Recensione Ape Escape 3

Ape Escape 3 (Saru! Get you! 3) è il terzo capitolo della nota saga platform Ape Escape e riprende il gioco laddove il primo era finito. Specter infatti è riuscito ad evadere per l’ennesima volta e ha ricomposto un esercito di scimmie, con le quali ha invaso tutte le reti televisive attraverso il canale Telescimmia. Quest’ultimo riduce i suoi telespettatori, tra cui i vecchi protagonisti e il Professore, in uno stato di letargo mentale e tocca a Satoru e Sayaka salvare il mondo da Specter e i suoi alleati, tra cui stavolta inaspettatamente c’è anche un umano.

Per la prima volta il giocatore può scegliere se rivestire i panni di Satoru o Sayaka, dunque di un personaggio di sesso maschile o uno femminile. Tra i due ci sono poche differenze perlopiù legate all’aspetto delle trasformazioni, altra novità introdotta in questo capitolo. Una volta scelto il personaggio si verrà teletrasportati nei vari studi televisivi, i quali al solito sono pieni di citazioni alla cultura pop e soprattutto ai film. Al solito il giocatore dovrà catturare tutte le scimmie cercando di stare attento a non perdere salute (biscotti) e vite, ma per catturarle effettivamente tutte tutte dovrà finire il gioco come nel capitolo precedente. Inizialmente per passare da uno stage a un altro dovrete catturare solo un certo numero di scimmie, il tutto avvalendovi dell’aiuto di gadget e trasformazioni.

Il gioco è carino ma la storia al solito è marginale e non approfondisce molto i protagonisti, per l’ennesima volta cambiati. I due bambini seguono un po’ degli stereotipi, in particolare lei che è tipo il prototipo di idol giapponese in versione infantile, ma al di là dei comportamenti tipici da testa calda o idol non si sa molto di loro. Gli stessi stage sono un po’ ripetitivi e non apportano nulla di nuovo, risultando un po’ meno intriganti di quelli dei capitoli precedenti nonostante il tema di base sia più interessante. Più profonda la parte finale anche se purtroppo la poca attenzione data alla storia non riesce ad esaltarla.

Le scimmie anche qui sono di colori differenti (anche se stavolta non si capisce come nei precedenti capitoli perchè spesso travestite) e ogni colore indica una determinata abilità della scimmia, tutto non contando i boss, che si trovano ogni tot di livelli, e le scimmie speciali, che di solito corrispondono a quelle travestite. Nei vari livelli potrete anche fare delle riprese ad alcune scenette in degli appositi punti, facendo attenzione a non catturare o allertare le scimmie prima in quanto sennò si perde l’opportunità e si è costretti a utilizzare la modalità rigioca livello alla fine del gioco per sbloccarle tutte. Queste potete vederle nel cinema delle scimmie, che si trova nella strada con i negozietti in cui potrete acquistare anche tutti i collezionabili con le monete ottenute durante i livelli.

Per catturare le scimmie sarà necessario usare i gadget e le trasformazioni. I primi sono gli stessi dei precedenti capitoli in versione ridotta dato che ne mancano alcuni, inoltre per la prima volta non ne sono stati aggiunti di nuovi. Tra i gadget troviamo la rete basica per catturarle, quella subacquea per catturare quelle che nuotano, la macchina R.C. (radiocomandata, personalizzabile spendendo monete), una mazza per stordire le scimmie, un radar per trovarle, un cerchio che vi conferisce maggiore velocità, una fionda per colpire i nemici lontani e uno strumento per “volare” più in alto. A compensare l’assenza di alcuni gadget ci sono le trasformazioni, elemento introdotto in questo capitolo. Queste sono sette in totale (anche se una si otterrà proprio alla fine e vi farà catturare le scimmie rimanenti per finire del tutto il gioco) e ognuna di loro ha delle abilità speciali che dovrete usare durante il gioco non solo per colpire le scimmie e catturarle, ma anche per andare avanti in alcune aree del gioco. Quest’ultime sono simpatiche in quanto uniche anche se spesso vi scorderete persino di usarle dato che spesso è più semplice e veloce usare solo i gadget.

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Le ambientazioni sono molto curate e la grafica in generale è decisamente migliore di quella del precedente capitolo, sia per quanto riguarda i setting che per quanto riguarda il character design, meno spigoloso di quello dei primi due Ape Escape. Anche la visuale è stata un po’ sistemata nonostante ancora non sia perfetta, ma comunque si apprezza l’impegno.

Nel complesso Ape Escape 3 riesce a intrattenere quanto i precedenti capitoli ma, allo stesso tempo, si ha tutto il tempo l’impressione di star giocando a qualcosa di ripetitivo e meno convincente dei primi due titoli. Nonostante ciò è un gioco scorrevole e divertente, uno di quei classici platform adatti a chiunque per rilassarsi e svagarsi allo stesso tempo.

CONTENUTO:3.5
PIACEVOLEZZA:3.5/4
GRAFICA:3.5 (per l’epoca)
MECCANICHE DI GIOCO:3.5
BONUS
DIFFICOLTÀ: Molto facile
SOUNDTRACK:3.5
DOPPIAGGIO:3.25
ORIGINALITÀ DEL CONTENUTO: 2.5/3
DIFFICOLTÀ PLATINO: (Nella versione per PS4) Molto facile
VOTO MEDIO:3.4
-Jade

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