Recensione film Marrowbone di Sergio G. Sánchez

Il binomio Sergio G. Sánchez-Juan Antonio Bayona ha funzionato perfettamente in The orphanage, tanto che è stato apprezzato parecchio dalla critica e persino dalla sottoscritta. Sánchez torna in chiave di sceneggiatore e stavolta anche di regista con Marrowbone (El secreto de Marrowbone), in cui dirige delle giovani promesse della recitazione in un thriller psicologico-horror.

I protagonisti sono quattro fratelli che a causa di un passato difficile e del padre violento decidono di trasferirsi in America. Qui vivono isolati dal mondo assieme alla loro madre, la quale però presto si ammala gravemente e muore, lasciando i quattro giovani al loro destino. Per poter continuare a mantenere la casa decidono di seppellire la madre in giardino e fare finta che sia ancora viva, ma purtroppo questo non sarà per loro l’unico ostacolo. All’interno della casa, infatti, si nasconde una misteriosa e sinistra entità che terrorizza e tormenta i quattro giovani, facendo riprovare a questi ultimi le paure del passato.

Per quanto meno ingegnoso di The orphanage, Marrowbone riesce comunque a stupire grazie alla scrittura di Sánchez, il quale riesce a creare dei buoni colpi di scena e dimostra nuovamente di saper sfruttare il genere. Un po’ come The others, The orphanage e Shutter Island, il film mira a sorprendere lo spettatore con un finale sconvolgente, di quelli che non si riescono a prevedere se non, per quelli che stanno attenti ai dettagli, verso le ultime scene.

La trama e la sceneggiatura in generale sono buone, ma qualcosa manca per renderla al livello di The orphanage. In parte i dialoghi sono un problema visto che non sono perfetti, ma forse è il poco sviluppo dei protagonisti a non riuscire a elevare il film. A parte Jack (e sempre parzialmente) gli altri sono poco caratterizzati. Non si intendono solo i fratelli, ma anche gli altri personaggi, tra cui Allie, loro amica e allo stesso tempo figura un po’ misteriosa. La stessa evoluzione finale dei protagonisti, per quanto strabiliante, lascia un po’ l’amaro in bocca, come se mancasse qualcosa che la rendesse verosimile.

George McKay e Mia Goth si rivelano gli attori più in gamba mentre gli altri, pur facendo una discreta interpretazione, non riescono a emergere per via della poca presenza sullo schermo. Ad ogni modo il cast è fresco e interessante e in generale promosso. Il film, pur presentando degli ottimi spunti, non riesce invece ad entusiasmare come la sopracitata precedente opera del regista-sceneggiatore, deludendo su alcuni fronti ma riuscendo a stupire su altri.

CONTENUTO:3.5
PIACEVOLEZZA:3.5
SCORREVOLEZZA:3.5
RECITAZIONE:3.5/4
ORIGINALITA’:3.5
VOTO MEDIO:3.6
HORROR/ANSIOMETRO:1 su 10
-Jade

Lascia un commento