Recensione Darkest Mind di Jennifer Yuh Nelson

In un mondo distopico un’epidemia ha ucciso il 98% dei bambini ed adolescenti negli Stati Uniti. I sopravvissuti sviluppano dei superpoteri che non riescono, inizialmente, a controllare e il governo vedendoli come una potenziale minaccia o arma da sfruttare li rinchiude in “campi di riabilitazione” dividendoli per colore in base alle loro capacità.
Ruby ha da poco compiuto 10 anni quando viene portata via da casa sua e rinchiusa in uno di questi campi, riuscendo a falsificare il suo smistamento che la introduce nei Verdi, ragazzi dotati della super-intelligenza.
Dopo quasi 6 anni alla ragazza viene mostrata una via di fuga grazie a Cate che vuole portala alla Lega dei bambini. La ragazza, cominciando a nutrire dei dubbi sull’onestà della donna, scappa e si imbatte nella piccola Suzume, una Gialla i cui poteri solo legati all’elettricità. Lei le presenta i suoi amici Liam, un Blu con abilità telecinetiche, e Charles, un Verde.
La ragazza cela di essere un Arancione, con poteri mentali, per paura che i suoi nuovi amici le si rivoltino contro. Insieme, ben consapevoli che i rischi non sono pochi, vanno alla ricerca di Slip Kid e del suo “paradiso sicuro”, dato che la fuga sembra l’unica via d’uscita dall’inferno.

Darkest Mind (The Darkest Mind) è un film fantasy distopico diretto da Jennifer Yuh Nelson nel 2018, ed è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Alexandra Bracken. 
Adattamento cinematografico è una parola che intimorisce molti lettori visto che non sempre il risultato finale è accettabile e, purtroppo, questo è uno di quei casi.

Il film si concentra molto sul rapporto amoroso che comincia a svilupparsi tra Liam e Ruby facendo diventare la storia molto più romantica di quella del libro.
Il risultato è l’ennesimo film drammatico adolescenziale poco coinvolgente e privo di originalità, il che è un peccato perché se fossero rimasti almeno parzialmente fedeli alla storia originale, senza drammi aggiuntivi, sarebbe stato molto più piacevole.
Non contenti di stravolgere la storia, tra l’altro, hanno deciso anche di aggiungere scene spoiler appartenenti ai seguenti libri.

Anche i personaggi lasciano molto a desiderare visto che il loro carattere è totalmente diverso da quello presente nell’opera letteraria. Ad esempio Liam, che nel libro ha sempre avuto fiducia nel prossimo, nel film si trasforma in un ragazzo molto diffidente nei confronti di tutti.
Inutile dirvi che neanche il cast, escludendo qualche attore, è stato interessante. Ad esempio non ho apprezzato l’interpretazione di Amandla Stenberg (Ruby) che ho trovato poco coinvolgente. Stesso discorso vale anche per Harris Dickinson (Liam) che aveva quasi sempre l’espressione da pesce lesso.
Gli attori che ho amato, insieme ai loro personaggi, sono stati Mandy Moore (Cate), Patrick Gibson (Clancy), Miya Cech (Zu) e Skylan Brooks (Charles).

In questo film sono stati cambiati moltissimi dettagli piccoli ma che alla fine, ammucchiati, sconvolgono totalmente la trama.
Ad esempio il finale overpower  ed eccessivo che hanno voluto creare, espandendo di punto in bianco il potere del controllo di Ruby in una lotta estrema contro Clancy, è stata una scelta che personalmente non ho apprezzato visto che il poco interesse che avevo sviluppato per il film si è esaurito dopo questa battaglia. Trovo difficile che nel seguente film, sempre se si terrà, riusciranno a fare sconti ancora più spinti di questo.

Non avevo sentito grandi cose su questo film, molti se ne sono lamentati e io non posso farne a meno di appoggiarli. Il film può risultare carino agli occhi dello spettatore che non conosce il libro ma per chi lo ha letto e lo ha amato è tutta un’altra questione. Ecco perché non ve lo consiglio, al contrario dei libri che dovete assolutamente leggere.

PARAMETRI
Contenuto: 2,5
Piacevolezza: 2
Recitazione: 3
Scorrevolezza: 3 
Originalità: 3
VOTO MEDIO: 2,7
– Sophie Robin Kendrick

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