Recensione film The sixth sense- Il sesto senso di M. Night Shyamalan

Assieme ad Unbreakable The sixth sense- Il sesto senso (The sixth sense) è senza alcun dubbio uno dei migliori film di M. Night Shyamalan nonchè uno dei migliori thriller/horror di sempre. Così come per Unbreakable, anche stavolta il protagonista viene interpretato da un fantastico Bruce Willis, il quale riveste i panni dello psicologo infantile Malcolm Crowe. Quest’ultimo, mentre torna a casa da una serata importante, si ritrova in casa un suo vecchio paziente, ora cresciuto, che gli spara allo stomaco poco prima di suicidarsi. Otto mesi dopo Crowe perde ogni cosa: il successo, la moglie, che ora lo ignora continuamente, e, soprattutto, la sicurezza di sè. La fortuna vuole però che gli venga data un’opportunità per redimersi in quanto un caso simile a quello del ragazzo che gli ha sparato e si è poi suicidato gli si para davanti. Anche stavolta si tratta di un bambino incompreso, Cole, che è terrorizzato da quelle che gli altri definirebbero delle allucinazioni.

Cole afferma di vedere la gente morta ma nessuno, a parte l’inizialmente altrettanto scettico Crowe, vuole credergli. Lo psicologo allora inizierà, assieme al paziente, un percorso che porterà entrambi ad avere maggiore sicurezza e a capire che tutti e due hanno un dono: aiutare la gente.

Pur essendo alcuni tratti della trama ispirati ad altri classici del genere, non si può negare che la sceneggiatura sia eccellente e, nell’insieme, originale. Fino all’ultimo la storia riesce a catturare l’attenzione dello spettatore, che rimane attonito di fronte al colpo di scena finale. Le storie di Crowe e Cole rappresentano due facce della stessa medaglia: entrambi, privi ormai di autostima, iniziano un percorso di crescita interiore aiutandosi inconsapevolmente a vicenda a riconoscere il loro dono. Da un lato infatti abbiamo Crowe, uno psicologo che cerca di aiutare da sempre i bambini tra cui lo stesso Cole, mentre dall’altro abbiamo invece quest’ultimo, il quale ha il dono di vedere i morti e, detta alla Ghost Whisperer, di permettere loro di “passare oltre” risolvendo questioni irrisolte. I due ruoli, però, come si capirà alla fine, sono flessibili e non si capisce realmente quale sia il confine dell’uno o dell’altro.

Tra le “citazioni” o comunque cose in comune con altre opere c’è senza alcun dubbio quella del dono di Cole, che ricorda molto la “luccicanza” (Shining in inglese) di Danny Torrance, uno dei protagonisti di Shining e del sequel Doctor sleep, entrambi di Stephen King.

Oltre al qui bravissimo Bruce Willis, non si possono non fare dei complimenti anche a Haley Joel Osment, il quale ha interpretato perfettamente il piccolo Cole tanto da aver reso iconica la scena in cui dice “Vedo la gente morta.”. In generale anche il resto del cast è stato molto bravo e tra questi spicca in particolar modo Toni Collette, che ha dimostrato già da allora di avere tanto talento.

Il sesto senso non è un film che riesce a rientrare in un solo genere nè un film comune. Esso si rivela il perfetto connubio tra i vari generi in quanto riesce sia a regalare suspense che a commuovere, il tutto grazie ad una splendida sceneggiatura e a delle ottime interpretazioni. Senza alcun dubbio questo film deve esser visto almeno una volta nella vita in quanto è uno di quelli che, alla fine della visione, riesce in un certo modo a lasciare un segno.

CONTENUTO:4
SCORREVOLEZZA:4.5
PIACEVOLEZZA:4
RECITAZIONE:4
ORIGINALITA’ DEL CONTENUTO:2.8
VOTO MEDIO:3.86
-Jade

FILM DA OSCAR:
Agli Oscar 2000 il film è stato nominato per Miglior film, Migliore regia (M. Night Shyamalan), Miglior attore non protagonista (Haley Joel Osment), Miglior attrice non protagonista (Toni Collette), Migliore sceneggiatura originale e Miglior montaggio.


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