Recensione Uncharted 4: La Fine di un ladro

“I am a man of Fortune, and I must seek my Fortune”
                                                                                                                                     ~Henry Avery

Inizio anche questa recensione con la frase iniziale del gioco che non solo può essere fonte di ispirazione, ma descrive quello che è il tema di fondo del gioco. Già in Uncharted 3 si è saputo qualcosa sull’infanzia di Nathan Drake, ma in Uncharted 4: La fine di un ladro essa viene approfondita maggiormente. “Da umili origini verso grandi imprese” o “Sic parvis magna” sono le frasi che, assieme a quella sopracitata, descrivono meglio la vita non solo di Nathan, ma anche del fratello Sam, che si credeva morto. Da un’infanzia passata in orfanotrofio e compiendo borseggi e furti i due fratelli sono diventati noti cacciatori di tesori e, finalmente, sono anche riusciti a fare fortuna grazie alle doti di ladro di Sam.

A differenza degli altri capitoli, infatti, finalmente Nathan riesce a portare a casa non solo alcuni dei semplici tesori che trova in giro, ma anche parte del grande tesoro finale che si trova a fine del gioco.
Uncharted 4 è senza dubbio il gioco della saga strutturato meglio e si districa in un vasto arco temporale che va dall’infanzia/adolescenza dei fratelli Drake a diversi anni dopo la fine dell’avventura conclusiva di Nathan nell’epilogo, dove si viene a conoscenza di un nuovo personaggio e anche del fatto che finalmente il protagonista sia riuscito ad adottare un cane (se ci si avvicina al lemure nel capitolo 11 Nathan farà un commento a riguardo).
A differenza degli altri capitoli manca l’elemento del sovrannaturale, cosa che rende il gioco più realistico e entusiasmante allo stesso modo. È vero che alcuni livelli sono piuttosto lunghi e dopo un po’ anche noiosi da portare a termine (specialmente se si cercano tutti i collezionabili), ma questo è in parte l’elemento di forza del gioco, che in questo modo si dimostra più completo. Sarebbe stato meglio forse inserire meno tesori a favore dei documenti e degli appunti, alcune delle interessanti novità aggiunte in questo capitolo grazie alle quali si possono ricavare numerose informazioni.
La storia, in generale, resta comunque emozionante e originale e la cura e l’attenzione per i dettagli sono state decisamente ripagate. Ad esempio si vede un Nathan che si adatta all’ambiente circostante e varia i movimenti in base a ciò a cui viene incontro come i modi in cui entra in macchina in base a dove si trova.
Questo elemento in realtà si è notato molto anche in Uncharted 3 , soprattutto nei capitoli ambientati nel deserto, e per fortuna è stato inserito anche qua.

Non solo tramite i flashback, ma anche tramite alcuni dialoghi durante l’avventura e alcune conversazioni opzionali (altra novità inserita nel gioco) si conoscono meglio i background di tutti i personaggi. Oltre ai personaggi di Nathan e Sam, è stato approfondito anche quello di Elena, la consorte di Nathan, che in questo capitolo riesce finalmente a rendersi veramente utile e tira fuori la donna tosta che c’è in lei. In molti come me forse speravano in un matrimonio tra Nathan e Chloe per la maggiore affinità, ma in questo capitolo ci si può ritrovare un po’ combattuti. Si continua a non sapere molto di Sully, invece, e rimane avvolta nel mistero il suo rapporto con Nadine Ross, un altro personaggio misterioso. Rafe si rivela la controparte “malvagia”di Nathan, in quanto è il suo opposto in tutto. Anche se lontano da Henry Flynn rimane comunque un buon nemico e la sua furia si vede soprattutto nell’ultimo scontro, decisamente il più epico tra tutti quelli con i boss finali per la sua originalità.

L’uso delle spade al posto delle armi è perfettamente a tema e segue quella che è la storia all’interno di questo capitolo. Due personaggi totalmente assenti sono Chloe e Cutter, di cui non si sa più nulla anche se si spera qualche spiegazione nello spin-off Uncharted: L’eredità perduta che vede lei e Nadine come protagoniste. Sempre a proposito di personaggi, i nemici sono molto più “intelligenti” che nei precedenti capitoli e i combattimenti a livelli di difficoltà elevati possono rivelarsi davvero ostici, quasi impossibili.

Non mi stupisco se in questo capitolo non hanno inserito la modalità Brutale, in quanto quella devastante è, per la prima volta, davvero devastante e distruttiva. Le munizioni sono veramente poche se relazionate ai danni che si possono fare con esse e al numero dei nemici e ciò, senza un colpo di fortuna, può creare parecchie difficoltà negli scontri che vanno dal livello 10 circa in poi. In uno dei livelli finali del gioco c’è uno scontro con un nemico dotato di DsHK (nuova arma) che può creare diversi problemi se non si hanno le armi adatte, le quali per fortuna si possono ottenere accedendo alla sezione bonus.

A proposito: l’utilizzo dei bonus NON compromette l’ottenimento del trofeo “Completato-Devastante” e, teoricamente, esso si può ottenere anche giocando i capitoli uno per uno in questa modalità, basta che poi si rigiochi l’epilogo. Dunque, anche se aveste dovuto avere problemi con un livelli, potrete rigiocarci in seguito e completare gli altri, ovviamente poi rigiocando anche all’epilogo. La sezione bonus è più o meno simile a quella dei capitoli precedenti anche se manca il trucco che permette di “oneshottare” i nemici, ovvero di ucciderli con un solo colpo. Fortunatamente è ancora presente quello delle munizioni infinite, utile per determinati trofei. Tre di questi sono un po’ ostici e anche noiosi da ottenere. Parlo del trofeo legato alla mira del 70%, quello della speedrun e Servizio completo, che mi sono rifiutata per ora di prendere. Gli altri sono simili a quelli dei precedenti capitoli e ce ne sono alcuni simpatici tra cui quello di farsi seguire dai delfini, quello delle tre reliquie importate da altri giochi e il sempre presente Marco Polo.

Per quanto riguarda i combattimenti essi sono pure meglio strutturati e, soprattutto, non sovrastano la narrazione o le parti plarform. È stato migliorato ancora di più lo stealth grazie agli indicatori di avvistamento e, assieme ad esso, anche i combattimenti corpo a corpo che ora possono essere fatti anche in coppia. I combattimenti con armi da fuoco sono allo stesso livello dei precedenti anche se, come ho già accennato prima, i pg nemici sono più svegli e sembra che prevedano le tue mosse. Si sente l’assenza dell’opzione che ti permette di rilanciare le granate ma è compensata dalla vastità di armi e dai vari modi di far esplodere in nemici. Ai soliti barili è stata aggiunta la dinamite oltre che l’LG China Lake, un lanciagranate che però è decisamente meno efficace del lanciarazzi RPG. Sono state introdotte delle novità anche nella sezione platform che finalmente è stata resa più completa. Anche se chiaramente presi in prestito dal rivale Tomb Raider, sono stati aggiunti una fune (che ricorda molto il famoso rampino) e un picchetto per scalare alcune pareti (aggiunto a partire da Tomb Raider 2013).

Questi due elementi rendono più interessante la sezione platform oltre che più realistica, dato che nei precedenti capitoli invece si dovevano fare dei salti assurdi (alcuni dei quali presenti anche in questo purtroppo) per arrivare in altre piattaforme.
Uncharted 4:La fine di un ladro si è dunque rivelato un gioco sensazionale, una conclusione più che degna della saga nonché addirittura il suo capitolo migliore. Anche se fa un po’ senso e mette un po’ di tristezza il non poter più affrontare nuove avventure con Nathan Drake, è vero che tutte le cose belle hanno una fine e che è meglio avere una buona conclusione piuttosto che un insieme di sequel senza senso e fatti male come accade per altre saghe.

CONTENUTO:3
PIACEVOLEZZA:3.5/4
GRAFICA:5
MECCANICHE DI GIOCO:4
BONUS
DIFFICOLTÀ: Molto facile (stavolta però veramente devastante in modalità devastante)
SOUNDTRACK:3.5
DOPPIAGGIO:3.5/4
ORIGINALITÀ DEL CONTENUTO: 3.8
DIFFICOLTÀ PLATINO: Facile
VOTO MEDIO:3.8

N.B. La difficoltà viene indicata con i parametri Molto facile, Facile, Media, Difficile, Molto difficile, Impossibile (bonus).
N.B. 2 La difficoltà del gioco si riferisce a quella incontrata a “Normale”.
N.B. 3 Il contenuto comprende anche, se presenti, le missioni secondarie.
-Jay

Lascia un commento