Recensione film Luca di Enrico Casarosa

Luca è un film d’animazione diretto da Enrico Casarosa e prodotto dalla Pixar Animation Studios in co-produzione con Walt Disney Pictures.

Vicino a Portorosso, un paesino immaginario della riviera ligure, vivono Luca Paguro e il suo amico Alberto Scorfano, due “mostri marini” che, usciti dall’acqua, si trasformano in umani. Sin da piccolo a Luca è stato detto di stare lontano dagli umani ma quando conosce Alberto, che vive da tempo sulla terraferma, la sua vita cambia radicalmente. I due sognano di viaggiare in vespa e progettano di costruirne una con dei rottami, ma in tutto ciò Luca deve mantenere la sua amicizia con Alberto e la sua doppia vita sulla terraferma segrete. Quando i genitori scoprono delle sue uscite sulla terraferma minacciano il figlio di mandarlo negli abissi con lo zio, così Luca e Alberto scappano a Portorosso per girare liberi su una sorta di Vespa costruita con alcuni rottami. Qui incontrano Giulia, una bambina che li spingerà a partecipare ad una gara speciale per potersi permettere una vespa vera e realizzare il loro sogno.

Vagamente ispirato alla leggenda di Colapesce, Luca si allontana dai temi filosofici ed esistenzialistici di Inside out e Soul (entrambi di Docter) e cerca di portare un po’ di leggerezza e vivacità alla Pixar. Il problema però è forse proprio questo in quanto, pur essendo forse più adatto ad un pubblico più piccolo, Luca si abbandona troppo alla leggerezza e si perde rispetto ad altri film Pixar. Magari un Soul può essere realizzato meglio ma apprezzato meno da un pubblico di bambini viste le tematiche, ma ci sono altri film come Onward, Coco, Inside out e gli stessi Toy Story che, pur riportando tematiche importanti, riescono comunque a intrattenere parecchio persone di ogni età. Luca, invece, punta più ai bambini e, per questo, risulta più scanzonato e meno impegnato rispetto ad altri film Pixar, il tutto pur trattando alcune tematiche come la diversità e la discriminazione.

Sebbene non sia dimenticabile come Il viaggio di Arlo o alcuni sequel Pixar (Toy story 4, qualcuno sta indirettamente parlando di te), Luca non riesce ad essere speciale o a distinguersi dalla massa, tanto da avvicinarsi più ai vecchi film Disney per certi aspetti. Ha una trama semplice e che può essere compresa da tutti e lancia un bel messaggio, ma forse non è abbastanza.
Per tutto il film si ha la sensazione che manchi qualcosa, quell’elemento in più che lo renda originale e lo faccia distinguere da prodotti simili. Per quanto l’amicizia tra Luca, Alberto e Giulia sia ben realizzata e anche abbastanza realistica, al film manca una trama di fondo accattivante visto che il fine ultimo dei ragazzini sembra quello di vincere la gara per ottenere la Vespa…e basta. Manca una storia più avventurosa, una in grado di osare e magari riportare indietro anche il concetto di “villain”, ormai sempre più assente nei film Disney e Pixar. Per quanto possano essere belle anche delle storie senza cattivi e antagonisti, se non c’è del mordente essi sono gli unici in grado di risollevare la situazione stravolgendo l’andamento della storia, ma in Luca ciò non accade perchè Ercole Visconti è più un bulletto scritto male che un antagonista decente.

Il punto forte del film, come scritto prima, è l’amicizia tra i tre protagonisti in quanto non solo dimostra come sia possibile essere amici di chi, in determinati gruppi, è considerato diverso, ma che è possibile inserire un’amicizia verosimile in un cartone animato. In quasi tutti i film d’animazione gli amici sono eterni e per la pelle, mai un litigio e sono sempre d’accordo col protagonista anche quando quest’ultimo ordina loro di darsi fuoco e buttarsi dal Monte Fato. In alcuni c’è l’amico traditore o antieroe, ma raramente quello “geloso”. Come in molti casi reali Alberto è geloso di Luca in quanto, essendo cresciuto praticamente solo, pensa di avere “l’esclusiva” su di lui e ha paura che diventando amico anche di Giulia lei glielo possa togliere. Alberto ha paura di rimanere solo nuovamente e di perdere l’unico e caro amico che ha, motivo per cui inizia a isolarsi e a diventare sempre più irrequieto nei confronti di Giulia e dell’amico, il quale tra l’altro inizia anche a manifestare degli interessi verso la scuola e lo studio.
Alla fine i due si riappacificano e Alberto capisce che il suo rapporto con Luca è sbagliato e che, pur essendo momentaneamente solo, in realtà non lo è in quanto Luca in realtà pensa a lui anche se distante. Sì, si tratta di amore ma non inteso come “cotta” ma come amicizia profonda, fraterna, tra due personaggi molto diversi tra loro ma che, assieme, si completano. Luca è il lato razionale di Alberto mentre quest’ultimo lo sprona a uscire fuori dalla sua comfort zone, dandogli il coraggio di essere se stesso e proteggere chi ne ha più bisogno. Alberto è geloso perchè è grazie al loro rapporto entrambi sono riusciti ad uscire dal loro guscio e aprirsi totalmente, motivo per cui lui pensa sia una cosa esclusiva in quanto crede che non possa mai più accadere. Conoscendo Giulia meglio riesce a ricredersi ed è commovente la scena finale per quanto sbagliata visto che sarebbe stato meglio se entrambi fossero saliti sul treno. Va bene che il film è ambientato negli anni ’50-’60 e magari l’istruzione era considerata come una cosa non obbligatoria, però in questo modo il film avrebbe lanciato un bel messaggio comunque.

Pur essendo un film semplice i due protagonisti principali sono molto interessanti in quanto si completano a vicenda mentre Giulia è simpatica e stravagante ma allo stesso tempo è meno sviluppata caratterialmente rispetto a Luca e Alberto. Un aspetto interessante è che comunque non sia la classica ragazza perfettina e anzi, al contrario, fa parte degli emarginati perchè preferisce essere se stessa e andare contro tutti piuttosto che sottostare al volere del bulletto del quartiere.

I colori vivaci e al contempo sbiaditi rimandano sia all’atmosfera italiana che ad un senso di antichità, dunque adattandosi all’ambientazione. L’italianità è molto presente anche se, come quella di Guadagnino in Chiamami col tuo nome, il film dipinge una visione più antica dell’Italia, dettata quasi dagli stereotipi che si hanno sugli italiani e sul fascino dell’Italia a quei tempi. Non è un caso se l’ambientazione è quella che è visto che all’estero, in fondo, l’Italia viene quasi sempre vista sotto questo aspetto, con un filtro vintage che rimanda ai bei tempi in cui forse ci facevamo conoscere maggiormente all’estero.

Il doppiaggio è discreto mentre la soundtrack non è affatto memorabile a differenza di quelle di altri film Disney-Pixar. Risaltano maggiormente le canzoni italiane che, pur essendo adatte all’atmosfera, sono pure frutto di uno stereotipo. Sarebbe stato meglio inserire qualcosa di più adatto alla trama, magari originale, in lingua e non soffermarsi su delle canzoni famose ma fuori contesto e messe solo per effetto nostalgia.

I disegni sono carini ma non entusiasmanti anche se si apprezza il fatto di rendere i mostri marini come più simili a dei pesci che agli uomini. Belli inoltre i colori e i paesaggi, che pur avendo un filtro vintage sono comunque suggestivi.

Luca è un film semplice e abbastanza banale che avrebbe certamente potuto fare di più ma, allo stesso tempo, riesce a catturare l’attenzione dello spettatore. Esso riesce a intrattenere senza soffermarsi su temi troppo complessi o poco trattati, ma rimane comunque poco memorabile e si sofferma spesso su stereotipi o situazioni già viste e riviste.


CONTENUTO:3.5
SCORREVOLEZZA:4
PIACEVOLEZZA: 3
DISEGNI:3.5
ORIGINALITA’ DEL CONTENUTO: 2.5
VOTO MEDIO:3.3
-Jade

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