Recensione Dishonored – La morte dell’esterno

Dishonored è, fino ad ora, una delle rare saghe che si sono mantenute piacevoli in maniera costante, senza presentare alti e bassi tra i vari capitoli e DLC.

Dopo due capolavori quali Dishonored (DLC inclusi) e Dishonored 2, Arkane Studios ha creato un fantastico DLC del secondo capitolo intitolato La morte dell’esterno.

Dishonored-The death of the outsider, così come i due DLC del primo Dishonored e come Uncharted-L’eredità perduta (DLC di Uncharted 4), si manifesta quasi come un nuovo capitolo della saga più che un DLC, questo grazie ad una storia ben strutturata e, sebbene non tanto lunga quanto quella dei giochi principali, longeva.

Se nei DLC del primo avevamo come protagonista l’assassino Daud, qui invece abbiamo Billie Lurk, sua allieva, già vista nei DLC dedicati al mentore e in Dishonored 2 nelle vesti di Meagan Foster.

Il suo personaggio meritava senza alcun dubbio un ulteriore approfondimento, così come per Daud, che qui riappare, e l’Esterno, uno dei personaggi fondamentali della saga in quanto colui che conferisce i misteriosi poteri ai protagonisti.

Billie Lurk, dopo aver scoperto dove si trova Daud, ormai anziano e morente, è decisa ad accompagnarlo nella sua ultima enorme impresa: uccidere l’Esterno. Ovviamente uccidere una divinità (a meno che non sia Kratos il protagonista) è più facile a dirsi che a farsi, ma grazie alla loro volontà e a nuovi dettagli sul passato dell’Esterno, potrebbero riuscirci.

The Outsider

Oltre alla quest principale ci sono anche numerose quest secondarie molto interessanti, alcune risolvibili tramite contratti e altre che si sbloccano proseguendo nella storia o facendo determinate azioni. Le quest e la ricerca dei collezionabili (codici casseforti e quadri di Cienfuegos) prolungheranno la vostra esperienza di gioco, rendendola ancora più ricca e godibile e facendovi immergere nuovamente nel fantastico mondo di Dishonored.

Durante la storia, a differenza dei capitoli precedenti, potrete adottare lo stile di gioco che volete senza subirne le conseguenze. Sia che abbiate un approccio stealth, caotico o misto il finale dipenderà solo da una scelta che compirete nell’ultimo capitolo, non essendo più presente il “karma”. Ciò lascia una maggiore libertà d’azione anche se, per chi è abituato ai capitoli precedenti, lascerà una sensazione di incompletezza. Pur potendo agire liberamente, al di là degli obiettivi, ci sono delle azioni che potete svolgere per rendere ancora più interessante la vostra partita.

Non si può inoltre non parlare dei poteri, elemento caratteristico della saga che varia di capitolo in capitolo. Anche in questo caso ci sono stati dei cambiamenti, in primis per quanto riguarda il numero dato che stavolta sono solamente tre. Essi sono Preveggenza, che permette di fermare il tempo e guardarsi nei dintorni (potendo pure piazzare un segnale per la dislocazione), Dislocazione, che permette a Billie di potersi “teletrasportare” in un luogo creando anche una finta immagine di sè (simile ai vecchi Traslazione e Proiezione) e Somiglianza, il più originale, che permette di “rubare” il volto ad altri personaggi e impersonarli per passare inosservati.

Si aggiungono ai poteri (o meglio, alle abilità visto che non sono stati conferiti direttamente dall’Esterno) e alle armi classiche (cambiano solo i nomi) potenziamenti relativi agli amuleti, il poter sentire i sussurri dei ratti e il colpo dell’oblio, utile soprattutto nelle ultime fasi del gioco in cui nemici più potenti, i Veggenti, possono darvi del filo da torcere.

Vengono introdotti, oltre ai Veggenti, nuovi nemici tra cui i cultisti, gli orbi (che in realtà potreste mantenere vostri alleati) e le sorelle, oltre agli immancabili sacerdoti e alle guardie.

Per quanto riguarda il comparto tecnico e quello grafico, essi sono gli stessi di Dishonored 2 e rimangono validi e caratteristici.

Gli obiettivi sono facili da conseguire e basta giocare due volte per ottenerli tutti. Sono perlopiù legati ad azioni di gioco, per cui ottenere il platino o i 1000 G sarà una passeggiata.

In conclusione Dishonored-La morte dell’esterno è un gioco valido e, come i precedenti capitoli, si presta a più partite anche se stavolta in maniera minore. Se siete amanti dei vari Dishonored non potete perdervi questo fantastico DLC, che, per il momento, fornisce un’ottima fine alla grandiosa saga.



CONTENUTO:3.5/4
PIACEVOLEZZA:5
GRAFICA:3.5
MECCANICHE DI GIOCO:4.25
BONUS
DIFFICOLTÀ: Molto facile
SOUNDTRACK:3
DOPPIAGGIO:3.5
ORIGINALITÀ DEL CONTENUTO: 3.5/4
DIFFICOLTÀ PLATINO:Molto facile
VOTO MEDIO:3.83 (4 su 5)

N.B. La difficoltà viene indicata con i parametri Molto facile, Facile, Media, Difficile, Molto difficile, Impossibile (bonus).
N.B. 2 La difficoltà del gioco si riferisce a quella incontrata a “Normale”.
N.B. 3 Il contenuto comprende anche, se presenti, le missioni secondarie.
-Jay



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