Recensione film Don’t look up di Adam McKay

Don’t look up è un film che ha diviso notevolmente la critica. C’è chi ha gridato al capolavoro e chi lo ha ritenuto più che mediocre, ma di fatto la verità sta nel mezzo.
Tutto inizia con la scoperta assurda fatta dalla giovane dottoranda in astronomia Kate Dibiasky: una cometa sconosciuta. Lei e il professor Mindy scoprono che la cometa colpirà la Terra entro sei mesi e ciò porterà alla fine della vita sul pianeta e, desiderosi di condividere il prima possibile questa notizia ai piani alti, cercano subito di parlare con chi di competenza. Di fatto, però, si trovano ostacolati da una presidentessa che cura solo alla propria immagine, da un ricco investitore che pensa solo ad aumentare la propria ricchezza, dai media e dalla maggior parte delle persone, le quali non credono alla cometa fino a quando non la vedono arrivare.

Don’t look up è un film particolare e non ci si stupisce che abbia diviso la critica. Adam McKay sfrutta il suo originale stile come in Vice e La grande scommessa e fonde una tematica seria alla black comedy, il tutto stavolta aggiungendo anche il genere fantascientifico-catastrofico.
L’opera vuole essere un’allegoria del cambiamento climatico e dei danni che, col passare del tempo, causerà al pianeta e alla vita stessa. Un po’ come per la cometa, la gente non crede nel cambiamento perchè, pur essendoci i segnali, non vede ancora il problema come reale. Si sa che sul lungo andare ci saranno delle conseguenze più che gravi (alcune delle quali si stanno già realizzando) ma si ignora il problema o lo si nega in modo tale da continuare a perseguire i propri interessi.

Mentre Kate Dibiasky rimane fedele alla causa fino a quando non capisce che ormai è tardi ed è come combattere contro i mulini a vento, Mindy sfrutta l’onda del successo e diventa una marionetta dei media, l’immagine di uno scienziato che parla di qualcosa pur non trasmettendo realmente il messaggio che vorrebbe dire. Ci sono poi la Presidente Orlean e il figlio, critica al disinteresse della classe politica verso i problemi che riguardano non solo la gente, ma anche la salvaguardia del pianeta. Ogni mossa di Orlean è atta semplicemente alla auto-promozione della sua immagine e non ha mai avuto a cuore la causa di provare a deviare il corso della cometa, tanto che dopo un periodo di negazione della cometa decide di accettarla ma non fa di fatto nulla ed è solo una manovra politica.

Allo stesso tempo però la Presidente dipende dal magnate della tecnologia, un uomo ricco che investe nel progetto solo e unicamente per arricchirsi ulteriormente, portando ad un fiasco annunciato di cui non gli importa nulla perchè tanto sa che, nonostante tutto, lui si salverà. Anche lui è una satira dei milionari e miliardari che, piuttosto che occuparsi del problema, sfruttano la Terra solo per arricchirsi ulteriormente danneggiando significativamente l’ambiente. Lui è anche il simbolo del fatto che la politica, in fondo, dipenda sempre da “poteri più forti” , cioè da coloro che fanno parte dell’èlite economica della società. Chi detiene l’economia detiene anche il vero potere.

I media pure manifestano una versione fallata della realtà in cui o addolciscono il problema o lo negano, dando una visione poco chiara dell’evento e alterando i fatti. Essi non fanno trasparire la gravità della situazione per paura di perdere consenso, cosa che in fondo avviene anche nella vita reale con la questione climatica.

La gente comune, d’altro canto, rimane completamente abbandonata a se stessa e, piuttosto che avere una visione fatalista della propria vita, nega il problema. Tutti sanno che stanno per morire e non possono farci nulla, ma ignorano il problema o lo cancellano e lo negano. La gente è vittima e carnefice di se stessa visto che, negando il problema, portano ad un circolo vizioso per cui la classe politica si disinteressa ad esso e non provvede a far nulla. In fondo, però, questa stessa non fa nulla nemmeno se lo sostiene come dimostrato dal film e dalla stessa realtà, quindi si ritorna alla posizione di partenza.

La sceneggiatura è ben fatta anche se tirata per le lunghe, mentre la recitazione è sublime. DiCaprio fa una discreta interpretazione anche se non è la sua migliore mentre Jennifer Lawrence si rivela bravissima come al solito. Altri attori degni di nota sono Jonah Hill, fin troppo sottovalutato e relegato quasi sempre a situazioni o film comici, Meryl Streep, Mark Rylance, perfetto nel ruolo dello strambo Isherwell, e Cate Blanchett, sulla quale è stato fatto anche un ottimo lavoro di trucco che a tratti la rende praticamente irriconoscibile.
Altri grandi nomi sembrano invece essere stati inseriti soltanto per mostrare un cast ricco di attori famosi, tra questi in primis Timothée Chalamet, che ormai assieme a Tom Holland e Zendaya è come il prezzemolo, e Ariana Grande, che è stata letteralmente inserita solo per acchiappare una fetta di pubblico visto quanto sia inutile e mal interpretato il suo personaggio. In realtà è anche un peccato per quest’ultima perchè il personaggio aveva un certo potenziale (le persone famose vs il problema) ma non è stato sfruttato.

L’humour è particolare e ben studiato, mentre l’unica cosa che dà fastidio e rende il film più pesante è la durata inutilmente eccessiva. Il resto, finale ironico e malinconico allo stesso tempo compreso, è un’ottima satira di un problema vero ma che si ignora. Ognuno di noi dovrebbe “guardare in alto” e affrontare il problema al posto di negarlo, anche perchè a differenza della cometa in parte, stavolta, il singolo cittadino può fare qualcosa nel suo piccolo per salvare l’ambiente e l’imminente crisi climatica.

CONTENUTO:4
PIACEVOLEZZA:4
SCORREVOLEZZA:3.5
RECITAZIONE:3.5/4
ORIGINALITA’:4
VOTO MEDIO:3.8
-Jade

FILM DA OSCAR:
Agli Oscar 2022 è stato candidato per Miglior film, Migliore sceneggiatura originale, Miglior montaggio e Migliore colonna sonora.

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