Recensione film Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino

Recensione: Chiamami col tuo nome (Call me by your name) è l’ultimo film del regista Luca Guadagnino, nonché l’ultimo dei tre film della sua “trilogia del desiderio”. Il film, tratto dall’omonimo libro di André Aciman parla dell’amore presente tra due giovani, Elio e Oliver, tanto distanti quanto vicini tra loro.

I due, che all’inizio tendono quasi a evitarsi, man mano scoprono che tra loro c’è qualcosa di più dell’amicizia e persino dell’amore fraterno: c’è un tipo di amore dettato dal desiderio, passionale. L’intero film verte sul contrasto tra amicizia/amore fraterno e desiderio, rappresentato proprio dalla relazione particolare tra i due protagonisti. Anche i tempi delle azioni sono significativi in quanto ci sono momenti in cui il tempo viene dilatato e altri in cui tutto accade in un attimo.

Sono simboliche la famosa scena della pesca, per me superflua sia nel film che nel libro, che tutte le altre in cui i due protagonisti non fanno altro che fissarsi a lungo o avere delle brevi discussioni su qualcosa. In quelle scene il tempo viene dilatato all’inverosimile, rendendo a tratti il film anche un po’ pesante.

Un altro tema trattato nel film è quello della ricerca della bellezza, ricercato sia nella natura, sia nel corpo umano (quello di Oliver ad esempio ricorda molto la statua greca presentata all’inizio del film) che nelle forme d’arte dell’antichità. L’estetica è palesemente copiata da Bertolucci, così come alcuni dei temi. Il terzo tema portante del film sta nell’importanza dei nomi dati alle cose e alle persone. All’inizio del film non a caso Oliver fa una digressione sull’etimologia della parola albicocca, in quanto quella non è altro che una sorta di anticipazione alla famosa frase che dà il nome al libro e al film “Chiamami col tuo nome”.

Se la storia tra i due protagonisti ha funzionato è senza dubbio merito dei due attori, Timothée Chalamet e Armie Hammer, i quali interpretano rispettivamente Elio e Oliver. Il feeling tra i due e la loro capacità attoriale ha salvato molte scene filler e inutili. Il doversi soffermare fin troppo su alcuni dettagli spesso inutili rende il film molto più lento e a tratti anche melenso, qualcosa di forzato.

Un altro difetto che ha penalizzato molto la stessa recitazione è stato il dover parlare in molte lingue diverse, in maniera parecchio sgrammaticata tra l’altro. Sono certa che sia Timothée Chalamet che Armie Hammer che gli altri attori avrebbero potuto fare molto di più se non fosse stato per questo inconveniente. Chiamami col tuo nome è quindi un film realizzato bene, senza dubbio , ma che in molti momenti punta solo sull’aspetto “estetico”, diventando spesso noioso e/o pesante da vedere.

FILM DA OSCAR:
Il film ha vinto nel 2018 la categoria Miglior sceneggiatura non originale e ha ricevuto delle nomination come Miglior film, Miglior attore a Timothée Chalamet e Miglior canzone per Mystery of love.

Potete vedere il film su Netflix.

CONTENUTO:2.5/3
PIACEVOLEZZA:2.5
SCORREVOLEZZA:2
RECITAZIONE:3
VOTO MEDIO:2.6
-Jay

Lascia un commento