Se con Mission:Impossible: Protocollo fantasma la saga avente Ethan Hunt come protagonista si era risollevata dal terzo deludente capitolo, con il quinto, Rogue Nation, essa peggiora nuovamente, arrivando ad essere peggio di Mission:Impossible III.
L’obiettivo di Ethan Hunt stavolta è quello di sventrare l’associazione criminale nota come Sindacato, la quale vorrebbe riportare ad un nuovo ordine mondiale attraverso numerosi e terrificanti attacchi terroristici. A complicare la situazione vi è lo strano rapporto con Ilsa Faust, che Ethan Hunt non riesce bene ad identificare.
La trama, che in sintesi è questa, ha degli ottimi spunti ma è fin troppo contorta e priva di veri e propri colpi di scena. È come se il film volesse continuamente provare a stupire lo spettatore con plot twist ricchi di cliché e con una coprotagonista a tratti insopportabile, cosa che in realtà vale al “nuovo” Ethan Hunt, che è diventato quasi un’ombra del vecchio se stesso.
I vecchi piani ben realizzati, la strategia, lo spionaggio, appartengono al passato e lasciano spazio unicamente a scene d’azione volutamente esagerate e molto simili a quelle del terzo capitolo. Il Sindacato e Solomon Lane sono forse i primi veri grandi villain di Mission:Impossible anche se sempre avrebbero meritato una migliore caratterizzazione. Alle spalle di Ethan stavolta abbiamo non solo le vecchie conoscenze Benji e Luther ma anche l’alleata/nemica Ilsa Faust, la coprotagonista sopracitata nonché, come c’è da aspettarsi, secondo grande amore di Ethan dopo l’inutilissima ex moglie Julia Meade.
La recitazione è a buoni livelli ma, a parte Simon Pegg, Jeremy Renner e Sean Harris, gli altri non riescono a spiccare.
Rogue Nation è dunque il peggiore capitolo della saga fino a ora, anche se, purtroppo, deve essere visto per poter comprendere gli eventi del sequel più o meno diretto Mission:Impossible-Fallout.
CONTENUTO:1.5/2
PIACEVOLEZZA:1.5/2
SCORREVOLEZZA:2
RECITAZIONE:3
ORIGINALITÀ DEL CONTENUTO:0
VOTO MEDIO:1.72
-Jay
Potete vedere il film su Netflix.