Recensione Colazione da Tiffany di Blake Edwards

Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany’s) è uno dei film più iconici della Hepburn nonchè una delle sophisticated comedies più conosciute in assoluto. Tratto dall’omonimo libro di Truman Capote, Colazione da Tiffany si apre con una ragazza, Holly Golightly, che guarda le vetrine di Tiffany & Co. consumando una rapida colazione.

E’ lei la protagonista del film, una giovane donna che si è fatta strada nell’alta società newyorchese accompagnando uomini facoltosi e comportandosi a tutti gli effetti come una sorta di “geisha newyorchese”. Dopo un appuntamento fallito, la sera viene raggiunta dal nuovo vicino di casa, Paul Varjack, uno scrittore che si fa mantenere da una donna per poter continuare a scrivere. Quest’ultimo chiede a Holly se può usare il telefono e così viene a conoscenza della ragazza e del suo gatto, lasciato senza un nome in quanto Holly crede nella precarietà e provvisorietà delle cose e nella libertà totale da ogni legame.
Inizia così il loro rapporto tra amicizia e, col passare dei giorni, impareranno a conoscersi sempre di più, mostrandosi i loro problemi a vicenda e facendo capire che non sempre il lusso e la ricchezza sono la risoluzione a ogni problema.

Questo è uno dei ruoli che ha consacrato a Hollywood la raffinata ed elegante Audrey Hepburn nonostante il ruolo, inizialmente, spettasse a Marylin Monroe. Eppure non riusciremmo a immaginarci altre attrici nei panni della spigliata, vivace e ingenua Holly, che tenta di affogare nel lusso i suoi problemi. Il film si apre infatti proprio con lei che osserva i gioielli di Tiffany, forse perchè entrando nei negozi, per un attimo, dimentica ogni suo dramma. In primis lei vive in condizioni più che minimal, come se dovesse partire da un giorno all’altro, ha un matrimonio fallito alle spalle, un fratello al fronte e, cosa principale, non è felice di quello che ha. E’ una donna carismatica, certo, ma dietro i sorrisi e gli abiti di lusso c’è una donna che cerca di sopravvivere e cercare la propria felicità allo stesso tempo.

Dall’altro lato c’è Varjack, uno scrittore dall’unico successo letterario cinico e diretto che non fa altro che criticare la vita di Holly, alla quale si affeziona sin da subito. Pur essendo il suo opposto Paul è attratto dalla ragazza, alla quale cerca di far prendere delle scelte giuste piuttosto che legate al denaro.

I vestiti e l’ambientazione sono fantastici nella loro semplicità, in quanto persino i vestiti di Holly, per quanto lussuosi, sono minimalisti come lei. Audrey Hepburn riesce a dare vita al personaggio di Holly mentre George Peppard risulta modesto nei panni di Varjack. C’è poi Mickey Rooney, totalmente fuori contesto sia per l’etnia del suo personaggio che come interpretazione.

Nonostante il soggetto di fondo non sia male la sceneggiatura, per quanto iconica, manca di qualcosa. Manca di quello che riesca a dare ai personaggi maggior profondità e contesto, senza contare che della commedia ha ben poco. Colazione da Tiffany è infatti più un dramma a lieto fine che parla di un fenomeno sociale tipico della New York degli anni ’40 e, soprattutto, ’50, ma al di là di alcune scene spesso risulta banalotto.

CONTENUTO:3.5
PIACEVOLEZZA:3.5
SCORREVOLEZZA:3.5
RECITAZIONE:3.5
ORIGINALITA’:3
VOTO MEDIO:3.4
-Jade

FILM DA OSCAR:
Agli Oscar 1962 il film ha vinto i premi per la Miglior colonna sonora e la Migliore canzone (Moon River) e ha ricevuto delle candidature per Migliore sceneggiatura non originale, Miglior attrice protagonista (Audrey Hepburn) e Migliore scenografia.

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