Recensione Mass Effect: Andromeda

Mass Effect: Andromeda è un action rpg fantascientifico della Bioware che, purtroppo, a differenza degli altri capitoli della nota saga, non ha ottenuto lo stesso successo.

Stroncato sin dall’inizio senza alcun apparente motivo (grafica oscena a parte), Mass Effect: Andromeda non ha goduto di molta fortuna, pur essendo, di fatto , un gioco discreto che riprende molto le atmosfere e il gameplay del primo capitolo apportando diversi cambiamenti.

Esso è ambientato circa 600 anni dopo l’annuncio della minaccia dei Razziatori e quindi dopo gli eventi di Mass Effect 2 e vede come protagonista Sara o Scott Ryder (nome ovviamente modificabile in gioco). Gli umani, per sfuggire alla minaccia, decidono di colonizzare una nuova galassia, ovvero quella di Andromeda, mandando lì varie “Arche” contenenti numerosi umani, salarian, turian, krogan e asari in stasi. A capo di ogni arca c’è un Pioniere (Pathfinder) che deve essere in grado di guidare la spedizione di colonizzazione e affrontare ogni possibile situazione di pericolo. Durante i 600 anni di stasi per arrivare ad Andromeda, quest’ultima è cambiata notevolmente: i pianeti idilliaci che si immaginavano sono adesso ostili per via della presenza di due nuovi antagonisti, i Kett e i Relictum.
Arrivati nel primo pianeta, Habitat 7, Ryder nota subito che qualcosa non va nell’atmosfera e nota anche degli strani monumenti che, a quanto pare, sembrano influire con le condizioni di questo e degli altri pianeti. Accompagnato/a dagli altri membri dell’equipaggio e dal padre nonchè Pioniere Alec Ryder, Ryder prova a sistemare la situazione sul pianeta, ma le cose non vanno come previsto e Alec muore sacrificandosi per il figlio/la figlia.

Ryder diventa dunque il nuovo Pioniere e il suo compito sarà quello di salvare la galassia dalla minaccia Kett, che farà di tutto pur di avvicinarsi e sfruttare la tecnologia Relictum. Il loro obiettivo, infatti, è quello di usarla per distruggere i pianeti della galassia facendo sopravvivere solo coloro che sono considerati puri, ovvero loro stessi. Ovviamente la storia non sembra finire con questo capitolo e lascia diverse questioni non concluse tra cui una nuova possibile minaccia Kett e, soprattutto, una domanda molto importante: chi sono veramente i Relictum?

Le missioni principali, pur essendo poche, sono fatte abbastanza bene e propongono una svolta originale alla saga di Mass Effect. Nella prima trilogia, infatti, abbiamo avuto modo di approfondire in toto la nostra galassia, conoscendo bene nuove specie tra cui i turian, krogan, asari, salarian, quarian, geth, batarian, drell e i misteriosi Razziatori e Collettori. In questo primo capitolo di, si spera, una nuova saga, si esplora invece una galassia totalmente nuova e altrettanto affascinante e si ha modo di conoscere nuove specie oltre a quelle, ai più, noti (in particolare krogan, turian, salarian e asari vista l’assenza di altre razze momentaneamente) come i Kett, i Relictum, che ricordano molto i geth anche se più misteriosi, e gli Angara, senza alcun dubbio la razza più originale.

Il problema della storia principale sta nella presenza di troppe domande senza risposta che si spera la ottengano in dei futuri capitoli ma, per ora, rimangono aperte. Nemmeno svolgendo le numerose missioni secondarie, che sono il punto di forza del gioco si ottiene la stessa sensazione di “completezza” che si otteneva giocando alla precedente trilogia, la quale ci presentava la nostra galassia e la storia in ogni minimo dettaglio.

Il gioco, come accennato prima, comprende numerose missioni secondarie. Alcune di esse sono molto importanti ai fini della storia, altre invece rientrano nelle quest “random” e sono perlopiù collegate al collezionare e raccogliere cose per fini scientifici/politici. Le più importanti in assoluto rientrano nella categoria Alleanze e relazioni e comprendono le missioni fiducia, che certe volte sono più di una per ogni personaggio, quelle riguardanti i ritrovamenti delle arche turian, salarian e asari e altre che hanno uno stretto rapporto con la storia principale. Ci sono poi altre missioni legate ai pianeti e prevalentemente “politiche” che possono influire relativamente nella missione finale della campagna ma, a differenza degli altri capitoli, sono davvero poche le “scelte importanti” da compiere.

Nella trilogia principale, infatti, il giocatore, come in un qualsiasi rpg fatto bene, doveva scegliere delle precise opzioni di dialogo dalle quali dipendevano numerosi cambiamenti all’interno della missione principale. In poche parole il giocatore era spesso costretto a compiere scelte importanti che, così come in un buon rpg che nella realtà, hanno delle conseguenze che si riflettono non solo nella galassia ma anche nel profilo del protagonista, che può essere eroe o rinnegato. Qui invece non è più presente quella caratteristica di gioco, grande assente nella maggior parte degli ultimi rpg (basti pensare a Fallout 4, privo del karma), sono rare e parecchio inutili le situazioni in cui si può intervenire con dei quick time events e ancora più rare le conseguenze all’interno del gioco.

Spesso il giocatore sarà combattuto da alcune scelte morali ma, di fatto, qualsiasi scelta egli compia, non accadrà nulla in entrambi i casi. Il caso più strano in cui ciò è accaduto è quello riguardante una determinata missione “politica” su Kadara, in cui si deve compiere una scelta veramente importante ma che, di fatto, non cambia nulla nel gioco al di là di una possibile relazione per Ryder sia maschio che femmina.

Altra nota negativa sono i personaggi, perlopiù poco interessanti rispetto a quelli dei capitoli precedenti con cui scatta subito il paragone. A parte Jaal, Drack e parzialmente Vetra e Cora, tutti risultano totalmente privi di una storyline ben fatta. Tutti risultano piatti, privi di una degna caratterizzazione, cosa che porta pure a coinvolgere meno il giocatore. Le relazioni, di amicizia o romantiche, erano infatti uno dei punti forti dei primi Mass Effect dato che in questo modo si poteva conoscere meglio i propri compagni di squadra e, soprattutto, si poteva instaurare un rapporto molto verosimile alla realtà, soprattutto quello romantico ai tempi molto criticato ma in realtà fortemente azzeccato. Qua invece non si ha lo stesso coinvolgimento e le missioni fedeltà non sono altrettanto interessanti a parte quella di Drack, che forse tra tutte è la più completa. I possibili compagni maschili per Sara Ryder, a parte Jaal, sono senza alcun dubbio i meno interessanti dato che o sono totalmente piatti (Liam Kosta) o poco affidabili (Reyes Vidal, che in realtà è bisex).

Jaal, uno degli Angara

Per quanto riguarda il sistema di combattimento, invece, esso è fatto abbastanza bene. La componente action/sparatutto, infatti, è gestita meglio rispetto alla trilogia precedente in particolar modo grazie alla possibilità di poter usare tutti i profili contemporaneamente. Nella trilogia principale si poteva scegliere un solo profilo e, in tutti i capitoli, quello di Soldato risultava essere quello più efficiente. Qui, invece, i poteri biotici e tecnologici sono stati notevolmente migliorati ed è possibile sbloccare qualsiasi profilo in base al numero di punti usati in ognuno. Le armi, che come per le corrazze è possibile realizzare, sono molte e di vario genere e si possono migliorare grazie ai numerosi incrementi. Ci sono poi anche delle munizioni speciali e altri elementi che permettono il potenziamento di scudi e/o corrazze, ma questi di fatto non risultano molto utili eccetto per i Cobra rpg.

I nemici sono altrettanto ben variegati dato che non abbiamo solo i numerosi relictum ma anche i Kett, suddivisi in altrettanti “livelli” e specializzazioni (prescelto, predestinato, asceso, ecc.), i Roekaar, i banditi perlopiù esuli e vari animali. I combattimenti sono sempre coinvolgenti e alcune volte anche frustranti, specialmente con gli Architetti relictum, impossibili da sconfiggere a livelli bassi, e Distruttori (soprattutto il Progenitore). Quando si è a corto di munizioni si possono sempre sfruttare i validi poteri biotici e, soprattutto, tecnologici che permettono di invalidare il nemico o annientarlo ancora più facilmente. Ci si può anche far aiutare ad un certo punto da Poc, il relictum modificato da Peebee e da altri relictum che saranno presenti nel corso della campagna principale (o di missioni secondarie come quella legata all’asari sopracitata).

Source unknown (help us find the owner!)

Nuovamente presente è anche il vecchio sistema di esplorazione e scansione dei pianeti del primo Mass Effect, il secondo, tra l’altro, notevolmente migliorato anche se a tratti frustrante. L’esplorazione dei pianeti con il Nomad ci fa immergere maggiormente nei magnifici paesaggi nonostante un’atmosfera spesso ostile per via degli interventi di antagonisti. Ci sono però numerosi bug in cui il Nomad si blocca, ma tutto sommato non sono invalidanti e si possono tollerare.

L’aspetto grafico e, in particolar modo, le animazioni, dovrebbero essere uno degli aspetti più importanti in un gioco basato sulle espressioni e emozioni, ma, purtroppo, qui Mass Effect:Andromeda ha fallito totalmente. La scelta di usare come motore grafico Frostbyte 3 e non il vecchio e molto più efficiente e realistico Unreal Engine 3 è costata gravemente al gioco, il quale si è visto stroncato principalmente per questo motivo.

Gli obiettivi sono abbastanza facili da sbloccare e la maggior parte di essi si ottengono semplicemente giocando e compiendo numerose missioni. Consiglio personalmente di variegare i profili in modo da avere abilità sia di combattimento che biotiche e tecnologiche, utili se non necessarie per sbloccare numerosi trofei. Alcuni magari potrebbero apparire ostici perchè legati a determinate azioni, ma quello che realmente potrebbe causare maggiori problemi è Imperturbabile, in cui si deve completare il gioco in modalità folle.

Mass Effect:Andromeda, pur presentando diversi difetti, è comunque un gioco molto piacevole e godibile che offre un’esperienza di gioco molto coinvolgente, pur non arrivando ai livelli dei precedenti capitoli. Senza alcun dubbio esso, pur non essendo un capolavoro come la trilogia principale e, a mio parere, soprattutto il primo Mass Effect, non meritava di subire tutte quelle numerose critiche e si spera in uno o più sequel che possano rispondere alle numerose domande lasciate in sospeso nella quest principale, tra cui quella dell’arca quarian.

CONTENUTO:3.5
PIACEVOLEZZA:3.5/4
GRAFICA:3
MECCANICHE DI GIOCO:3.5/4
DIFFICOLTÀ: Molto facile
SOUNDTRACK:3 (ma un 5 per la canzone finale)
DOPPIAGGIO (solo inglese): 2.5/3
ORIGINALITÀ DEL CONTENUTO: 3.5
DIFFICOLTÀ PLATINO: Molto facile/Facile
VOTO MEDIO:3.5

N.B. La difficoltà viene indicata con i parametri Molto facile, Facile, Media, Difficile, Molto difficile, Impossibile (bonus).
N.B. 2 La difficoltà del gioco si riferisce a quella incontrata a “Normale”.
N.B. 3 Il contenuto comprende anche, se presenti, le missioni secondarie.

-Jade

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