Recensione Pretty Little Liars: Original Sin-1° stagione

Pretty Little Liars, che possa piacere o meno, ha segnato la storia delle serie tv e in particolar modo il periodo che va dagli anni ’10 a oggi. Ogni volta che il franchise si è provato a espandersi, però, ha sempre fallito, fermandosi con spin-off da una stagione come Pretty Little Liars: The perfectionists o Ravenswood. Con Pretty Little Liars: Original Sin la situazione sembra essere cambiata in quanto non solo la serie è stata già rinnovata, ma sembra esserci un ritorno alle origini con un pizzico di innovazione.

A Millwood, in Pennsylvania, cinque adolescenti che non hanno apparentemente niente in comune vengono perseguitate da qualcuno di nome -A, il quale minaccia le loro vite poiché incolpa per ciò che hanno fatto le loro madri nel 1999. Le cinque, così, si alleano e cercano di capire chi si trova dietro -A e qual è stato il “peccato originale” compiuto dalle loro madri, le quali si rivelano delle ex bulle che hanno perseguitato una povera ragazza.

Pretty Little Liars: Original Sin riesce non solo a rilanciare le stesse “vibes” dell’originale PLL, ma anche dei film in stile Heathers o Mean Girls. Sono interessanti sia le parti nel presente che quelle flashback del 1999 in cui viene spiegato cosa hanno fatto le madri delle ragazze, anche se entrambe non brillano per originalità. In generale comunque la storia è avvincente e piena di colpi di scena, senza contare che le protagoniste sono dei personaggi affascinanti anche se ancora non caratterizzate al meglio.

Imogen Adams una volta aveva tutto ma, con l’avvento di -A, si ritrova a essere una madre adolescente single e che ha da poco perso la madre. Per sua fortuna c’è Tabby, una ragazza appassionata di cinema nonché sua amica, che la ospita a casa sua. Entrambe formano un duo di amiche ben assortito anche se Imogen è veramente poco caratterizzata, cosa che in parte vale anche per Noa. Quest’ultima è una ragazza da poco uscita dal riformatorio nonchè una grande atleta e, nel corso della serie, viene spiegato il suo rapporto all’inverso con la madre anche se la ragazza non viene sviluppata particolarmente al di là di questo aspetto. C’è poi Minnie “Mouse”, una ragazza nerd ossessionata da internet e con un oscuro passato che ha portato le due madri e lei stessa ad un grande trauma. Infine ci sono Faran, una ballerina di talento con un problema fisico che però non le impedisce di danzare egregiamente, e Kelly e Karen Beasley, due gemelle perfide e invidiose e la seconda anche queen bee della scuola.
Con la morte non accidentale di una delle due gemelle le ragazze si alleano e cercano si salvare se stesse, le proprie madri e anche la gemella rimanente dalla furia di -A, un po’ come nell’originale PLL.

Mouse, Faran e le gemelle sono i personaggi più affascinanti e in parte lo è anche lo sceriffo Beasley, il quale assomiglia particolarmente a quello della serie originale (no, non sono nè la stessa persona nè imparentati). Quest’ultimo è estremamente deviato ed è la causa del comportamento sbagliato delle due gemelle, le quali sono sempre derise e maltrattate dal proprio padre.
Gli attori sono stati tutti in gamba anche se a spiccare sono stati maggiormente Mallory Bechtel e Eric Johnson, i quali hanno pure avuto i ruoli più difficili.

La storia è interessante e non mancano i momenti trash ma nemmeno quelli pieni di suspense. PLL: Original Sin è riuscito a riportare in auge un franchise nonostante le probabilità che avesse successo fossero minime visti i precedenti flop. Certo, ancora molte domande sono senza risposta e i personaggi potrebbero essere approfonditi meglio (soprattutto quelli secondari, che fanno quasi da sfondo e basta), ma tutto sommato la serie, per il momento, è parecchio riuscita.

CONTENUTO:3.5
PIACEVOLEZZA:3.5
SCORREVOLEZZA:4
RECITAZIONE:3.5
ORIGINALITA’:3
VOTO MEDIO:3.5
-Jade

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