assenza, il vero protagonista del film continua a lasciare le sue impronte.

Ogni persona che è stata in stretti rapporti con lui conosce solo una parte di Charles Kane, la parte che lui tende a mostrare al pubblico. Egli si mostra come un uomo amante del lusso, delle sfrenatezze e del divertimento, un uomo pronto a fare (e realizzare) tutto ciò che gli passa per la testa. Proprio questo amore per il divertimento e le cose materiali, però, non è altro che la maschera che lui usa per nascondere la sua solitudine interiore.

Abbandonato dalla madre la quale voleva per lui un futuro migliore, Kane da piccolo venne affidato ad un uomo d’affari di nome Thatcher, il quale gli vorrà bene ma non riuscirà mai a colmare quel senso di vuoto causato dalla perdita della sua famiglia. Inizia così il tormento del protagonista, quella solitudine che lo perseguirà per tutta la vita e gli impedirà di affezionarsi e amare se non alle sue condizioni, condizioni che in realtà sono simbolo di un amore inesistente. Per lui tutto, persino le persone, è un bene materiale, qualcosa di cui si può disporre a piacimento e in qualsiasi momento. Usa le persone come pedine per realizzare i suoi scopi, compreso il suo miglior amico Leland, che forse è la persona cui più riesce ad affezionarsi, e le sue due mogli.

Kane è un uomo difficile e lascia intorno a sè solo terra bruciata, ma non è del tutto colpa sua visto che in fondo, come viene dimostrato durante il film, nessuno ha mai voluto conoscere il vero Charles, il bambino mai veramente cresciuto che sarebbe voluto rimanere con la propria famiglia e il suo amato slittino quel giorno in cui fu affidato al ricco Thatcher.

Il film tratta anche la tematica dei mezzi di comunicazione, cara a Welles in quanto lui stesso, in primis, li ha usati nel modo più creativo possibile. Basti pensare all’esperimento de La guerra dei mondi fatto via radio, il quale ha spaventato gran parte degli americani in quanto credevano che gli alieni fossero arrivati sulla Terra.
In questo caso Welles e Mankiewicz, il suo cosceneggiatore, hanno voluto dare un’impronta quasi negativa alla comunicazione di massa e, in generale, alla comunicazione umana. Come affermato prima, nessuno conosceva bene Kane, eppure tutti affermavano di conoscerlo. Tutti leggevano e sentivano parlare di lui, ma nessuno conosceva il vero Kane.

Non solo dal punto di vista della sceneggiatura, ma anche dal punto di vista tecnico Quarto potere è un film unico nel suo genere. Innanzitutto la particolarità maggiore sta nel fatto che a Welles sia stata data dall’RKO piena libertà creativa, cosa che gli ha permesso di realizzare il film secondo i suoi canoni.
Grazie all’aiuto dei suoi collaboratori, tra cui Gregg Toland e Robert Wise, ha realizzato (servendosi anche di alcuni trucchetti poi superati con il successivo “L’orgoglio degli Amberson”) delle inquadrature sublimi in cui, nonostante il vasto sfondo ricco di dettagli, si riescono a mettere a fuoco dei soggetti di interesse (vedesi scena della firma).

Fotografia, riprese in generale, scenografia, montaggio e colonna sonora sono sublimi, degne del capolavoro qual è Quarto potere. Senza dubbio il film è stato rivalutato nel corso degli anni e, per fortuna, gli sono stati riconosciuti i giusti meriti. Chiunque, amante del cinema o meno, deve vedere almeno una volta nella vita questo cult, in quanto al 100% rimarrà affascinato dal soggetto e dall’alone di mistero dietro di esso, mistero che si porterà Fin dentro la tomba.

CONTENUTO:5
PIACEVOLEZZA:5
SCORREVOLEZZA:4.5
RECITAZIONE:4.5
ORIGINALITA’:4
VOTO MEDIO:4.6
-Jade

FILM DA OSCAR:
Agli Oscar 1942 ha vinto il premio per la Migliore sceneggiatura originale ed è stato nominato per Miglior film, Migliore regia (Orson Welles), Miglior attore protagonista (Orson Welles), Migliore fotografia, Migliore scenografia, Miglior colonna sonora, Miglior montaggio e Miglior sonoro.

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