Recensione film Snowpiercer di Bong Joon-ho

Prima del pluripremiato Parasite Bong Joon-ho, noto regista coreano, ha sfornato altri capolavori tra cui Snowpiercer. Tratto dalla graphic novel Le Transperceneige, Snowpiercer è una metafora della società capitalista in chiave post-apocalittica.

Dopo anni di tentativi falliti per fermare il riscaldamento globale il mondo sta attraversando una nuova era glaciale. I superstiti vivono all’interno del treno “Snowpiercer”, un treno che gira attorno alla Terra grazie a una sorta di motore perpetuo e suddiviso in vagoni. Nei primi vagoni stanno i più ricchi, sempre trattati bene e dotati di ogni comfort, mentre negli ultimi stanno i più poveri, maltrattati, oppressi e costretti a nutrirsi di sole “barrette proteiche” fatte di scarafaggi.
Stanchi di una vita fatta di fatica, sfruttamento e oppressione, Curtis, l’amico Edgar e l’anziano Gilliam fanno una rivolta con l’obiettivo di arrivare alla testa del treno e uccidere il creatore. Aiutati da altri amici, due prigionieri di cui una dai poteri straordinari e da un infiltrato inizieranno la loro scalata verso la testa, scoprendo man mano i “segreti del treno” e fino a dove si può spingere la cattiveria dei ricchi.

Bong Joon-ho, come dimostrato anche in Parasite, tiene particolarmente al tema della lotta sociale tra i ceti bassi e quelli alti. Anche in questo caso i protagonisti appartengono al ceto più infimo e sono disposti a fare di tutto pur di migliorare la propria condizione sociale, ma i ricchi ne sanno una più del diavolo e continuano ad ostacolarli. Ogni ribellione, in realtà voluta dai più ricchi per decimare la popolazione, viene sedata, tra l’altro causando ancora più danni nei vagoni più bassi. Il segreto dell’ultima ribellione, quella di Curtis, è che lui e gli altri non vogliono solo cambiare il sistema, ma distruggerlo completamente, in modo che un’esperienza simile non si ripeti e che i protagonisti non divengano i nuovi oppressori come premio.

Il treno è a tutti gli effetti un ascensore sociale, mentre i protagonisti coloro che provano, ribellandosi, a scalare i vari ceti riuscendo ad arrivare alla vetta. Non è diventare parte dei ceti più elevati la soluzione al sistema, ma il cambiamento più radicale tra tutti: la sua distruzione. Agli esseri umani non è bastata la fine della Terra per poter cambiare, tanto da aver ricreato un microcosmo all’interno del treno, dimostrando che ci saranno sempre sfruttatori e sfruttati.

Altra tematica trattata è quella ambientale, tanto vicina a noi soprattutto in questi anni, in cui ci si avvicina sempre di più al punto di non ritorno. La nuova era glaciale, l’essere costretti a vivere in un treno, tutto è “colpa” dell’uomo, che pur di vivere bene compie costantemente azioni poco etiche, come quelle dei “ricchi” del treno. Nulla può durare per sempre e persino il moto perpetuo del treno è un’illusione.

Il regista sfrutta il suo film per parlare intelligentemente di sociologia e di lotta per l’ambiente, camuffando il tutto nel genere distopico, che tanto distopico in fondo non è visto che è tutto molto attuale.
A rendere perfetta l’opera del regista ci sono anche la fotografia e la sceneggiatura, per non parlare del cast variegato e magnifico. Tilda Swinton, sempre poliedrica, Chris Evans, John Hurt, Song Kang-ho, Go Ah-sung, Octavia Spencer, Ed Harris e Jamie Bell. Questi sono solo alcuni dei nomi degli attori di Snowpiercer, nomi che già parlano per sè vista la bravura di tali persone.

Snowpiercer è un film da non sottovalutare, un’opera di fantascienza che definirla cult è dire poco. Infondo da un regista come Bong Joon-ho non ci si poteva aspettare altro vista la sua bravura e la sua capacità di elevare il livello di qualsiasi film, il tutto grazie alla sua cultura e alla capacità di scrivere ottime sceneggiature.

CONTENUTO:4.5
PIACEVOLEZZA:5
SCORREVOLEZZA:5
RECITAZIONE:4.5
ORIGINALITA’:4
VOTO MEDIO:4.6
-Jade

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