Recensione Libro Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes

Editore: Vari, in foto Bur (sconsiglio l’edizione Mammuth della Newton Compton)
Anno di pubblicazione:1622-25 prima edizione italiana
Pagine: dipende dall’edizione

Chiunque, almeno una volta nella vita, ha sentito parlare del celebre Don Chisciotte. Almeno qua in Italia, però, la maggior parte della gente lo conosce o per sentito dire o perché ha letto uno dei pezzi più celebri, come quello della battaglia contro i mulini a vento o la parte finale del primo libro. Nonostante quest’opera sia di notevole importanza e molto famosa, molte persone non l’hanno ancora letta, magari perché l’hanno sopravvalutata o si sono spaventate di fronte alle numerose pagine. Per capire Don Chisciotte però non ci si può fermare solo alla lettura di un singolo brano e allo studio della biografia dell’autore, ma bisogna leggere il libro per intero in quanto solo in questo modo si può avere un’idea chiara e generale di ciò che si cela dietro questo libro. Chiunque dovrebbe leggere quest’opera per intero prima di commentarla. Questo però non vale solo per Don Chisciotte, ma anche per tutti gli altri libri di cui si sente spesso dire, soprattutto quelli presenti nelle antologie e nei libri di letteratura delle scuole, ogni volta a malapena accennati e spiegati e riassuntati malamente. Purtroppo nel periodo scolastico spesso non si riesce a leggere un intero libro per intero, figuriamoci l’intero programma proposto, ma bisogna assolutamente leggere queste opere anche al di fuori di quest’ultimo e non basarsi solo sullo studio scolastico.

Don Chisciotte della Mancha è il primo libro appartenente al Siglo De Oro spagnolo avvenuto tra la fine del Rinascimento e l’età barocca. Miguel De Cervantes ha scritto questo libro dopo aver combattuto nella battaglia di Lepanto durante una delle sue numerose convalescenze all’ospedale di Messina e ha completato la prima parte nel 1605. Il successo fu tale che Alonso Fernandez (e probabilmente anche altri autori dell’epoca) realizzarono un seguito non canonico, cosa che spinse Cervantes a scrivere una seconda parte ufficiale terminata nel 1615. In questa recensione verrà trattato il sequel canonico e non quello di Fernandez, di cui magari si parlerà in futuro.

Protagonista è Don Chisciotte, un hidalgo (figlio di una persona importante, una sorta di nobile non titolato) che adora i romanzi cavallereschi al punto da impazzire e decidere di diventare anch’egli un cavaliere errante. Prende con sè Sancho Panza, un contadino che diventerà suo scudiero nelle numerose avventure che lo vedono come protagonista. Peccato però che le gesta del “moderno cavaliere” siano tutt’altro che eroiche in quanto, per quanto lui provi ad immedesimarsi nel ruolo facendo delle buone azioni, finisce col fondere la realtà con la fantasia e si cimenta in situazioni al di fuori della sua portata che rendono il suo operato ancora più comico e grottesco.

La trama è ben nota a tutti ma ancora di più lo è il singolo personaggio di Don Chisciotte, apparentemente solo una figura comica, un folle, un hidalgo alla ricerca di un nuovo scopo di vivere e che per trovarlo si rifugia nel mondo dei libri. Alfonso Quijano, ovvero Don Chisciotte, non è solo questo: dietro quest’ultimo si cela un personaggio da un notevole spessore e anche diverse critiche ai tempi di Cervantes e, in particolar modo, a come trattavano i veri eroi di guerra. Cervantes, fortemente amareggiato dal fatto che, nonostante avesse combattuto ogni giorno rischiando la sua vita, non sarebbe mai stato ricordato né mai neanche nominato per le sue gesta e così non solo lui. La fama tipica ottenuta dall’eroe letterario dunque nella realtà non è altro che un’illusione, un’utopia, motivo per cui Cervantes vuole criticare il mondo della letteratura cavalleresca. Don Chisciotte, quindi, innanzitutto è un simbolo di tutti gli eroi di guerra mai nominati nel corso della storia e la sua ricerca di avventure e di gesta da realizzare con il fidato scudiero Sancho Panza in onore dell’amata Dulcinea del Toboso non sono altro che una geniale parodia della letteratura epico-cavalleresca e anche del romanzo picaresco.

Opera di Wilhelm Marstrand, Don Quixote og Sancho Panza ved en skillevej (1847)

I due generi si fondono dando vita a Don Chisciotte, il primo romanzo moderno. Del primo genere conserva i personaggi, anche se qui in chiave comica/parodistica, e la ricerca di gesta da compiere tipica del cavaliere/eroe mentre si differenzia da quest’ultimo perché scritto in prosa e non in versi. Del romanzo picaresco invece presenta lo stesso interesse per personaggi ai margini della società e luoghi malfamati e degradati quali le osterie, che agli occhi dell’hidalgo diventano castelli, e si differenzia da questo genere per la complessità e lo spessore dei personaggi e anche, principalmente, per il fatto che il protagonista sia un hidalgo, cioè un nobile spagnolo, e non un semplice picaro.

Don Chisciotte, come ho detto prima, cela numerose critiche e, oltre a quella del mancato ricordo degli eroi di guerra, ce n’è una ancora più velata nei confronti del materialismo e del dare importanza alle cose futili tipici della fine del Rinascimento. Vengono criticati quindi i valori del tempo e rimpianti quelli del periodo precedente in cui i cavalieri facevano di tutto pur di aiutare il prossimo.
Anche un classico/cult come Don Chisciotte, però, presenta dei difetti. In questo caso si tratta principalmente della ripetitività delle gesta. Il fatto che siano tutte molto simili spesso fa perdere l’interesse del lettore e porta anche ad una minore scorrevolezza, dettata anche dall’utilizzo di termini tipici dell’epoca e alcuni più complessi. Se non si conosce bene il contesto storico potrebbero esserci ulteriori rallentamenti durante la lettura poiché in molte vicende ci sono riferimenti a fatti realmente accaduti.

Se nella prima parte c’è un’eccessiva ripetitività delle situazioni e dei fatti e dunque, ad un certo punto, anche poca originalità, nella seconda invece le vicende sono quasi tutte abbastanza diverse tra loro anche se lo stile diverso e a tratti troppo maturo adottato dall’autore le rende meno piacevoli delle prime. Ci sono a livello stilistico delle incongruenze tra la prima parte e la seconda che hanno delle conseguenze anche nella psicologia dei personaggi. Il voler adottare un tono più intellettuale e maturo sconvolge in parte, ad esempio , il personaggio di Sancho Panza, tanto che spesso lo stesso autore ci ironizza sopra.
Tirando le somme, Don Chisciotte della Mancha è un’opera che deve essere assolutamente letta almeno una volta nella vita in quanto, nonostante abbia i suoi difetti, è un romanzo innovativo e degno di essere definito un classico e un cult.

CONTENUTO:4
PIACEVOLEZZA:3.5/4
SCORREVOLEZZA:3.5
ORIGINALITA’: 4,25
STILE:4
VOTO MEDIO: 4

-Jade

Lascia un commento