Libri brutti: Il portale degli obelischi di N. K. Jemisin

Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione:2020
Pagine:444

Saga: La terra spezzata #2

La Jemisin è una delle autrici più note nel panorama del fantasy e della fantascienza grazie ai premi vinti per la sua trilogia La terra spezzata, di cui Il portale degli obelischi costituisce il secondo capitolo.
Nonostante i premi vinti, però, la Jemisin continua a non colpirmi per via dello stile.

La storia del primo capitolo si intreccia con questa del secondo, riportando eventi del passato e del presente di Nassun, la figlia creduta perduta di Essun, e quest’ultima. Si apprende cosa è successo a Nassun prima di scomparire e dove si trova ora, in un posto in cui lei dovrebbe sentirsi accettata e poter finalmente chiamare casa ma non riesce, in quanto continua ad essere una sopravvissuta e una discriminata.
Si viene anche a conoscenza della sorte di Essun, il “tu” della storia che si trasforma in “noi” inteso come noi lettori, che rivestiamo i panni della seconda protagonista. Quest’ultima ritrova un moribondo Alabaster, colui che ha causato la frattura e la quinta stagione nell’Immoto, causando la disperazione di molte persone tra cui lei stessa. Sempre a lei, ormai consapevole delle persone che è stata, è e sarà, è pronta ad accettare il suo destino, accettando di usare il suo potere per richiamare un obelisco.

Le storie delle due protagoniste si alternano tra un capitolo e l’altro, lasciando però di fatto una narrazione pesante, asciutta e scarna, priva di basi solide e con un world building basato sul “non detto”. La narrazione è pedante, poco chiara e spesso si perde nel nulla, in descrizioni immense e vuote, prive di alcun nesso con la storia e dunque inutili. In questo modo non si riesce a legare con niente, nè con i personaggi nè con lo stesso universo narrativo, troppo distante e privo di contesto per essere compreso anche solo minimamente. Persino la trama di fondo sembra quasi inesistente, soprattutto nelle parti di Essun che sono ripetitive e prevedibili in quanto iniziano e si concludono con nulla di nuovo.

Author:unknown

Il mondo, l’Immoto, non è classico e occidentale come quello degli altri fantasy ma più “esotico”, ma si basa senza alcun dubbio sul continente africano e sul suo mix di culture e società. Questo è uno degli aspetti più innovativi assieme alle tematiche di fondo come la discriminazione e il razzismo e il classismo sistemici, che però, come ogni argomento nel libro, sono poco approfonditi.

Da un’autrice così acclamata e, di fatto, così promettente, mi aspettavo un mondo e una storia ben approfonditi mentre invece in quasi 450 pagine sembra di aver letto il nulla, puri sproloqui al fine di creare un capitolo riempitivo di una saga che parte da una buona idea ma non viene affatto realizzata.

Author:unknown

CONTENUTO:1
PIACEVOLEZZA:1
SCORREVOLEZZA:1
STILE:1
ORIGINALITA’:3
VOTO MEDIO:1.4
-Jade

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