Recensione Gli elefanti hanno buona memoria di Agatha Christie

Editore: Oscar Mondadori
Anno di pubblicazione:
2017
Pagine:
188

Durante un pranzo letterario al quale Ariadne Oliver è stata costretta a partecipare, una donna le si avvicina per chiederle aiuto. Visto il grande successo dell’autrice di gialli, la signora Burton-Cox spera di essere aiutata per scoprire se la futura moglie del figlio adottivo sia affetta dagli stessi pensieri omicidi ereditati dai genitori, che anni prima hanno fatto scandalo a causa di un omicidio-suicidio.
La curiosità della signora Oliver prende il sopravvento e coinvolgendo Poirot si lancia nella ricerca di testimoni che possono riportare in luce tutti gli avvenimenti precedenti al grave omicidio accaduto anni prima alla famiglia Ravenscroft. Presto Poirot grazie alle testimonianze, alcune alquanto confuse, dei testimoni riuscirà a venire a capo di questo strano caso e a riscattare il nome dei Ravenscroft.

Gli elefanti hanno buona memoria (Elephants can remember) è uno dei romanzi appartenenti alla saga di Poirot di Agatha Christie.Il titolo per l’appunto fa riferimento alle persone che conoscevano e sono state testimoni degli avvenimenti avvenuti in casa Ravenscroft prima del fatidico giorno. Queste persone sono infatti etichettate come “elefanti” da Ariadne in quanto ricordano tutto. Purtroppo, però, quando mette insieme le diverse testimonianze di questi elefanti, Ariadne si rende conto che non tutto coincide e sarà come al solito Poirot a chiudere definitivamente il caso.


Questa storia, diversamente dalle altre che ho già recensito, ha come fulcro centrale un caso strano avvenuto anni addietro e che è stato chiuso come un omicidio-suicidio con Alistair Ravenscroft come colpevole, anche se senza motivo.
Il caso è molto intrigante dato che per risolverlo ci si deve affidare solo alle parole delle persone che raccontano gli avvenimenti e risulta un po’ impossibile valutare chi stia dicendo il vero e quale sia la soluzione. Il lettore si butterà comunque a capofitto nella lettura facendo, come per ogni opera della Christie, numerose ipotesi su chi sia il colpevole, riuscendo poi ad arrivarci solo grazie a qualche frase di Poirot.

Sebbene appaiano differenti personaggi l’autrice non si concentra su nessuno di loro in quanto il fulcro del romanzo è proprio il caso dei Ravenscroft e i testimoni sono solo un “importante contorno”. Persino Poirot stesso appare come un personaggio un po’ secondario e passa il suo ruolo da protagonista ad Ariadne, la quale però non riesce ad eguagliarlo come detective e “protagonista”.

Come già accennato questa storia è molto diversa dagli altri libri della Christie ma si rimane attratti lo stesso da essa visto che è stata gestita bene. Al solito vi ritroverete a fare ipotesi su ipotesi e sarete catturati dalla narrazione originale e mai pesante dell’autrice, la quale ancora una volta ha fatto centro nonostante abbia modificato un po’ la struttura dei suoi tipici gialli.

CONTENUTO: 4,5
PIACEVOLEZZA: 4
SCORREVOLEZZA: 4,5
STILE: 4
ORIGINALITA’: 4,5
VOTO MEDIO: 4,30
– Sophie

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